FONDALI

Murder, She Teach


E visto che sono in tema di omicidi (televisivi)...
Aveva ragione il tenente Colombo. Alla fine non importa tanto chi sia l'assassino ma quale sia la motivazione che lo spinge ad uccidere.A questo ho pensato guardando la prima final season de Le regole del delitto perfetto (How to Get Away with Murder), serie ABC dal ritmo travolgente e dagli esiti inaspettati. E' vero che il filo rosso dei 15 episodi sta tutto nella ricostruzione della morte di due persone, legate da una passione colpevole - il prof e la studentessa che si amano facendo le corna alla moglie - ma è più l'intrecciarsi delle relazioni e dei rapporti di fiducia a costituire il collante che da alla serie un appeal del tutto speciale.Una novità de Le Regole del delitto perfetto è il fatto di essere un'ottimo mix di legal-thriller e teen dramma. Nasce per un pubblico da tv generalista, essendo la ABC una delle reti nazionali americane on the air, e per di più di proprietà Disney. E' il canale sul quale passano ormai da anni serie come Once Upon a Time, Grey's Anatomy, Criminal Minds e Scandal, altro successo firmato da Shonda Rhimes.Rapporto di fiducia. E' questo ciò di cui si ha bisogno quando ci si mette nelle mani di bravo un avvocato. Ed è quanto un avvocato pretende dal proprio assistito. Non solo, la fiducia si ritiene scontata in un rapporto di coppia sedimentato da anni e da una certa complicità. Eppure queste certezze basilari sono messe in continua discussione. Per la bellezza di 15 ore ci viene consigliato di non fidarci proprio di nessuno.Uno stato di continua paranoia è quello in cui vive la brillante avvocatessa Annalise Keating, e che insegna ai suoi studenti dell'università. E' anche uno stato politico, l'occidente ha imparato dagli attentati terroristici che ci si può trovare il nemico in casa, nulla di più esplicito per il telefilm che avere studenti, mariti e amanti, vittime e assassini nel proprio salone.La struttura narrativa è divisa in due: da una parte la contemporaneità che è costituita da un assassinio colposo che diventa un caso di gruppo e monta fino ad assumere tratti iperbolici, dall'altro un caso legale ad episodio che si dipana nel passato recente e sviluppa la descrizione di tutti i protagonisti.La final season raccoglie tutti i fili e come una slitta in discesa scivola rapida dal passato al presente saltando poi con dei flashback di nuovo al passato. E' un cortocircuito temporale che dapprima spiazza, poi chiarifica e in ultimo stabilizza. La regola del delitto perfetto è in fondo una regola filosofica e matematica: tesi, antitesi, sintesi, e il ripetersi codificato per ogni episodio. Si profila un caso legale con un'evidenza di colpevolezza a cui non si potrebbe dar esito visto che lo studio Keating si occupa di difesa, un twister ribalta le certezze finora acquisite (e mette in crisi il rapporto di fiducia), la sintesi finale ricompone i pezzi e capovolge la situazione a favore dei protagonisti.E' lo stesso schema che risolve il caso del doppio omicidio. Rimettere in ordine il caos costi quel che costi, e soprattutto con un doppio colpo di scena. Ecco che allora, una volta scoperto il meccanismo, ciò che ci si aspetta non è tanto chi fra tutti i personaggi sia il vero colpevole, perché l'uno vale l'altro, nessuno è più innocente, nessuno è meno spregiudicato, quanto capire il movente e chiudere il cerchio delle proprie aspettative. Trovare la catarsi e illudersi che l'ordine sia tornato, che tesi e antitesi si siano annullate nella sintesi, che insomma il mondo sia un po' migliore.O più logico.Almeno fino alla prossima puntata…