1,nessuno&centomila

Post N° 764


Sono stanca di questo gioco, di questo rincorrersi e scappare, del tentare di dimostrarsi chissà che.Che siamo due emeriti stronzi ormai si è capito.La verità è che stavolta forse mi sarei fermata, almeno il tempo di lasciarmi prendere in giro un altro po' o di vedere la tua faccia stupita mentre ti dico "sono stata con un altro" che tanto tutta la mia vita è sempre stata una menzogna.Il fatto è che le tue bugie mi piacevano, soprattutto il modo in cui le raccontavi: passandomi le mani fra i capelli, citando poeti e filosofi, scordando sempre la frase più importante, senza mai chiedere scusa, guardandomi semplicemente con quegli occhioni da cerbiatto che lasciavano intravedere un'ombra di pentimento.Sapevamo che ci bastava solo salire quelle scale e accendere una candela per dimenticare tutto.Non so come facevo ad apparire così fredda e distaccata se poi tornavo qui e scrivevo chilometri di frasi soloper descrivere un tuo gesto.Dal canto tuo non riuscivi a vedere i miei goffi tentativi di lasciarti muovere qualche passo nel mio piccolo mondo.Tu mi ci hai tirato dentro quasi a forza anche se dentro c'ero già per metà.Mi spiace di non essere venuta alla prima della commedia.Mi spaice non averti avuto accanto al tributo a De Andrè, me ne stavo seduta sola al tavolo a guaradre i miei amici cantare e suonare mentre fuori la città affogava per la pioggia.Quasi odiavo i tuoi messaggi in segreteria alle 2 e mezzo di notte, mi facevano venir voglia di riprendere la macchina e raggiungerti, dovunque mi trovassi, dovunque ti trovassi. Eppure raramente lo facevo, preferivo lasciarti in bocca il sapore dell'assenza che quasi puntualmente colmavi con un'altra lingua in bocca.Poi il giorno dopo mi raccontavi la serata piena di particolari divertenti e alla domanda "e tu cosa hai fatto?"  rispondevo un vago "niente di che...".Più di una volta abbiamo fatto l'amore per tutta al notte e lasciandoci poi all'alba tornavo a casa col dubbio se fosse un addio o un inizio.Ma parlarne no, ero troppo spaventata dalla dipendenza sviluppata per l'odore della tua pelle e tu.. e tu chissà... dicevi che io non mi lasciavo capire e forse era anche vero, tu non eri certo da meno.Una canzone dei 99 posse parlava di "un imprevisto prevedibile" forse eri questo.Poi la mia lettera su un foglio a quadretti grandi e la tua su righe ordinate.4 pagine di confessioni con tanto di nomi e poi "i momenti più belli e intensi..." etc etc etc...Te la fai con una diciassettenne e di notte al pub mi dici "ti odio" perchè non ho fatto niente.Scappo... come scappi tu...è più facile rifugiarsi in braccia che si aprono e chiudono a nostro piacimento piuttosto che dover lottare e desiderare ogni abbraccio.Il tuo invito a cena.Il mio invito a cena.Il tuo farti trovare sotto casa mia e rubarmi un bacio mentre parlo al telefono e non me l'aspetto e poi davanti al portone "posso baciarti?" e guardare su e trovare mia nonna in finestra e sentirmi un'adolescente inesperta e dirti beffardamente "no, non qui, non vedi che è pieno di gente?" e riderti in faccia lasciandoti andare.E di nuovo inviti a cena.Poi al cinema e le non risposte, poi gli squilli sul telefono la mattina andando a lavorare, le telefonate dallo studio e "vienimi a trovare".E tutte le volte che ho deciso di smettere           e poi ho ricominciato.