peripezie mentali

SuRrOgAtI


Pensavo a quelle persone che nascono, crescono si accoppiano e si riproducono senza mai spostarsi dalla via dove sono stati (magari anche) concepiti. E pensavo quanto si devono sentire a casa in quell’unico piccolo spicchio di mondo stra conosciuto e calcato mille e più volte dalle loro suole.Immagino....la stessa edicolacon la vecchia signora con le meches biondastre che non si ricorda mai  cosa studi lo stesso bar con la stessa barista tettona che fa sempre il solito stesso caffè un po’ troppo lungola stessa farmacia che qualche volta chiude un occhio alle ricettelo stesso panettiere che ti mette via il filone per la stessa solita ora                                                                immaginocome si devono sentire tranquillimano nella mano la solita domenica passeggiano per il centro città col fidanzato,che abita nel quartiere vicino e poi mi passa subito un brivido gelido lungo la schienaun senso di inadeguatezza accompagnato ad un scatto di superbia e ho realizzato ,che come dice Capossela,( nella canzone che forse state ascoltando se avete le casse accese..)che io non ho mai avuto tutto questo.Non che non abbia potuto.Semplicemente,non ho mai voluto.O per meglio dire volendo essere polemici,non ci sono riuscita, ecco. Non sono mai riuscita a uscire con “un gruppo”, ad avere una comitiva, perché non volevo uscire con 5-6 persone che mi stavano sul cazzo solo perché magari ero amica di una di queste.Non sono mai riuscita a sentirmi bene, tranquilla, in pace in una casa.In un postoIn una città Non sono mai riuscita a sentirmi parte di una categoria Fighetta?no. ma neanche di quelle sciatte sinistroidi senza trucco.Intellettuale?no, perché nel tempo libero leggo Eva tremila.Di destra?no perché ognuno si deve sposare e scopare chi gli pare a prescindere dal sesso.Di sinistra?no perché ordine e pulizia. Discoteca?no neanche in piazza in piedi a ciarlare.materialista? no perchè non mi ineterssa accumlare ,mostrare,ostentare spirituale?no perchè mi piace vestirmi per benino,avere una bella casa,bere il vino, ubriacarmi,sporcarmi parecchio.... Mai un’etichetta che mi si possa appiccicare ber bene fino in fondo in questa mia pellaccia  Non riesco proprio a sentirmi parte di qualcosa completamente.Non UNA COSA.E a volte ,come la maggior parte delle cose che fanno parte del mio cazzo di modo di essere,bè a volte mi pesa porca troia.Non avere il mio baretto,la mia stradina,la mia domenica al centro,e più di tutto quel senso di pace e serenitàche vedo solo negli occhi di chi non vede e di chi non sente.Meglio ?Peggio?Bah. Passa il brivido gelido lungo la schiena.E questa volta lo accompagna uno sguardo d’invidia.Troverò mai un posto da chiamare casa? Non lo so,ma intanto che lo cerco ,IO VIVO
  *** ( e intanto questo è un bel surrogato…)***dedicato ,come spesso accade, agli zingari di cuore e ai selvaggi