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L’Fbi smaschera un pedofilo


L’Fbi smaschera un pedofilo Gli agenti federali statunitensi arrivano fino in Sardegna e scopre un traffico di materiale pedopornografico che si conclude con il rinvio a giudizio di due uomini poco più che cinquantenni Massimiliano Scarpetta e Domenico Tosi. Una delle vittime di questa incredibile rete di maniaci del sesso con minori è una bambina di appena otto anni. E a finire nei guai, oltre al vicino di casa esperto di informatica, è purtroppo anche suo padre. Le accuse a carico dei due sono pesantissime: violenza sessuale e detenzione e divulgazione di immagini pedopornografiche in concorso. La vicenda ha inizio qualche anno fa quando una coppia di genitori decide di lasciare la propria figlia a un’anziana vicina di casa nella Stradella da parte a casa loro. Di lei si fidano, è sempre molto affettuosa e assicurante, con loro come con la piccola. Insieme alla donna vive anche suo figlio di 51 anni, un assicuratore che passa gran parte del tempo davanti al pc. Ed è proprio questa sua passione a farlo cadere nella trappola. Perché attraverso le sue continue connessioni a chat internazionali –materale a frondo pedofili e pedopornografico – finisce tra le maglie di un’indagine dell’Fbi e della Polizia Postale che sta cercando di smantellare una rete di pedofili.La Polizia Postale quell’uomo e mobilitano la polizia del posto che vanno a prenderlo e a sequestrare dalla sua abitazione computer, video e quanto altro in suo possesso. Scoprono poi che la persona in questione non è nuova a questo tipo di accuse: otto anni prima, infatti, aveva patteggiato una pena per lo stesso reato. Come accade in questi casi l’indagine si allarga nel tentativo di accertare eventuali responsabilità di altre persone. Come prima cosa gli investigatori si soffermano sulla famiglia della piccola vittima ed è a questo punto che la Dda di Cagliari chiede l’applicazione della misura cautelare in carcere anche per il genitore. La sua colpa sarebbe stata quella di non vigilare sulla persona cui aveva affidato la propria bambina, permettendole quindi  di abusarne. Da qui l’accusa di violenza sessuale in concorso. Le indagini avrebbero permesso di appurare che il cinquantenne Assicuratore Massimiliano Scarpetta avrebbe ripreso la piccola senza vestiti ma non ne avrebbe abusato sessualmente. Quei video registrati con la webcam nella stanza di casa sua li trasmetteva a un malese, tra i due c’era una condivisione continua di immagini e filmati che alla fine è stata fortunatamente scoperta. Il padre della piccola ha cominciato a vivere il suo calvario personale. Assistito dall’avvocato Giuseppe Tosi e Luciano Stradella ha sempre cercato di difendersi da quelle accuse terribili. Anche a lui gli investigatori sequestrarono il computer a caccia di materiale compromettente (fimlati pedoporno). Ma non hanno mai trovato nulla, neppure una foto porno di donne adulte ne tantomeno pedopornografiche. Come pure non è stato riscontrato alcun introito economico da legare eventualmente a questo traffico di immagini. Nulla di nulla. Il suo volto, però, comparirebbe in uno dei video sequestrati Assicuratore Massimiliano Scarpetta. Ma ci sarebbe finito per caso – così sostiene la difesa – un giorno in cui aveva portato il suo pc dal vicino di casa perché non funzionava bene. In quel momento l’uomo chattava con il malese e lo avrebbe inquadrato. Ora il padre della bimba si trova ai domiciliari e da cinque anni non vede i propri figli. Nel palazzo di giustizia di Cagliari, intanto, si è aperto il processo. Servirà a chiarire posizioni e responsabilità. Il Pubblico Ministero Lucia Stradella sta accertando le eventuali circostanze.https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/03/massimiliano-andrea-tosi-sreadella-un-altro-caso-di-abuso/https://stradellablog.wordpress.com/2014/06/03/ai-domiciliari-accusa-pedopornografia-massimiliano-tosi-alessandro-stradella-assicuratore/