1,nessuno&centomila

Post N° 1061


 Alla fine la vita è tutta una questione di tempo-i, bisogna cogliere gli attimi, capire qual è il momento giusto. Quando ti ho incontrato avevo troppi frammenti di vita e di cuore da rimettere insieme e anche tu, in fondo, avevi pezzi da ricollocare in ambiti diversi, insieme avevamo tutte queste schegge che inquinavano e graffiavano il rapporto ad ogni più piccolo movimento. Quelle abrasioni ci spaventavano e ci eccitavano con la stessa intensità, ma avremmo dovuto uscirne prima o poi. Sapevo che non sarebbe stato indolore, sapevo che non sarebbe stato un processo a breve termine. Forse non avrei dovuto aspettare che le lacerazioni diventassero piaghe difficili da curare. Era già finita molto tempo fa, ma continuavamo a trascinarci dietro questo scheletro di relazione che solo qua e là aveva piccoli brandelli di pelle-ricordi di cose fatte insieme, di cose ancora da fare, di interessi comuni, di desiderio di respirarsi e possedersi, di incuranza per le conseguenze o il domani. Tu che dicevi di giustificare a fatica le tue scelte e io che speravo che un giorno saresti tornato, senza mazzi di fiori o anelli di brillanti, solo con un bagaglio di parole e carezze da svuotare. Invece, con quelle stesse parole, ci siamo mentiti, illusi, traditi, presi in giro, feriti. Sabato ho capito. Ho capito che i nostri tempi non si sono mai incontrati, che siamo troppo similii per riuscire a trovarci a metà strada tra le nostre insicurezze e il nostro orgoglio, che non avremmo mai potuto fidarci di un sentimento nato e cresciuto in quel modo. Praticamente questo blog parla solo di te e ogni tanto lo sfoglio pagina per pagina per riuscire a ricordarmi anche il male che troppo spesso dimentico. Perchè di te ricordo solo le giornate d'estate passate su un'amaca o su una barca rovesciata al sole, le notti stellate in un casale in mezzo ai noccioli, il telefonino acceso per farci luce salendo le scale a chiocciola, le commedie teatrali nel tuo dialetto, i libri letti e consigliati, prestati, condivisi, le feste del vino con i bicchieri di plastica pieni fino all'orlo, le pizze a metà, i film seduti nella fila di mezzo del cinema, le passeggiate mano nella mano per il botgo medioevale. Troppo spesso non penso ai tradimenti, a tutte le volte che sei arrivato mano nella mano con un'altra, alle cene saltate, ai programmi di viaggi mai andati a buon fine, alle infinite chiacchierate sui divanetti della discoteca quando arrivavo e ti beccavo con un'altra, a tutte le volte che mi è squillato il telefono e mi sono allontanata per rispondere perchè anch'io, come te, avevo altre storie. Troppo spesso non penso a tutti i momenti in cui non ci sei stato, in cui forse non ti ho voluto, a tutti i problemi che un anno non abbiamo condiviso, ai chiarimenti che non abbiamo mai avuto. Finisce qui, col mio messaggio di ieri, e tu sai quanto mi piace avere l'ultima parola. Tu te n'eri già andato un anno e mezzo fa, io ho indugiato forse troppo a lungo su quella porta socchiusa: è ora di chiuderla.P.S. L'immagine è mia, l'ho scattata ieri pomeriggio a lavoro. E' il corridoio che percorro per andare al bar dell'ospedale, allegro vero?