1,nessuno&centomila

Post N° 1184


Certe volte non ha importanza quanto le persone rimangono nella nostra vita, quello che forse conta è il modo e noi avevamo un modo tutto nostro di rincorrerci e scappare.Ogni incontro era come una battaglia da vincere, un obiettivo da raggiungere.Ce ne stavamo nel nostro spazio attenti a non invadere quello dell'altro e poi all'improvviso c'era quella strana fusione di mondi e visioni, di pelle e pensieri che faceva paura tanto era intensa.Ancora adesso non so se avrei dovuto arrendermi o combattere di più, non so quale delle due cose ti avrebbe fatto restare, tornare o avrebbe solo accelerato la dipartita.La verità è che non ero preparata a uno come te, mene stavo nel mio guscio di apparenti certezze e punti fermi e invece a te è bastato un attimo per far crollare tutto, avevi quel sorriso innocente e ingenuo, quel modo di vivere come se tutto fosse leggero, quella passione contagiosa per ogni forma d'arte, per ogni più piccola espressione della natura, guardavi i tramonti come fossero un quotidiano miracolo, te ne stavi lì a bocca aperta guardandomi negli occhi, seguendo i contorni del mio viso coi polpastrelli chiedendomi da dove venissi come se anch'io facessi parte di quel miracolo e ogni sera me ne andassi lasciando posto alla luna.Io ti guardavo allo stesso modo, ma stavo troppo attenta a non fartelo notare, cercavo di nascondere in tutti i modi l'emozione che provavo per una tua semplice telefonata, per il modo in cui prendevi in mano una penna disegnandomi su un fazzoletto la piantina della tua nuova stanza, per il modo in cui all'improvviso mi prendevi per mano e iniziavi a correre e ridere come un pazzo ubriaco di vino e -dicevi- di me.Sembravi fragile a volte, quando chiudevi le mani per trattenere le parole che avresti voluto dirmi, altre invece cadevo nella tua rete di discorsi e citazioni chiedendomi se tu fossi la stessa persone di qualche attimo prima, quella che guardava fuori dai vetri e immaginava un mondo diverso, che coglieva ogni più piccola sfumatura di colore e ogni più stravagante particolare.Quando guardo il cielo spesso ho ancora l'impressione che ci sia il tuo dito puntato ad indicarmi le costellazioni, a disegnarmele con gesti ampi e buffi, ti sento perfino ridere come quella notte in cui quasi cadevi per le scale a chiocciola.Rimanevo a guardare il tuo viso allungato attraverso il vetro di un bicchiere quasi vuoto di vino mentre tu giocavi col tovagliolo e le briciole sul tavolo, raccontando di viaggi e concerti.C'è stato un momento in cui ho creduto davvero che due come noi potessero avere un futuro, forse è stato il modo in cui riuscivamo ad incastrare i silenzi e le parole, forse è stato il modo in cui facevamo l'amore senza voler mai smettere, forse è stato per quella notte in cui stavo davvero per dirtelo e non l'ho fatto.Perché tu non lo sai che t'ho amato tanto anche se non sapevo dimostrarlo, tu non sai quanto m'è costato quel giorno dirti basta, basta davvero.Il problema è che non sempre le scelte giuste son le meno dolorose.Due anni e mezzo e mi manchi ancora.