1,nessuno&centomila

Groviera.


Tre amiche a cena che parlano del più e del meno, S. che racconta i suoi 3 mesi di Erasmus in Portogallo, V. che racconta uno strambo sabato sera e io....assente, completamente.Quella sensazione che non se ne vuole andare.Continuo ad abitare in questo mondo tutto mio.Ho chiuso le porte e stavolta non riesco a far entrare nessuno.Domani Ale si laurea e io non riesco a stargli vicino, mi ha chiamata poco fa, non riesce a dormire ed è nervoso, quasi non gli avrei risposto. Gli voglio bene, infinitamente bene, è forse il migliore amico che ho, ma non voglio sentire nessuno. Nessuno.Nessuno sa che ti ho rivisto anche se, chi mi conosce bene, se n'è accorto.L'ultima sigaretta prima di andare a dormire, come sempre in macchina, stavolta nel tratto di strada tra casa di S. e casa "mia".Fumavo i pensieri, non la sigaretta.Mi frullava in testa di tutto, di chiamare qualcuno per trovare il tuo numero e chiamarti all'una di notte di un mercoledì qualunque solo per sentirti respirare, di venire a cercare casa tua, suonare il campanello o tirare sassi alla finestra per dirti chissà che...Avevo dimenticato quanto tutto questo lacera dentro.Era quasi un anno che non sentivo la tua voce e ritrovarmi all'improvviso seduta al tavolo di un bar a prendere un aperitivo con te....è stato troppo, anche per me.Fingo, ma non ci riesco, non sono mai stata brava a dimenticarti. Ogni volta che "ritorni" entri nella mia vita spalancando ogni porta, soffiando via la polvere e riempiendola di colori. Non devi fare niente, solo sorridere. E la testa mi scoppia a forza di provare a non pensarti. Ogni volta è un rimettere tutto in discussione, o meglio....è capire che aver messo tutto in discussione non aveva senso.E' così evidente che passa quasi inosservato. Ti amo. E sono 5 lettere che uso solo per te. E ricordo la notte in cui te l'ho detto sotto quel temporale e poi i tuoi baci e poi più niente.Ti amo. Non so quando l'ho capito, forse il giorno in cui, poggiato a quell'albero, me l'hai fatto notare. Ci conoscevamo da quanto? Due settimane? Oppure è stato quell'ultimo giorno d'ottobre in cui volevi portarmi via, portarmi lontano, perchè doveva pur esserci un posto in cui noi due potevamo stare insieme....La sera in cui mi hai detto "ricominciamo....riproviamoci, davvero, io e te...." te la ricordi? E l'ultima volta che ci siamo baciati, fuori a quella discoteca.Non lo so, forse è stato nell'attimo esatto in cui ti ho visto per la prima volta, le tue prime parole per me sono state "tu mi stai sul cazzo". E il tuo dito indice contro il mio naso.Io di te non sento la mancanza, sento la presenza ed è questo che, forse, mi fa stare più male.E non mi importa di qualche chilo in più o dei capelli che cominciano a cadere. Ti amo. E credo di non averlo mai scritto tante volte in vita mia. Ti odio per tutto l'amore che vorrei darti, per tutte le cose che non ti ho mai detto o che non abbiamo mai fatto insieme. Ti odio o, almeno, lo vorrei. Non so se ci si può rassegnare ad un sentimento, io mi sono rassegnata ad amarti, non riesco a smettere, è qualcosa che viene da solo, ha vita propria ed è dittatore dei miei pensieri. Ed è una dolce malinconia, che a volte mi fa scoppiare a piangere all'improvviso, a volte a ridere, a volte non riesco a mangiare, a volte lo faccio fino a scoppiare. Ho gli sbalzi d'umore che si hanno dopo poco tempo che finisce una splendida storia d'amore.La nostra storia non è mai nè iniziata nè finita. E' sospesa, da anni.E' come un velo lieve che copre il mio sole o forse è il mio sole e quel lieve velo è tutto il resto della mia vita che perde sempre più importanza.Il mio cuore è diventato una groviera dopo tutti i colpi che gli hai dato.Razionalmente so tante cose: che sei fidanzato da 9 anni, che in fondo non so nemmeno chi sei, che sei un semplice amore adolescenziale, che forse è stato tutto nella mia testa.....lo so, so tutto.Ma istintivamente......correrei da te e ti chiederei di sposarmi. Chi di voi mi conosce capirà l'assurdità delle mie parole...io che non credo al matrimonio, che non credo all'amore, che non credo a niente.Ma è questo quello che provo, con ogni più piccola e infinitesima parte del mio corpo e della mia anima.