1,nessuno&centomila

Post N° 1390


Gli ospedali sembrano fatti apposta per suscitare tristezza, con quelle luci giallognole che non creano ombre, sembrano quasi annullare ciabattine striscianti e pigiami fruscianti.Vedere la propria ombra è come dire "ci sono, sono in piedi" invece mi trascinavo per la clinica cercando il letto 211 e non mi vedevo, era come se non ci fossi.Mio nonno era nella saletta della tv a guardare non so cosa ad un volume troppo basso per le sue orecchie malfunzionanti.Era stupito di vedermi"Credevo non venissi"Ed è stato bello sapere che mi stava aspettandoIl nostro rapporto si è sempre basato sul silenzio, non abbiamo mai parlato molto,  ma siamo sempre stati come due alleati contro mia nonna, ci limitiamo ad occhiate complici e quasi compassionevoli.So che non ha mai capito alcune cose di me, forse perchè non è mai venuto a conoscenza di quello che successe con papà anni fa, so che spesso avrà pensato che il motivo per cui sono venuta a vivere con loro era un semplice capriccio di un adolescente un po' ribelle e tante volte sono stata tentata di raccontargli tutto, ma non avrebbe capito e non solo perchè è sordo come una campana.Mio padre per loro è sempre stato il figlio prediletto, quando parla viene ascoltato come fosse un oracolo e quello che ha fatto non ha certo cambiato l'idea che in famiglia avevano di lui.Io mi son sempre presa le colpe di tutto, dalla lampadina che si fulmina a una madre che si suicida, ma ho le spalle larghe e la testardaggine di un mulo.Spesso mi sembra di odiarli tutti e due perchè non riescono a capire il mio avere 25 anni e non aver mai avuto un'infanzia o un'adolescenza, li odio perchè non mi hanno mai dato un briciolo di fiducia, ma sanno che nelle situazioni di panico e emergenza riesco a mantenere la calma e anche lì mi accollano tutte le responsabilità, odio mia nonna perchè continua a dirmi che si vergogna di me perchè non mi sono ancora laureata.Mia madre si è suicidata quando avevo 15 anni, mio padre ha lasciato che sua moglie mi cacciasse di casa senza fare una piega e mia nonna si vergogna di me per la laurea che non arriva, perchè la mia camera è disordinata e perchè per guadagnare 500 euro al mese faccio multe alla gente. E' un lavoro che non mi è mai piaciuto, ma sempre meglio di patire la fame...Certe volte vorrei essere una di quelle nipoti che tornano a casa ubriache o calate, che rubano i soldi di nascosto dal portafogli lasciato incustodito, una di quelle di cui ci si potrebbe, forse, davvero vergognare.Invece ho solo paura di laurearmi e andarmene, di ammettere a me stessa che sono cresciuta, ho solo paura di fare quello che in fondo ho sempre desiderato: non guardare più in faccia nessuno con cui ho un legame di parentela anche minimo.Ci si abitua anche al dolore e certe volte penso che sarebbe strano vivere senza i loro giochetti psicologici e i loro insulti gratuiti, certe volte penso di non essere capace di vivere senza stare sempre all'erta e sulla difensiva.La maggior parte del tempo me ne frego, non ci penso, ma a volte torna tutto insieme come uan folata di vento improvvisa.Poi passa di nuovo.