1,nessuno&centomila

Post N° 974


Di preciso non so cosa vorrei,magariuna spiaggia da lasciar passare tra le dita, granello dopo granello contando secondi e pensieri.Un po' di sole tiepido per riscaldarmi il viso e le parole che non ho mai detto che si son congelate sotto l'armatura.Perché non son stata capace di dirti quanto mi piace quando sorridi socchiudendo leggermente gli occhi e ormai non regge più la scusa che certe cose non si possono descrivere o spiegare, per condividerle basterebbe un gesto o uno sguardo invece di rimanere immobili a pesare i pro e i contro con la paura di sentirsi ridicoli.Fragile e ingombrante, come un enorme vaso di cristallo dove nessuno mette fiori recisi da lasciar vivere in acqua ancora qualche giorno e poi buttare via.Carnefice. Mentre fuori arriva un'altra primavera.Chissà quand'è -e se- ci s'accorge d'esser vivi e di potersi muovere e ridere e urlare e correre, chissà se il cuore d'improvviso ritornerà a battere.Sarei voluta rimanere lì, a guardare il sole rossarancione di un altro tramonto e le nuvole rosa per chissà quale gioco cromatico, fermarlo lì, a metà del suo morire e non perdere più nemmeno un minuto, nè averne altri, rimanere semplicemente sospesi, come un punto esclamativo che invecchia e curvandosi diventa interrogativo.E' forse il tempo, allora, a portare domande?...."Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente come se il tempo per noi non costasse l'uguale,come se il tempo passato ed il tempo presente non avessero stessa amarezza di sale.Tu non sai le domande, ma non risponderei per non strascinare parole in linguaggio d'azzardo;eri bella, lo so, e che bella che sei; dicon tanto un silenzio e uno sguardo.Se ci sono non so cosa sono e se vuoi, quel che sono o sarei, quel che sarò domani...non parlare non dire più niente se puoi, lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani.Non andare... vai! Non restare... stai! Non parlare... parlami di te!Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse, trascinate dai giorni come piena di fiumetante cose sembrate e credute diverse come un prato coperto a bitume.Rimanere così, annaspare nel niente, custodire i ricordi, carezzare le età;è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente del diritto alla felicità?Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perché? Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?Esser tutto, un momento, ma dentro di te. Aver tutto, ma non il domani.Non andare... vai! Non restare... stai! Non parlare... parlami di te!E siamo qui, spogli, in questa stagione che unisce tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove;non so dire se nasce un periodo o finisce, se dal cielo ora piove o non piove..."Francesco Guccini-canzone delle domande consuete-