Non mi sento bene

Feltri contro Berlusconi: gli scherzi dell'archivio


Un tuffo nel passato (dal sito di "Europa") Prima citazione dal Riformista.Editoriale, sì editoriale, firmato da Vittorio Feltri, sì Vittorio Feltri. Tema il “conflitto d’interessi”, titolo: “Al dottor Silvio diamo anche la Gazzetta Ufficiale”.«Un vecchio detto poco chic (mi pare romano) si adatta perfettamente agli abitanti del mondo politico: “Il più pulito ha la rogna”. Certo, questo è linguaggio da qualunquisti, ma converrete che è sempre più difficile non esserlo», sottolinea Feltri. Nel mirino dell’attuale direttore del Giornale «il tormentoso e tormentato iter della legge sulle tv, le quali da quattordici anni si sbranano per vivere e vivono per sbranarsi in assenza di una qualsiasi norma civile che quantomeno vieti il cannibalismo.Durante i quali la Rai ha mantenuto gli antichi privilegi e la Fininvest ne ha scippati vari per sé, complici i partiti: la Dc, il Pri, il Psdi, il Pli e il Pci con la loro stolida inerzia; e il Psi col suo attivismo furfantesco, cui si deve tra l’altro la perla denominata “decreto Berlusconi”, cioè la scappatoia che consente all’intestatario di fare provvisioriamente i propri comodi in attesa che possa farseli definitivamente».Chiosa sul decreto Berlusconi: «Perfino in una repubblica delle banane avrebbe suscitato scandalo e sarebbe stato cancellato dalla magistratura in un soprassalto di dignità e che invece in Italia è ancora spudoratamente in vigore». Ancora più interessante la provocazione di Feltri alla fine del commento: «Il dottor Silvio di Milano due» pretende «tre emittenti, pubblicità pressoché illimitata, la Mondadori, un quotidiano e alcuni periodici. Poca roba.Perché non dargli anche un paio di stazioni radiofoniche, il Bollettino dei naviganti e la Gazzetta Ufficiale, così almeno le leggi se le fa sul bancone della tipografia». L’articolo, pubblicato su l’Europeo, è datato 11 agosto 1990. Halloween si avvicina, archivietto-scherzetto per l’alfiere e scudiero dell’impero del “dottor Silvio di Milano due”.