sogni nel cassetto

IL CLEBBE CAP 6


– me guarda in faccia, quasi sorridente co quer pizzetto de capra che me viene vojia de strappaije a catenate.– va bene,  dimme che non sei stato tu oggi a rompere la ruota a mio zio.-lo so che mi sto giocando il tutto pe tutto, ma devo da tentà  e capì se la sincerità per lui conta qualcosa. Tempo ne avrò pe la vendetta! bolscevico de merda, è anche corpa sua se er crociato è venuto a rempermi le scatole.  – vorrei dirtelo, ma sono stato io. –inaspettatamente scoppia a ridere:- lo avevo immaginato, anche se mio zio se l’è cercata,  a te non ci ha pensato.-lascio cadere l’urtima carta:- senti a coso, te spiace se domani vengo a casa tua? Devo  parlatte de na cosa importante.-la parte del lecchino quando serve da boni risurtati, cor nemico nessuna pietà.– non portarti tutto il clebbe.-lo assicuro come na vecchia battona con lo scolo, - me conosci no? Vai tranquillo.-  “Il dado è tratto” disse uno na vorta, nun ricordo bene chi. Che  sia stato Cesare passando il Rubicone? Mannaggia a me mannaggia, se fossi andato a scuola, invece no! Da piccolo me piaceva d’annà a pesca de Ruelle pe le marane. Ammazza che forza che semo sti romani!     La casa de Valeria è na topaia pari a quella de mi padre, solo che è più lontana dal corso fetido che scorre tagliando in due la campagna. Tre misere stanze in tufo coperte da un tetto di lamiera arruzzinita. L’interno è pulito, leggermente profumato di lavanda. Andrea è in compagnia di una donna vestita come lui, vale a dire tuta in jeans, polacchette e camicia rossa a righine bianche. Mi sembra più brutta di Valeria.– vieni avanti, Andrea è in bagno. io sono Mara, la sua ragazza e sto per uscire.-  le rispondo sorridendo:- ciao, io sono Amedeo.-non allungo la mano, e neanche lei.  Mi guarda con sospetto, impaurita e anche arrabbiata.– tranquilla, non  ho cattive intenzioni, gli devo solo parlare.-le sfugge un sospiro di sollievo;- meno male, beh, allora io vado. Ci si vede, salutami Valeria. -  - ti saluto Valeria, -dico alla porta che mi chiude dentro. Sento lo sciacquone rumoreggiare e subito dopo Andrea mi raggiunge sorridente come sempre. Sta fumando una specie di pipa. Intuisco dall’odore che si tratta di marijuana. Mi sbrigo ad accendere una Muratti.  Lo immagino assuefatto a quella schifezza e non mi preoccupo, per la sua lucidità. Mi siedo sulla poltrona sgangherata e lui va ad occupare l’altra di fronte, vicine al camino spento.– allora di cosa devi parlarmi?-domanda sereno. Mi gratto la testa, ci ho pensato e ripensato tutta la notte, e la butto così alla lontana:- ma tu ci credi davvero in tutte queste fesserie politiche? Voglio dire, cosa te ne viene che vai a rischiare la pelle nelle manifestazioni e le risse di piazza?-sbuffa una densa nuvola di fumo giallo: -combatto per la libertà, l’eguaglianza e la classe operaia. Tu invece perché lo fai, se non credi nella svastica che porti cucita addosso.-da quella domanda dipende tutto er mi  futuro. Decido de giocà cor qualunquista.– se te dico che lo faccio pè sordi che me risponni?-  poggia sul camino la pipa ormai spenta;- che dallo spaccone che sei stai esagerando, oppure che tu sai qualche cosa che io non so.– ormai sono deciso,- mi fai tenerezza, tu i tuoi ideali, in realtà sai perché noi ci sbraniamo a vicenda? Perché qualcuno paga i partiti per istruirci a combatterci, come soldati, solo che i miei politici mi pagano, i tuoi da buoni stalinisti te la mettono nel culo, facendo leva sui tuoi belli ideali.-con grande sorpresa vedo che nun ride pe niente. Poi dice:- ecco perché alcuni compagni vogliono far fuori tutta la classe dirigente della politica italiana.-semo giunti ar dunque;- quanto questi tuoi amici sono disposti a mettere in pratica i loro propositi? – si morde le unghie pensieroso, e finalmente si decide a dire:- più di quanto immagini, sono pronti a sacrificare tutto per la causa.-me metto a ridere, -se io ipoteticamente dessi loro un deputato crociato cosa gli farebbero?-lui si alza, gli occhi fiammeggiano di atavico odio di cui mi sfugge l'intimo significato:- se ha commesso crimini contro il popolo sarà giustiziato. –mi sento rabbrividire;- tua sorella sa nulla di queste cose? –fa una smorfia;- scherzi? Lei è all’oscuro di tutto. Ora se vuoi qualcosa da me, deciditi a dirmi tutto. – cerco d'esse chiaro:- so stato incastrato da un fottuto politico crociato,  che ci paga per rompere più teste che possiamo alle vostre manifestazioni,  solo che a me non va giù, e neanche ai miei amici.   non possiamo liberarci de sto maiale da soli, ce vole quarcuno fori dar nostro giro, prima che ci ordina de tajià la gola a quarcuno de voi, allora si che sarebbero cazzi acidi pe tutti. –si fa ironico:- insomma voi sarvato er culo. -devo fare buon viso e cattivo gioco;- pe forza, non ho voglia de  diventà n'assassino e tu non hai idea con chi abbiamo a che fà. Deve da morì in modo da indurre i suoi a distruggere tutti i suoi e loro traffici, solo così abbiamo la speranza di salvarci, altrimenti un giorno o l’altro il nostro e tuo sangue scorrerà a fiume per le strade de Roma.-torna a grattarsi la testa;- cosa proponi di fare?-- dobbiamo consegnà er maiale ai tuoi amici senza essere coinvolti o sospettati della cosa, altrimenti nun ce sarvamo nessuno. –mi guarda serio in faccia e dice:- cosa c’entro io? Neanche lo conosco.-ammazzete, sarvanno mi madre che fio de mignotta che sò!- guarda caso, sei proprio tu col tuo gruppo il nostro prossimo bersaglio e non ci paga neanche bene per farlo.  Hai visto quanti energumeni in palestra? Non vedono l’ora di rompervi le ossa per qualche centone extra.- l’ho convinto, Andrea ha capitolato.– va bene fratè, studiamo sto piano. Ma sia chiaro che lo faccio pe mi sorella, tu me fai sempre schifo-    Era fatta, due a zero palla al centro. - Nuntè preoccupà, anche io lo faccio pe Valeria. A cognà ma ndò lo trovi nantro bono come me?