Conte di Montecristo

Madre


C'è sempre tempo per piangere sulla spalla del proprio figlio; madre, ti prego, scostati ché non c'è nulla che possa fare per ammorbidire il pelo irsuto del tuo rimpianto...Lo vedi già da te come le mie mani siano bagnate di acqua e sale raccolti dagli anfratti dei miei stessi occhi; il vento, intanto,vomita pulviscolo che, pesantemente leggero, si adagia sulla lingua secca di parole. Muore all'orizzonte il tuo desiderio di saccheggiare ancora la vita e svuotarla dei suoi stessi significati; è un delitto adagiare la tua autocommiserazione e costringerla a giacere fianco a fianco col mio stesso corpo...che posso fare di più se non amarti e odiarti nel medesimo tempo? a cavalcare l'idea d'improvvidi e mirabolanti cambiamenti non hai ottenuto altro che la conseguenza di rimaner disarcionata ed ora le tue gambe curve si appoggiano alla pancia del cavallo stanco di correre e di non giungere mai al suo destino; ora hai la testa all'ingiù come una clessidra vuota, pronta a raccogliere la terra che sfiori coi tuoi sottili capelli, e segni il tempo del tuo cuore che si è vestito da malconcio metronomo per l'ultima festa in maschera che, dietro l'angolo, ti attende…