1,nessuno&centomila

Post N° 912


Era come se stessimo per andarcene. Quell'attesa di momenti da vivere appieno. Contarsi le ore che ci separano sulla punta delle dita e poi dimenticarsene chiudendo la porta. Come fosse sempre mezzanotte: l'attimo esatto in cui si annulla il tempo, non è ieri e non è nemmeno oggi, si rimane semplicemente sospesi in una bolla d'aria, dura solo un minuto ma dentro lo senti che è l'eternità.Come non ci fosse futuro e la vita iniziasse e finisse tra quelle braccia.Chi non vivrebbe al meglio la propria vita se ne conoscesse già l'inizo e la fine? Nessun attimo da sprecare in assurde paranoie o inutili domande, nessuna scelta da fare, solo vivere.
Era come se stessimo per andarcene.E il tuo odore ormai era sottopelle, era quello che afferravo e possedevo senza averne mai abbastanza, senza averlo mai davvero.E quando entrava l'alba dalle finestre la guardavamo stupiti come se c'accorgessimo solo allora d'essere ancora nella realtà.Rimanevo a guardarti respirare come se non lo sapessi fare e dovessi imparare, poggiavo la mano sul petto e la lasciavo dondolare al ritmo che eri tu a scegliere.E sentivo qualcosa battere.Non lo sapevo che avessi un cuore, non sapevo nemmeno io d'averne uno.Me ne sono accorta la notte in cui mi son trovata le guance bagnate di lacrime non mie.Avevi paura anche tu allora di quella tremenda semplicità nell'entrare l'uno nell'altra.[perchè al mondo esistono luoghi che non si possono vedere se non cadendoci dentro, proprio quando non si riesce più a distinguere due respiri da uno solo.perché è quello stesso mondo che allora scompare e al suo posto arrivano i sensi che non credevi di saper usare: come mani per vedere e occhi per toccare.e la pelle è solo qualcosa da regalare chiudendo gli occhi nonostante sia buio.Perché nessun attimo si ripete uguale e allora è come se fosse l'ultimo e appena vissuto l'avrai già perso, rimarrà solo il suo sapore mentre passi la lingua avida e lenta sulle labbra.]E lui se ne andò restando.E lei gli regalò un altro brivido e poi decise che era arrivato il tempo di partire, era già rimasta troppo a lungo.Lui le mise tra le dita un sospiro sapendo già cosa lei c'avrebbe fatto: l'avrebbe indossato.In cambio avrebbe rivoluto le sue lacrime, ma lei non sarebbe mai stata capace di restuirgliele, allora s'arrese all'evidenza d'aver perso la migliore battaglia che aveva mai combattuto.Sconfitto e vincitore.Erano stati tutto e il contrario di tutto, un'altra sigaretta, prima che ritorni la realtà.