1,nessuno&centomila

Post N° 987


Ragnatela.
Ci son momenti tanto belli quanto semplici, momenti in cui la capacità di percezione si limita e concentra su pochi centimetri quadri. Le dita si muovono appena sul cotone bianco della camicia a quadri, appena per paura di romperti, per paura di vederti svanire. Tu invece stringi più forte, ma solo un po', ti avvicini: petto contro petto e vorrei rallentare il cuore perchè lo so che riesci a sentirlo ed è vergognoso il modo in cui corre e batte, nemmeno fossi una ragazzina che balla il suo primo lento col ragazzo dei suoi sogni.Dovremmo sentirci sciocchi a ballare in questo angolo di discoteca con tutti gli occhi puntati addosso e io che continuo a dirti "che onore ballare col dj..."e non riesco a trovare una frase ancora più idiota e forse nemmeno c'è. E intanto cerco di scoprire il tuo odore, di raccogliere le idee e provare a comporre qualsiasi frase di senso compiuto invece riesco solo a respirarti, invece provo solo a cogliere ogni piccolo particolare ed imprimerlo su un quadro di base già confuso, a trovargli un posto e poi spostarlo, e la canzone sfuma e io dico "finita" e tu riprendi il microfono e poi lo allontani dalla bocca e parliamo ancora di non so cosa, per non so quanto. "sono timido" e io ti guardo quasi ridendo-se sapessi, se solo sapessi quello che ho dentro in questo momento- "lo so che non sembra a vedermi così, ma sono timido davvero, molto timido" ed evitare di dirti che in fondo si vede, nonostante il lavoro che fai "anch'io lo sono...ma credo che comunque anche le persone più timide abbiamo un campo in cui non lo sono, in cui diventano 'animali', te per esempio" e sentirti urlare in quel microfono e poi toglierlo di nuovo dalla bocca "e tu?" e io non ce l'ho un campo in cui mi sento sicura, in cui non sono timida, i baci forse, si vorrei dirti che sono i baci il mio campo o forse lo scrivere "la scrittura" urlo mentre Massimiliano se la ride guardandoci e alza ancora un po' il volume, "o forse no, scrivo ma mi vergogno di far leggere quello che scrivo" "forse perchè si tratta di persone che conosci" "ma no...in fondo nello scrivere una persona tira fuori dei lati di sè che non mostra a tutti, che la maggior parte delle volte cerca di nascondere quindi anche se la persona che legge è uno sconosciuto mi sentirei comunque giudicata" "hai ragione in fondo, forse sarebbe anche peggio..." e poi scoprire di fare lo stesso lavoro, nella stessa città e poi ancora quel microfono e poi devi per forza rientrare in cabina che sei già stato fuori troppo tempo e poi giovedì questo caffè e poi la scuola di musica "ah sì.. ho capito...io conosco la segretaria...la mia amica ogni tanto la sostituiva anche nel gruppo, lei fa la cantante" "sì...infatti oltre a fare la segretaria lì studia anche canto..." e cercare di trovare ogni più piccola cosa che possa unirci, ogni tratto di filo che collega sembra d'oro per me, come se cercassi di tessere una ragnatela e volessi farti cadere proprio nel mezzo, imprigionarti e non lasciarti più andare da quella prigione dorata, sequestarti se non c'è un altro modo per trattenerti."Perchè piccolo potresti andartene dalle mie mani..."