FONDALI

Passione


Direi che "Passione" ci sta bene, e non solo perché è una bella parola.Il mio viaggio in Brasile è nato da questo, un sentimento che nella mia vita sentimentale non c'è mai stato, ma che è molto presente nella mia vita di conoscenza e di relazione. Ho amato il Brasile dalla Schiava Isaura in poi, leggendo Amado e ascoltando Gal Costa, Caetano Veloso, Milton Nascimento. Uno dei miei vinili preferiti era un 33 giri di Joao Gilberto e Stan Getz, che la mia prima fidanzata pensò bene di squagliare al sole lasciandolo sul retro dell'auto.Sono partito con grandi aspettative. Voli combinati, hotel prenotati, amici mai visti. L'accoglienza è stata calorosa. Non solo perché ad agosto lì è pieno inverno ma è come giugno da noi, soprattutto perché nessun incontro mi ha deluso. Nessuno. Né l'incontro con le persone, né l'incontro con i luoghi.L'atterraggio a Copacabana dopo una notte in aereo è stato un sogno scintillante ad occhi aperti. Maggior meraviglia mi ha colpito allo sbucare da un parco sulla spiaggia di Ipanema. Il sole del pomeriggio filtrava con raggi obliqui fra poche nubi e la sagoma dei Dois Irmao, sulla punta della baia, si dipingeva netta contro un cielo rosato.Un tentativo di scippo andato a buon fine (per me) mi ha eletrizzato ma non mi ha scomposto più di tanto. La gente sul marciapiede mi ha soccorso (anche se c'era poco da soccorrere) ed è rimasto solo un piccolo strappo sulla maglietta.Il Brasile per me è stato questo: un festival dei contrasti, che a dirlo sembra banale, ma a toccarlo un po' ti eccita e un po' ti sconvolge. Il fatto eccitante è che la miseria e la speranza camminano insieme su un percorso in salita, con le potenzialità che il paese offre, la crescita che sta attuando, le risorse che possiede. Una salita che potrebbe essere vertiginosa con l'arrivo del mondiale e delle olimpiadi nei prossimi anni."Passione" perché è la telenovela del momento. Quella specie di rito popolar-religioso che è per tutti i brasiliani la "novela do horario nobre". Una specie di auto-riconoscimento in uno stato così vasto sui temi dell'etica e del vivere civile. Altro che i nostri grandi fratelli! Ben inteso, anche Rede Globo e le altre tv sono piene di trash, e le novelas pure non sono prive di momenti imbarazzanti, tuttavia il messaggio che passa è quasi sempre di tipo "progressista" con al centro l'universo femminile e la sua emancipazione dal giogo machista. Capita di passare davanti i tanti bar-pub-osteria (a Rio sono un po' tutte e tre le cose insieme) e trovare la tv accesa con gli avventori a commentare le malvagità di Clara contro Totò.E' stato una specie di tormentone, perché "Passione" è la storia di un italiano che abita nel Chianti e sposa un'avventuriera con il passato da prostituta. "Sei italiano? Ah, Passione!..." era uno dei commenti che mi si rivolgevano più spesso.E' accaduto anche quando ho visitato la classe della mia "figlioccia" Wilka Fernanda. Uno dei motivi del mio viaggio. L'impatto con Recife, capitale del Pernambuco, non è stato dei migliori, proprio a causa di questi contrasti che non sono assolutamente misurabili coi parametri europei. Sono stato ospite per tre notti a casa di Luciano, conosciuto grazie al couchsurfing, un ragazzo amante dell'arte che mi ha accolto nel suo appartamento in un complesso popolare con alle pareti delle riproduzioni del Caravaggio. Dopo aver visitato la splendida Olinda mi sono trasferito con una mini delegazione di Action Aid a Cabo de Santo Agstinho. Un paese con le case accroccate le une sulle altre e dall'aspetto piuttosto provvisorio. Una specie di grande favela meno allarmante e forse meglio organizzata.Alla periferia, particamente in aperta campagna, ci hanno accolto gli animatori del Centro das mulheres di Cabo, che si occupano dei ragazzi della zona, facendo fare loro attività ludiche e culturali. Sono stato fatto sedere in circolo, in mezzo ai bambini, e al mio fianco Wilka. Una ragazzona di 11 anni che ne dimostra 15. Bella, leggermente scura di carnagine, dai lineamenti delicati. Una specie di Gabriella, a piedi sclazi, che cantava e batteva le mani con le sue compagne. Nulla a che vedere con la sensualità della bahiana eroina di Amado, almeno per il momento, solo tanta timidezza e un po' di imbarazzo (anche da parte mia). Sono bimbi che vivono delle difficoltà fatte di privazioni e di famiglie scombinate, ma che come tutti i bambini leggono le fiabe e giocano ad animarle. Hanno costruito con del cartone una casetta dei tre porcellini e me l'hanno regalata. Mi hanno regalato un fiore di plastilina, un'esibizione di capoeria, un pranzo squisito fatto dalle loro madri e zie.Mi sono sentito molto onorato e anche un po' stordito da tante attenzioni nei miei confronti. Una ragazza di circa 18 anni mi ha detto che voleva sposarmi, una bambina mi ha detto che avevo gli occhi belli. Li ho verdi, e per loro sono una novità. Hanno esultato d'allegria quando ho mostrato loro le cartoline coi personaggi Disney che avevo portato in regalo. Infine mi hanno cantato una canzone.Più tardi a scuola, nella classe di Wilka, una trentina di bambini col grembiule e dietro a banchi tutti uguali, avevano il libro di storia aperto sulla fondazione di Roma. Mi sono improvvisato insegnante disegnando sulla lavagna il profilo dell'Italia. "Stefano viene dall'Italia, sapete: Passione..." ha detto la direttrice invitandomi a cantare due strofe di "Volare". Sono stato ricompensato con un coro di "Ciranda-cirandinha" (Giro-girotondo).Credo che il ricordo del mio Brasile, fatto anche di relax a 5 stelle su spiagge tropicali, rimarrà indelebile negli anni. E spero che l'evento certamente determinante per me e per Wilka possa rappresentare, soprattutto per lei e per i suoi compagni, un buon motivo per "appassionarsi" agli altri e fare in modo che il percorso loro e della loro terra segua quella vorticosa strada in salita. Una strada fatta di riscatto sociale, di conoscenza, di progresso.