sogni nel cassetto

L'ELEMOSINA


La neve spinta dal vento giocava brutti scherzi alla creaturina rannicchiata all'angolo fra via dei tigli e dei ciclamini, stretto stretto nei suoi vestitini cenciosi dietro la canna fumaria del vecchio palazzo assorbendosi il tenue tepore dei fumi di scarico che salivano dalla caldaia, resistendo al nevischio che gli girava intorno creando artificiosi mulinelli, vicino all'orecchie e al naso rosso semicongelato. la ciotolina a terra era semisepolta di fiocchi bianchi e gelidi simili al polistirolo, leggeri e dispettosi gli entravano nelle narici e a volte ne respirava una boccata fredda, elettrica. Un passante fece tintinnare qualche moneta, che lui si sbrigò a raccogliere dal piccolo contenitore, un coperchio appartenuto tempo addietro a una meravigliosa scatola di biscotti,  e rigraziando il gentile passante con voce flebile; - Grazie gentile signore, che Dio la benedica -  una donna di mezza età grassottella e ben trincerata nel cappotto di fustagno beige fece da eco  elargendo al piccolo una banconota da cinque euro, - quanto è vero, a Natale siamo tutti più buoni, capirai, ho un nipotino quasi come te. come ti capisco li al freddo, non hai una casa dove andare? - no gentile signora, non ho una casa, potrei venire a giocare col suo nipotino? - la signora affrettò il passo senza rispondere, un pò imbronciata, mormorava tra se - proprio vero, vai a far del bene a questi straccioni di stranieri. Gli dai una mano e pretendono tutto il braccio -.  Per l'avvenire si promise di stare più attenta a chi faceva l'elemosina, anzi forse era meglio non farne più - si meglio far finta di non vederli... appena finisce il Natale -.