1,nessuno&centomila

Post N° 1237


Mentre la Panda arranca sulla salita guardo la grandine bianca ai bordi della strada, metto sempre la stessa canzone ultimamente, si chiama "canzone della triste rinuncia" e, per assurdo, mi mette quasi allegria. Ascolto quelle parole che ormai so a memoria e non faccio altro che annuire e pensare che il buon vecchio Francesco ha pienamente ragione.Perché in quelle parole io mi ci ritrovo, in ognuna di loro, mi trovo persino nel suono che esce dalla mia bocca quando le pronuncio.La verità è che ho paura.Una paura fottuta.E continuo a rimandare le cose. A oltranza.E il tempo scorre e se ne frega dei miei dubbi e delle mie paranoie.Sono strana in questo periodo, mi perdo ancora di più nei particolari, cammino per la strada e mi guardo intorno, osservo ogni cosa e ogni cosa mi sembra un segno.Stamattina da lontano ho visto due uomini e una donna che parlavano, avvicinandomi ho riconosciuto mio zio e sua cognata ma non riuscivo a capire chi era il terzo.Era mio padre, me ne sono accorta solo quando praticamente gli ero davanti.Come si può non riconoscere il proprio padre?L'altro giorno mi ha telefonato dicendo che ci era rimasto male perché non l'avevo chiamato per dirgli che avevo superato quei due esami all'università.Quel giorno, appena finito ho chiamato Ale, P. e mia nonna, ma di chiamare mio padre non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello. E anche adesso, se ci penso, non mi viene in mente un solo motivo per cui avrei dovuto farlo.Devo iscrivermi alla banca dati dell'università per richiedere la tesi, compilare dei fogli per il tirocinio (cosa che rimando da un anno e mezzo), preparare gli ultimi 4 esami e buttarmi nel vuoto.Perchè voglio andarmene da qui,me ne voglio andare.Moglie hai ragione tu: mi sto spegnendo dentro."...non ho la voglia o la forza per poter cambiare me stesso e il mondo che mi vive addosso... E forse sto morendo e non lo so capire o l' ho capito e non lo voglio dire..."