cazzeggiando...

Articolo di libero sulla psichiatria:il mio punto di vista.


Premessa: nn ho chissà quale esperienza di reparti psichiatrici,posso limitarmi all’esperienza acquisita nel reparto psichiatrico dove son stata più volte ricoverata.Mi fa ridere l’articolo quando cita il numero di pastiglie.E’  vero,le pastiglie son 4 o più.Ma ognuna ha un suo effetto.Nn ti danno solo pastiglie per rincoglionirti o farti star buono.Ci sono gli antidepressivi se sei depresso,a cui si possono abbinare gli stabilizzatori dell’umore (che una volta era il litio),perché magari sei sì depresso,ma anche un pochetto “sopra le righe”,e sei tu il primo a star male in questo stato…o gli antipsicotici…ci vuole un po’ di equilibrio emotivo.Poi ,la sera,ci sono le pastiglie per dormire,perché quando stai male mentalmente nn riesci a dormire tanto facilmente,e vi assicuro che dormire è un bisogno primario…ho passato notti dormendo solo 3 ore, una volta ,prima di un ricovero.Sì è vero,allo psichiatrico poi mi han imbottito di sedativi,ma son stata dimessa che ero molto più serena e riposata.I medici che guardano i pazienti attraverso una vetrata?Ma dai!!! Osservare il quotidiano momento per momento di ogni singolo paziente è compito degli infermieri,che riportano il tutto in cartella,che poi il medico legge e in base a questo valuta se chiamare il paziente a colloquio ,cercando di capire cosa c’è che nn va,placando gli stati d’ansia e di paura del paziente,ed eventualmente modificando la terapia.I pazienti urlano?Sì,è vero,alcuni passano intere giornate ad urlare,ma è la sofferenza che si portano dentro e che manifestano urlando.In questi casi i pazienti vengono “contenuti”cercando di renderli un po’ più sereni ed obiettivi verso la vita,parlandoci,coccolandoli ecc,e se questo nn funziona gli si dà un sedativo,che li faccia stare un po’ più tranquilli finchè la crisi passa. Entrare in un reparto psichiatrico è più facile di quanto si pensi?Insomma…io tante volte ho chiesto un ricovero che mi è stato negato perché “deve farcela da sola”…ho pianto,mi son disperata e sentita abbandonata,ma poi ho reagito,e ho visto che se la via più facile era il ricovero,quella più produttiva era confrontarmi con i miei limiti e le mie capacità al di fuori di un reparto di psichiatria,e ce l’ho sempre fatta a passare la crisi…viceversa se la crisi è profonda il ricovero si fa.Poi l’articolo cita “ragazze interrotte”,film a me molto caro perché spiega esattamente la mia patologia,e anche il rapporto che si crea tra pazienti psichiatrici.Quel film è un po’ riduttivo nel senso che è ambientato negli anni 60,quando ancora  c’erano i manicomi e l’approccio al malato psichiatrico da parte di medici e infermieri era più”diffidente”,più distaccato rispetto a com’è ora….nel frattempo la medicina ha fatto passi da gigante sia nell’ottica del vedere il malato psichiatrico sia nel tipo di farmaci,che nn danno rincoglionimento e dipendenza immediata e duratura sostanzialmente.Si parla dello stigma del paziente psichiatrico.Quello c’è ,è vero,tra l’altro ne ho parlato più volte con il mio psichiatra,perché l’ho provato sulla mia pelle quando mi han mandata via dal precedente posto di lavoro (a Sidari)una volta scoperto che sono psichiatrica,ma anche per mille altri motivi.La malattia psichiatrica è mal tollerata dalla maggior parte delle persone,che passa da “poveretto,com’è preso” a “se nn stiamo attenti questo amazza tutti”…in entrambi i casi se hai problemi psichiatrici evidenti,la società ti isola.Scusate lo sfogo,e anche il post che può essere ai più pallosissimo,ma nn vorrei passasse l’idea dello psichiatrico stile manicomio con elettro schock e quant’altro.Reputo che questo genere di articoli allontani le persone psichiatriche dal farsi curare…io,tra farmaci e psicoterapia ho messo su i cosidetti,nn sono più la ragazzina paurosa,angosciata e indifesa che ero prima di iniziare questo percorso…ecchecazzo!!!!