Infantilismi

Post N° 471


E' un campanello di ottone. Lo premi e non suona.E' cosė da quindici anni. Luce.ti chiamo da sotto il balcone, dove hai la finestra del bagno, sempre aperta.Chissā da quanto hai indosso quel vestito.Fiori bianchi e rossi su sfondo nero. Capelli bianchi, poche grinze sulle cosce, qualcuna di troppo sul viso.Vivere di fronte al mare ti sporca di salsedine. Ma tu ti lavi la faccia e vai avanti. Non diverrai uno scoglio, sei giā un riccio di mare - anche se non li ho mai assaggiati e non saprei dire il sapore, ma la forma, le tue spine sferiche che in realtā son ventose ai luoghi, ai visi, al mare/terra che si infrange e non ritorna, mai uguale. Nera sei nera. Quanta natura. Quanto inchiostro.Tocchi sempre le persone. E' una necessitā che č divenuta abitudine. Ti avvicini al viso delle persone e pianti occhi da vecchia nei meandri della coscienza.Hai una foto di quando eri giovane. Ti assomiglio, ma la genetica non c'entra niente.- Hai bisogno di qualcosa?- Conosci qualcuno che non ha bisogno?