rondini e marmotte

pausa pranzo


La depressione avanza.Nemmeno al colloquio per l'autogrill mi han presa.C'eran 20 posti. Alla selezione io, 3 persone normali e 20 casi sociali.Quando mi fermerò a prendere un caffè a Val trompia nord alle 6 del mattinoe mi daran il resto sbagliato, avrò tuti i motivi per incaxxarmi come un gatto.E le giornate qui in ufficio scorrono inesorabili, per fortuna non lente, ma tutteuna uguale all'altra, silenzio, isolamento, le streghe ce l'han a morte con meperchè sanno che me ne andrò. E che fuori di qui sono certo più felice di loro.Che sfogan le loro frustrazioni guardando su you tube video del GF o sputtanandocome si veste questa o quell'altra. MI odiano e quasi non mi da più fastidio.Ma in pausa pranzo fuggo. Io con la mia vaschettina di avanzi, perchè i soldison soldi, cerco un angolo di verde e di pace ai margini di questo caotico quartiere industriale affacciato sulla statale in cui lavoro.Finalmente ho trovato, vagando a caso, un parchettino nascosto, IN PARTE a unachiesa, dimenticato da dio, una via frequentata solo da residenti e ciclisti immersa nella campagna e nel silenzio. Quello sano, e fresco, che sa di erba tagliata edi primi fiori, di canti di fringuello e codirosso. Non quello carico di odio e tensione ecattiveria gratuita di cui mi ricoprono qui dentro.Oggi per tornare in ufficio ho fatto una strada alternativa. Ho scoperto che poco lontano di qui c'è il greto del fiume. Ambiente in cui sono cresciuta come naturalistae a cui lego milioni di ricordi.Con la coda dell'occhio, lo giuro, ho visto correre verso lo scheletro di un pioppo abbandonato dalla piena un Occhione. Si proprio lui.
No, questo però non è un occhione.Son due romantiche Canapiglie, maschio e femmina.Le anatre più insignificanti, le mie preferite.(foto da fotofilo bresciano)