Che poi stare ad aspettare - qui - che tu venga a prendermi - e mi porti via,- non è privo di complicazioni.
Le attese non sono mai semplici. Non sono mai silenziose. C'è un brusio di sottofondo, che non dà tregua.
E allora mi alzo e inizio a lavare i bicchieri e le forchette. Già finito. Due minuti e trentotto secondi.
Andrò a pettinarmi.
Macchè. Nemmeno la mattina mi pettino, non ne ho mica bisogno, bastano le mani, per i miei capelli corti.
Vestita son vestita e ci ho messo anche poco.
Ma poi dove mi dovrai portare (via). Ti prendo e ti porto via.
Ma dove?
Ok, sigaretta e birra. Se ci vuole, ci vuole e chi se ne frega se mi sono lavata ora i denti. Certo che questo dentifricio è fantastico.
Esplode qualcosa. Lontano. Nell'anima. Fumo e non penso più.
Ma dov'è che mi devi portare?
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Ci sono a volte cose che mi spaventano, poi dopo passa.