1,nessuno&centomila

Post N° 34


Ma allora? A cosa servono le parole? A catturare un istante, a rileggerlo e riviverlo ancora uguale mentre tutto il resto è cambiato?E c’è differenza tra scrivere, leggere, parlare ed ascoltare.Chi scrive cerca le parole più adatte per esprimere le sue sensazioni, per descrivere le sue emozioni. Per chi legge il compito è più semplice, le parole sono già state scelte, ponderate, e chi legge può decidere se rispecchiarsi o meno in quelle parole, quelle parole possono assumere un significato diverso per ogni diversa storia di vita vissuta. Leggere poi è più facile che parlare, la lettura spesso non richiede una risposta, almeno non diretta. Invece fare una domanda guardando una persona dritta negli occhi…questo sì che richiede una risposta.Risposta che non sempre si ottiene.Ci sono persone così brave ad usare le parole che parlano, parlano, parlano per ore riuscendo a non dire assolutamente niente, ma allo stesso tempo tu ti senti riempire il cuore da quelle parole, come se riuscissero a darti nuova forza e vigore, per poi accorgerti dopo poco di quanto in realtà sono vaghe e vuote.Ne ho conosciute di persone così, ho creduto di conoscerle o comunque le ho incontrate.Ma poi a cosa serve parlare, parlarne ancora?il tempo passa e le cose cambiano ed ho sbagliato a dire che le parole servono a catturare un istante per poi rileggerlo e riviverlo così com’era,perché mi è capitato di rileggere di ieri e di ridere delle stesse mie parole ed emozioni che allora sentivo così belle, profonde e importanti.Quello che so è che le parole danno emozioni, lo stesso testo letto in tempi diversi può farti piangere o ridere, se si tratta di qualcosa che hai scritto tu la gamma delle emozioni è ancora più vasta.E poi…conservano i tuoi ricordi…ad ogni frase è collegata un’immagine…e a volte è un po’ come sfogliare un album di fotografie.[scritto il 25-7-2005]