Prima o poi bisognerà parlarne. Prima o poi si dovrà finalmente affrontare l'argomento della pavidità estrema e del fastidioso opportunismo che hanno consentito negli ultimi 15 anni la scalata al potere di Silvio Berlusconi e del suo conflitto di interessi. Parlo soprattutto della pusillanimità dell'attuale presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini che, prima mosso dalla necessità di uscire dalle <<Fogne>> del post-fascismo e poi condizionato dalla potenza di fuoco della macchina televisiva del Cavaliere, ha accettato di unire il suo destino a quello di Berlusconi. Se siamo scivolati così in basso con un Capo del governo che ormai non cerca neanche più di nascondere le illegalità che commette ai danni della nazione è anche, o forse soprattutto, per colpa di Fini. Si vede lontano un miglio che i due non si sopportano: in particolare trasuda da ogni dichiarazione recente di Fini un disprezzo totale per l'idea di <<Politica>> e di destra portata avanti da anni da parte di Berlusconi. Del resto le occasioni di scontro negli ultimi mesi si sono fatte particolarmente numerose. Allora cosa aspetta Fini a prendere il toro per le corna? Ad allontanarsi da Berlusconi una volta per tutte? Gli manca una cosa essenziale: il coraggio.