1,nessuno&centomila

Post N° 671


Vivo in un mondo tutto mio dove chiamo invidia la gelosia e scrivo invece di parlare.Non ricordo nessun addio preciso, solo dei cambiamenti di ruolo delle persone nella mia vita.Non sono fatta per i tagli netti, li vedo come qualcosa di traumatico.Perchè l'abbandono è diverso dalla parola "addio".Ogni tanto penso al passato e ci scrivo un post.Ogni tanto penso a ieri e mi appunto due parole che poi cancello ripassandoci sopra con la penna e facendoci dei cerchietti, come fosse un uragano.Ogni tanto penso a domani e ho un po' d'ansia e di paura.Ogni tanto penso che il presente me lo gioco così... a pensare e scrivere di cose che ormai non ho più o che ancora non ho avuto mai.Ma la voglia e il bisogno di scrivere non si placa e mi investe e riempio la stanza di musica e di fantasmi.Li guardo sfilare, andarsene e ritornare.E sorrido e poi incurvo le labbra all'ingiù scordandomi già per quale pensiero o ricordo.E ti voglio e ti perdo e non ti cerco e poi mi manchi e forse basterebbe poco, troppo poco o moltissimo per riaverti qui.Questione di tempi e distanze?5 km o 500lo stesso pensiero li annulla e uno diverso li moltiplicaallora è una questione di sintoniadi intesad'attrazione?E ogni giorno indosso un nuovo abito da suora o puttana, ogni minuto cambio idee e umori al ritmo dei respiri lenti dei sogni che ho fatto.E sento lo stomaco mentale brontolare e compenso l'amore che non ho vissuto mai con una fetta di inventiva e fantasia, spirito d'originalità.E megalomanicamente penso ci sia qualcosa di geniale nella mia follia.Metto in fila tutte le parole che conosco e sparo all'impazzata, di quelle che rimangono cerco di farne frasi di senso compiuto.E non rileggo mai quello che scrivo per non capirne il senso profondo e la tristezza, per non cogliere più sfumature e particolari di quanti ne vedo già.Ingoio parole di canzoni provando a dimenticarle non pensando che in questo modo rimarranno sempre dentro di me e me le vedo tatuate sulla pelle in una sera d'estate.Ho sul cuore la cicatrice di quella sera in cui son scivolata su quei 7 scalini e anche allora parlavo di canzoni e tu hai sorriso e tutto è diventato colorato.Poi qualcuno m'ha ritinto le pareti del mondo di grigio dicendomi fosse amore e io ho continuato a guardarti di nascosto al tavolo del pub dove son cresciuta e dove ora non ho proprio più voglia di andare.Adesso invece i colori sono sfumati, nessuna tinta forte perchè, per una modesta e contraddittoria come me, sarebbero troppo appariscenti e a me piace rimanere nell'ombra a cercare di capire cosa c'è poco più in là, sotto la luce.E annuso ogni cibo prima di mangiarlo e ho teorie perfino sull'insalata: è insapore come l'acqua.Bevo solo acqua liscia, le bollicine mi fanno arricciare il naso.Come tutti, quando guardo la pioggia che riga i vetri, mi viene un pizzico di tristezza e ripenso a quando sotto lo stesso cielo la stessa pioggia batteva sul tettino di una macchina che dondolava leggermente.Sono una persona comune e mi illudo di essere speciale"...E' stato un solco tracciato all'improvviso senza certezze senza prudenza nell'annuciarci d'istinto e di stupore in un crewscendo che ha dell'irregolare frse l'attesa ci ha visto troppi soli forse nel mondo non sapevamo stare così distanti ad aspettarci ancora, così prudenti così distanti...."SubsonicaL'immagine mi somiglia: si faccia una domanda e si dia una risposta....