1,nessuno&centomila

Post N° 1075


Ri-costruzione
Il fatto è che le tue parole avevano tutti quei colori accessi che quasi davano fastidio agli occhi ed era impossibile non ascoltarle. A lungo andare i colori erano forse un po' sfumati o forse erano i miei occhi ad essersi abituati.Le cose finiscono quando noi ne accettiamo la fine, non quando finiscono nella realtà, nel mondo esterno.Ci sono giorni che dimentico pure d'averti conosciuto e giorni che credo di doverti ancora incontrare. Altri invece, semplicemente, ti ricordo.Alle sette ero in piedi al centro della cucina verde a raccontare -con l'odore di asparagi che dalla padella mi insidiava le narici-. Raccontavo di te e di me - ché di noi non si può parlare - e raccontando riuscivo a vedere nitidamente gli errori reciproci e i vuoti che continuavamo a lasciare senza nessuna intenzione o capacità di riempirli.Non mi manchi tu, mi mancano le sensazioni: sentir scorrerere la pelle sotto i polpastrelli, impigliare le dita fra i capelli e quell'odore. L'odore dell'estate che arriva ed entra dalle finestre, l'odore dell'estate inoltrata che ti fa sudare anche nudo e immobile su un letto, l'odore della mia pelle dopo un giorno di sole e di lago, dopo un tuo tocco, l'odore di un respiro sul viso, di un bacio inaspettato, l'odore di quella maledetta stanza.Ci credi che è quell'odore che non riesco a dimenticare? A volte carichiamo così tanto le cose di un'importanza che non hanno che poi è difficile scinderle di nuovo.La verità è che mi manca sentirmi fragile e vulnerabile, indipendentemente dal fatto che non lo davo a vedere. Me ne resto di nuovo qui impermeabile al mondo intorno e non c'entri tu, sono io che ogni tanto mi spengo.