mi sono messa a scriverenon è una novità, direte voibeh, mi sono messa a scrivere (quasi) sul serio, su un periodico locale, anche cronacama solo gratis e solo quello che mi pare, salvo approvazione della redazione.ecco l'ultimo nato. P.S. l'ho scritto pochi minuti dopo la prima apparizione, giuro
, e seguiva una previsione di qualche settimana fa. Francesco ed il sogno di Innocenzo IIIFumata bianca alle ore 19,06. Habemus papam, abbiamo il Papa. Suonano le campane di tutte le chiese. Per i più sbadati un punto di domanda, cos’è che suonano a festa? Ah ecco, da tutte le TV e le radio degli esercizi commerciali, che seguono l’evento, una sola voce: c’è il Papa. La folla in Piazza S. Pietro è in delirio, si sente la gioiosa ridondanza sotto le voci dei cronisti.Tutti i media ed i fedeli del mondo attendono il nome del nuovo Papa.Poi la notizia: il nuovo Pontefice è Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, unico gesuita del conclave.Sceglie il nome di Francesco I, il 265* successore di Pietro.Lo annuncia al mondo il cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran .Si è affacciato al balcone della Basilica di S. Pietro, immobile, imponente, lo sguardo pare pensieroso e un po’ spaventato. Si lascia guardare e guarda la piazza gremita sotto di lui in un silenzio irreale per alcuni lunghi attimi.Poi allarga le braccia ed un sorriso verso la gente che aspetta altrettanto silenziosamente: «Fratelli e sorelle buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave è dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo... ma siamo qui». Arriva dalla fine del mondo la speranza del rinnovamento, del risanamento.Poi la recita dell’Ave Maria. Sono le prima parole di Papa Francesco I, Jorge Mario Bergoglio, un uomo sulle cui spalle graverà il peso del mondo cattolico in un momento di grave smarrimento.Ed in un momento di così difficile affermazione della fede, il nuovo Papa pare rimettersi alla intercessione ed alla ispirazione di un altro Francesco, il poverello d’Assisi, il quale fu risanatore della Chiesa ai suoi tempi. Non credo nelle coincidenze. Neppure quella del nome."Come agnelli in mezzo ai lupi ora io vi mando. Con candore di colomba e astuzia di serpente, non portate borsa, nè mantello nè calzari, non portate pane, nè bastone nè denaro..." Ecco come ando' che una Regola tanto severa, fosse approvata dalla Chiesa.Profetico il disegno di Benedetto XVI, della sua tanto discussa uscita di scena. Profetico, mi pare, e tanto simile ai sogni di Innocenzo III, Papa all’epoca di S. Francesco, anch’egli come Ratzinger, uomo di grande cultura che aveva contribuito a restituire alla Chiesa santità e prestigio politico. Egli aveva respinto i cenciosi frati e la troppo dura regola che proponevano. Durante la notte, pero’, sogno’ una palma che cresceva rigogliosa ai suoi piedi e una voce che la identificava con il poverello ricevuto il giorno precedente.Francesco fu richiamato in S.Pietro. L’assoluta consacrazione alla povertà e ad una vita tanto aspra era pero’ davvero troppo difficile da approvare: Innocenzo III congedo’ Francesco dicendogli di pregare affinchè Dio manifestasse la sua volontà. Dio la manifesto’ dopo qualche giorno. Il Pontefice fece un altro sogno: la Basilica di S.Giovanni in Laterano crollava spaventosamente, ma ecco il poverello di Assisi assumere proporzioni sempre più gigantesche, tanto da sostenere la costruzione sulle sue spalle. Il Papa capi’: “Dio voleva servirsi di quell’Uomo per restaurare la sua Chiesa minacciata dagli eretici e dalla cattiva condotta dei cristiani.” Fu cosi’ che Papa Innocenzo III approvo’ la Regola di S.Francesco. «Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il vescovo benedica il popolo vi chiedo che voi preghiate Dio di benedire il vostro vescovo», ha detto papa Francesco alla folla di San Pietro. Poi la benedizione Urbi et Orbi.