Non mi sento bene

Quando tutto sarà finito


di Silvia BallestraNon riesco nemmeno a immaginarla la grandezza del risarcimento che ci spetterà quando tutto questo sarà finito. A cosa avremo diritto per aver assistito sgomenti ai collier da seimila euro in dono alle signore, alle canzoncine con Apicella, ai cucù da dietro le colonne, ai dischi di make-up nascosti nei fazzoletti tergisudore, alle dentiere per le anziane terremotate, alle barzellette infelici e volgari, alle mani morte, ai “posso palpare?” che girano in mondovisione, e si potrebbe andare avanti per ore, per giorni… Cosa mai ci potrà ricompensare per l’inusitato sprezzo del ridicolo, per l’umiliazione? Quando tutto questo sarà finito, avremo almeno una nostra movida come si deve, un rinascimento, un rifiorire delle arti e delle culture, del bello, del saggio, del creativo? Del presentabile? Del decente? Dopo anni e anni di signorine Noemi, di “venite in Italia a investire che ci sono belle segretarie”, di softporno pecoreccio, solo l’idea di un enorme – ma che dico – di un gigantesco risarcimento ci aiuta ad andare avanti. Con la stampa internazionale preoccupata per noi. Con gli amici europei che ci chiamano per sentire l’ultima su papi e farsi due risate. Due magistrali pagine su Le Monde, settimana scorsa, riportavano un puntuale ritratto del nostro premier che neanche il Garcia Marquez dei libri più visionari e sudamerici sarebbe riuscito a concepire. Cherie Blair rivela che il marito Tony era molto preoccupato dall’eventualità di esser fotografato accanto a Silvio in bandana. E il Guardian, e il Times, e poi ancora i tedeschi, gli spagnoli, i norvegesi. E finalmente si comincia a capire cosa vuol dire quell’antico “una risata vi seppellirà”, solo che ‘sta risata mondiale sta seppellendo noi. Noi senza bandana, senza eserciti di signorine, noi senza potere. Noi con la vergogna che dovrebbe provare lui.L’Unità, 25 maggio 2009