Creato da HELIO_B il 13/08/2007
IN QUESTO BLOG TROVERETE STORIE DI VITA VISSUTE DA ME MA ANCHE DA ALTRI , PENSIERI POESIE SCRITTE NEGLI ULTIMI 10 ANNI BEH BUONA VISIONE.
 

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La vita cambia....

Post n°6 pubblicato il 23 Agosto 2007 da HELIO_B

Quando la famiglia Q decide di muoversi è come se si spostasse un “carico speciale” con tanto di
macchine segnalatrici in testa coda e fine coda. Avete presenti quei carichi speciali che ogni tanto
incontrate in autostrada tipo che trasportano che ne so “missili nucleari” o “Ferry Boat” completi di
scialuppe di salvataggio e turisti tedeschi già sul ponte pronti a salutarti al tuo sorpasso-passaggio.
Ecco, io li ho sempre odiati quei carichi lì e non ho mai capito quelle auto stracariche di roba
e di persone che nei periodi di vacanza s’ incontravano sulle strade, mentre il sottoscritto
con i capelli al vento e la bambola di turno di fianco si godeva il coefficiente di penetrazione
che il mio mezzo lineare e filante garantiva penetrando nel vento nel più assoluto silenzio e comodità
che solo gli ingegneri delle migliori fabbriche d’automobili potevano mettere al mio servizio solo
ed esclusivamente dopo avere firmato ingannevoli e lunghi contratti di leasing e riscatti vari.
Appunto, quando incrociavo “ le famiglie cargo” tutte le volte nasceva in me la stessa domanda: “Ma dove cazzo vanno quelli lì?”
e quando li affiancavo e osservavo il conducente e lo trovavo stanco e sofferente con lo sguardo
fisso sulla strada, e si capiva lontano un chilometro che si vergognava come un ladro di guidare
quell’ammasso di roba accatastata e appoggiata su una parvenza di gomma circolare. Sì perché la carrozzeria
era completamente occultata da materiale d’ogni genere compresi materassi a due piazze,
una volta mi è sembrato di riconoscere anche un frigo legato con corde di tapparella.
Dietro all’omino conducente, immancabilmente sbucavano sempre, frementi braccini basculanti
con attaccate delle manine che ti salutavano o al peggio ti potevano fare delle corna, ma erano talmente
piccole quelle manine che non risultavano essere offensive.
Ogni modo rispondevo solo con un ampio repertorio di linguacce.

Da circa tre anni “l’omino” lo conosco bene.
Io… sono sempre stato un centauro convinto e praticante.
 Che addirittura preso da una crisi esistenziale optai solo per auto sportive e a cielo aperto e
con bagagliai che ci si poteva trasportare comodamente solo una 24 ore. Lo stretto necessario, insomma.

Adesso la musica è cambiata.

L’auto è una familiare, grossa e talmente lunga che quando faccio le curve perdo l’orientamento.
Utilizzo un navigatore satellitare solo per muovermi all’interno dell’abitacolo.
Stavo pensando anche di installare un interfono tra i sedili davanti e quelli dietro.
Nonostante l’auto sia voluminosa lo spazio non basta mai. Si calcola una valigia a testa più borse varie, passeggini, tricicli, biciclettine, seggioloni e qualche tonnellata di giocattoli vari e sparsi per tutta la macchina. Immaginatemi.
Tanto, accade sempre, le cose importanti si dimenticano sempre, per esempio la mia valigia con quei quattro stracci che tengo.
( questa sfiga capitava anche quand’ero bambino ed il carico del mezzo era di competenza di mio padre. In pratica i miei quattro stracci non sono mai stati in vacanza)
 Per preparare il “cargo” mi serve un tempo che varia dalle 4 alle 6 ore. Poi devo farmi una doccia.
Poi ci vuole un’altra mezzora di convincimento per legare Greta al seggiolino.
Sembra facile, ma in realtà si tratta di una vera impresa. S’inizia con una seria trattativa diplomatica per poi farla sfociare come al solito con una serie di minacce da ambo le parti.
Alla fine la spunto con la minaccia di lasciarla a casa dai nonni.

Finalmente si parte.

Dopo una decina di km ci affianca la polizia stradale e ci segnala di accostare..

Buona sera, patente e libretto
Sera, ecco tenga,sono un collega....
Andate in vacanza?
Si un paio di giorni al mare ( dopo che ho detto questo l’agente rideva sotto i baffi)
Dove andate in Liguria?
Si, senta qualcosa che non va?
Ha per caso il regolatore dei fari ?
Si
Bene allora li deve abbassare che da noia agli aerei di linea. Non le sembra di essere un po’ troppo carico

 
 
 

LA STORIA DELL'ESTATE

Post n°3 pubblicato il 15 Agosto 2007 da HELIO_B

Sabbia bagnata, cenere di sigaretta, lacrime versate... questo rimane di me: cicche spente dentro il portacenere. Quanto ti amavo, dentro le mie notti insonni, ed ora mi sento fantasma di ciò che ero. Ed ero tante cose con te, soprattutto ero felice di esistere, di vivere, che carica che mi davi. Non credo più nell´amore, non credo più negli amici... nella vita ed il cuore è solo un segnale doloroso della mia esistenza. Vorrei finirla, vorrei... morire.
Il silenzio della notte esalta ancora di più il mio furore, verrei ora sotto casa a vegliare, a capire se c´è un altro con te. Sono follemente geloso: prendo il cellulare, metto la chiamata privata e faccio partire il numero: nessun suono, hai anche cambiato scheda. Credo d´aver perso l´ultimo briciolo di dignità. Alcune cose non dovrei farle, non dovrei seguirti, osservarti di nascosto, ma io son folle e nulla posso fare per guarire dalla mia follia. Ti odio, in fondo ti odio con tutto me stesso perché non posso più fare l´amore con te, perché non posso più sentirti, guardarti.
Sono le tre, notte profonda, nera ed inquieta, mi vesto velocemente e prima di uscire mi affaccio allo specchio un attimo: la mia barba incolta, i miei capelli senza verso, i miei occhi stanchi dicono molto di me. Ma non importa. Sono dentro l´auto, rullo il motore e accelero: e la strada si fa una striscia sottile tra le luci.
Due luci rosse di fronte a me, una macchina mi precede, senza mettere la freccia sorpasso. Insiste lo stronzo, mi si affianca e non mi fa passare. Do fondo al gas, di più... adesso andrò, lo distacco. Nulla da fare regge la corsa e mi si affianca di nuovo, appena in tempo per vedere una folta chioma di capelli neri: è una donna. Mi guarda e quasi con aria di scherno mi sorride, dà un altro colpo all´acceleratore e va via. Di nuovo solo, sulla strada... decelerò.

Rallentando accendo la radio che manda calde note dentro l´abitacolo. La città è deserta come un cane randagio, ma c´è un locale ancora aperto. Poche macchine, poca gente, ma è ciò che voglio. Entro. Luci soffuse qualche tavolo, mi siedo in fondo. Da un po´ di tempo cerco sempre i posti all´ombra, mi piace passare inosservato. Passando tra i tavoli mi sento scrutare, mi giro di scatto: capelli lisci e neri, occhioni che turbano e di nuovo quel sorriso da beffa. Eccola di nuovo la donna che mi ha sorpassato. Mi verrebbe da dire: ma che brava, hai vinto un premio. Ma non parlo, mi sorride invitante, ma io non mi sento invitato e continuo a camminare. "E bravo il mio orso" dice beffarda. "Adesso hai anche paura di una povera donnina tutta sola?". Che antipatica, penso. Vorrei stare da solo, ma vado verso di lei. Vorrei non averla sentita, ma vado verso di lei. Vorrei stare da solo e mi trovo seduto di fronte a lei. "Cosa c´è?" dico "Ti piacciono gli orsi malinconici?". Di nuovo quel sorriso poi aggiunge: "Chissà, magari mi fanno tenerezza".

Rimanemmo lì, fino all´alba. Parlò molto, io pochissimo, mi guardò molto e molte volte sorrise. Poi, d´un tratto, mi prese per mano, stava per sorgere il sole e di corsa andammo fuori: guardammo l´alba, io guardai soprattutto i suoi occhi emozionati che trepidavano per l´evento e mi diceva: "Vedi? Sembra una cosa stupida, eppure, ora, in questo momento una cosa così mi fa sentire viva". Quel giorno ricominciai a vivere.
Grazie ancora per quella notte Giulien.

 
 
 

IO POVERO  POETA MALEDETTO

Post n°2 pubblicato il 14 Agosto 2007 da HELIO_B

...il poeta maledetto vive in una dimensione parallela, si nutre della sua stessa sofferenza e della sua dolce malinconia, incurante degli applausi di un pubblico che lo dimenticherà.
Il poeta maledetto è dentro di me come nell'anima di chi non riesce ad adeguarsi al mondo che lo circonda e scava sotto la superficie di un aspetto perfetto ma marcio all'interno.
Il poeta maledetto ha un' "Anima fiammeggiante che soffoca, Smaniosa d'aria non ce la fa", per citare qualcuno che amo, non può somigliare a nessun'altro perchè la vita che cerca, a cui anela in fondo è già dentro di lui....
Senza la sua nostalgia e la sua tristezza incurabile il poeta maledetto morrebbe...

 

 
 
 

RIFLESSIONE

Post n°1 pubblicato il 14 Agosto 2007 da HELIO_B

Strano essere qui A macchiare di cuore un foglio bianco A intingere la penna nel Nessuno profondo dell'anima Sapendo che forse nessuno capirà Nessuno che non sia stanco che non esamini Con un brivido la fragilità Di questo spirito in agonia.

 
 
 
 
 

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