1,nessuno&centomila

Post N° 887


non lo so se vi capita mai di rimanere in disparte e guardare tutti da fuori.I resti del pranzo ancora sulla tavola e la mia sedia in fondo, vicino al mobiletto del telefono. E tutti parlano e sorridono, glia rgomenti son sempre gli stessi, banali e sconclusionati.Guardavo mio padre e mi rendevo conto di quanto è invecchiato, di come ho perso il formarsi di tante sue rughe in questi anni che non abitiamo più insieme e poi mia sorella che cresce a vista d'occhio e che è una bambina tremendamente insicura e con gli occhioni marroni che non ricordano nessuno della mia famiglia. Mio nonno cammina male e non sente praticamente niente, voleva tornare a casa per riposarsi, ma alla fine è rimasto a guardare una televisione muta. Provavo a ricordare un Natale passato con mia madre, ma è trascorso forse troppo tempo o forse, semplicemente, non c'era proprio niente da ricordare.E' che mi sento sempre fuori luogo insieme ai parenti.E sentirsi un pesce fuor d'acqua per una come me che ama visceralmente l'acqua è qualcosa a cui non ci si abitua mai.E così li guardavo da lontano, cercando un qualche collegamento o somiglianza tra me e loro, qualcosa per sentirli più vicini ma, a parte la componente genetica, non sono riuscita a trovare niente.Ed erano buffi nei loro gesti quotidiani, nel loro modo di appoggiare le forchette sul tovagliolo o di passarsi piatti  e condimenti, nel loro scambiarsi inutili informazioni e pettegolezzi.Erano buffi con le loro pance gonfie e le bocche sporche.Non che io mi senta migliore di loro, mi sento semplicemente diversa.A volte ho come l'impressione che mi abbiano sradicata dal mio luogo di origine e ripiantata qui, senza nemmeno stare attenti a coprirmi bene di terra o ad innaffiarmi.
E lo so che l'avrò postata almeno 4 volte, ma...questa canzone è perfetta.Canzone della triste rinuncia.Le luci dentro al buio sono andate via e l' allegria comprata è già sparita, il giorno dopo è sempre la malinconia che spezza la magia di un' altra vita. La forza che ti lega è grande più di te, l' anello al collo si stringe sempre più: non dare più la colpa al mondo o a lei per la rinuncia triste a quello che non sei... Lo sai cosa vuol dire stare giorni interi a buttar via nel niente solo il niente; fai mille cose, ma sono sempre i tuoi pensieri che scelgono per te diversamente. Son stanco d' aver detto le cose che dirò, di aver già fatto le cose che farò, ma è tardi, troppo tardi, piangere ormai sulla rinuncia triste a quello che non fai... Credevo l' incertezza possibilità e il dubbio assiduo l' unica ragione, ma quali scelte hai fatto in piena libertà: ti muovi sempre dentro a una prigione... Non è la luce o il buio né l' ero ed il sarò, non è il coraggio che ti fa dir "vivrò", è solo un' altra scusa che usare vuoi per la rinuncia triste a quello che non puoi... Non voglio prender niente se non so di dare, io e chissà chi decidono ciò che posso, non ho la voglia o la forza per poter cambiare me stesso e il mondo che mi vive addosso... E forse sto morendo e non lo so capire o l' ho capito e non lo voglio dire, rimangono le cose senza falso o vero, e la rinuncia triste a quello che io ero...Francesco Guccini.