storie di un edu

DANIELE


L'altro giorno al Centro stavo chiaccherando con Daniele un bambino moldavo di sette anni. Avevo proposto al gruppo di fare delle mascere di carnevale con il cartoncino colorato e lui aveva accolto la cosa con molto entusiasmo. Sui lavoretti posso sempre contare sul piccolo Dani!Insomma ce ne stavamo lì a ritagliare e colorare e lui i stava raccontando tutto eccitato della gita che aveva fatto con la sua classe al museo, delle cose che aveva visto, del panino e della coca nello zaino, ecc. ecc. ecc. Era tutto un "...lo sai che...", "...e poi...".A dire la verità quel racconto non era proprio, proprio interessantissimo. Era piuttosto un'insieme di frasi confuse alle quali manca sempre una sorta di collegamento logico che per fretta o pigrizia o abbondanza di informazioni da dare rimane nella testa del bambino che le racconta. Tutto nella norma, insomma! Fatto stà che mentre Daniele mi ubriacava di aneddoti io cominciavo a perdermi nei miei pensieri. Andavo indietro nel tempo, al mese di ottobre quando al Centro mi si era presentato un papà timido ed impacciato con un italiano stentato che teneva un bimbo per mano. Ricordo che quel bambino non alzava mai lo sguardo e non ti rivolgeva mai la parola. Ricordo che l'assistente sociale mi disse:"E' arrivato in Italia da appena un mese, ha già iniziato la prima elementare ma non credo capisca bene la nostra lingua, porta pazienza e vedi se si integra un pò"Io di pazienza ne ho portata ma a guardare Daniele adesso mi viene solo da pensare che è stato bravissimo.