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Diario onirico - annotazione 021

Post n°126 pubblicato il 08 Maggio 2015 da Fidelio_971

 

Il sorridente era garbato, sempre molto gentile. Lo sprezzante raramente non aveva la luna storta. Allo sprezzante la gente piaceva poco, il sorridente invece era sempre in cerca di nuove persone da conoscere e frequentare. Attaccabrighe e superbo, lo sprezzante soffriva in fondo della popolarità del sorridente. Avrebbe voluto starsene per conto suo lo sprezzante ma il sorridente era suo fratello. Gemello per giunta. Dividevano la casa dei genitori ormai scomparsi. Al sorridente con tutti i suoi difetti piaceva il suo fratello burbero, gli piaceva come lo sprezzante non stesse mai con le mani in mano, ne amava la propensione all'azione. Lo sprezzante si chiedeva spesso quando il suo gemello smidollato iniziasse a comportarsi da uomo e molte volte glielo rinfacciava. Era un povero babbeo ai suoi occhi. Il sorridente non si curava dei richiami del fratello, amava le cose belle della vita, dedicarsi al piacere. Più passava il tempo e più lo sprezzante si riempiva di sé, il sorridente non vi badava ed era convinto che la più grande qualità del suo gemello fosse l'onestà. Poi un giorno lo sprezzante ebbe la fortuna di incontrare lei. Era bellissima e imbronciata, in un caffè la vide litigare con un tizio e sclerare a tal punto col tipo da tirargli un succo di frutta in faccia. Alla vista della scena dopo tanti anni allo sprezzante scappò un sorriso che lo fece sembrare il suo gemello. Fu così che lo sprezzante andò incontro al tizio adirato e con un ghigno gli mollò un poderoso spintone che spense tutte le ire indirizzate alla bella sfacciata. Si fissarono solo per un istante e uscirono rapidi, quasi come si conoscessero da anni: lo sprezzante e l’imbronciata con la gente nel caffè ancora imbambolata dall’accaduto. Camminarono a lungo insieme. Lo sprezzante fu seduttivamente acido e l’imbronciata fece capire che l’apparente distacco che aveva adottato era un castello di carte pronto a cadere. Si piacquero subito ma gongolavano nei loro ruoli più forti dell’attrazione reciproca. Sciocchi bimbi. Durò poco. La chimica vinse sulla recitazione e lo sprezzante portò a casa l’imbronciata dopo una cena accompagnata da frecciate verbali ma soprattutto da ruvide occhiate lascive. Entrarono nella casa che lei ormai moriva di desiderio per lui. Lo sprezzante con dolcezza inedita le chiese se gradiva un vino e l’imbronciata accettò con la solita smorfia posticcia. Ma in realtà era carica e calda ormai e lo fissò allontanarsi verso la cucina con un brivido di piacere. Si sprofondò nel divano e chiuse gli occhi respirando a fondo. Un odore gradevole le fece riaprire gli occhi e lo vide di fronte a lei appena chinato in accappatoio accaldato e profumato. Sorrideva. Un sorriso disarmante. L’imbronciata perse il broncio e subito dopo la testa: lo baciò, rapida, affamata, felina.Persa nel piacere si strinse a lui occhi chiusi e bocca avida. In un lampo entrambi travolti e completamente vinti dai sensi. Il fracasso improvviso li strappò quasi subito alla breve passione... lo sprezzante era a pochi passi, un calice scaraventato sul pavimento aveva disperso il rosso del vino in compagnia dei frammenti di vetro ovunque. Lei era attonita, fissava quel cinico che la aveva stregata nelle ore precedenti ma avvertiva ancora il caldo e l’odore di quel clone che aveva accanto. Lo sprezzante fu ancora una volta soggiogato dal ruolo, rimise la sua maschera solita e scivolò davvero in basso aprendo bocca e sibilando:

“Scopatela tu fratellino, sei già a buon punto”.

Il sorridente perse il sorriso, lo sprezzante guadagnò la porta. Non aveva ancora rimesso del tutto le idee in ordine il sorridente ma per la prima volta capì quanto poco valesse quel suo gemello che era in fondo sempre stato il suo eroe fin da quando erano piccoli. Mai più il sorriso del sorridente sarebbe stato lo stesso. Goffo si voltò verso una imbronciatissima imbronciata e riuscì a dire:

“In un attimo può accadere di tutto non trovi?”

Trovò la frase stupidissima, è lo era sul serio, ma non gli era venuto fuori di meglio. Lei sbuffò ma non troppo scossa si accomodo di nuovo sul divano.

“A questo punto non so davvero cosa fare…” disse il gemello sempliciotto mentre gli tornava un mezzo sorriso.

“Togliti l’accappatoio e non aggiungere mezza parola” sussurò lei.

 

 

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Commenti al Post:
LaFemmina
LaFemmina il 24/05/15 alle 17:29 via WEB
c'č una metafora? ciao fid;-*
 
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