quattro amici al bar

SANITARIATE


#vengoconquestamiaadirviDi questa “storia” del coronavirus, della quarantena, del nostro obbligato isolamento domestico non c’è niente da ridere, molto da pensare. La prima cosa che mi salta agli occhi, però, è la somiglianza del Direttore Asrem il Dott. Florenzano, con Enrico Lucci. Le prime volte che lo ascoltavo dalla televisioni regionali perdevo i primi secondi di quello che diceva perché mi chiedevo cosa ci facesse Enrico Lucci sulle frequenze molisane. Altra “assonanza” è quella della voce del premer Conte. Somiglia a quella del Sen. Roberto Ruta, ed anche in questo caso, se mi trovavo di spalle, mi chiedevo perché avessero intervistato il Se. Ruta da Montecitorio. Non che non ci possa andare/stare, ma al momento non c’è, quindi la cosa mi incuriosiva.Andando avanti per cose strane di questa pandemia, al primo posto ci metterei la mascherina. Da quella chirurgica a quella da carrozziere indossata al rovescio. Da quella fatta in casa che non ha alcun presidio medico, a quella per nuclei NBC di militaresca memoria. Affianco alla mascherina trova un posto di rilievo l’autocertificazione per uscire di casa, per uscire dalla convivenza forzata, a volte sopportata, a volte bramata, a volte ripudiata. Alla fine di questa quarantena avremo un incremento di: separazioni, convivenze, nascite, processi per omicidio e/o per lesioni gravi. Speriamo tutto andrà avanti. Per adesso la cosa importantissima è quella di restare in casa. Restare in casa a sopravvivere noi al virus, e non viceversa.Nella mia memoria da, oramai, sessantenne, non vi era niente del genere da ricordare, sinora, se noni racconti di mia nonna di quando mi parlava della spagnola del 1920, nonna era del 1905, quindi aveva una bella memoria della spagnola, una memoria viva e vissuta. Mi parlava del “lazzaretto” che nel suo paese, San Massimo, era molto più visibile ed a portata di occhio e di discussione. Il lazzaretto, luogo di isolamento dei malati, che prendeva il nome dal lebbroso Lazzaro il protagonista della parabola evangelica. Quindi la “cosa” prende il nome da tnto lontano che tutti ne sapevano qualcosa, per arrivare a noi talmente viva da poterne tranne insegnamento? Non credo sia stato così!nel corso degli ultimi decenni ci sono state “correnti” di pensiero che hanno portato governanti ed amministratori a rivedere tutto quello che era la condizione della sanità in Italia. In un primo momento si pensò “bene” di trasferire alle regioni la gestione della sanità. Tutti ricordiamo i famosi (oramai ritornati) viaggi della speranza verso i policlinici, nel nostro caso, di Roma e/o di Napoli per avere il consulto, o per essere operati dal Professore anziché dal medico. Il professore universitario, colui che insegnava a fare il medico ai medici del domani. Senza volerla fare troppo lunga, anche perché non è mia competenza, è davanti agli occhi di tutti che siamo passati dai viaggi della speranza ai viaggi della disperazione. La gestione sanitaria fatta dalle regioni non ha portato altro che l’eliminazione progressiva della sanità pubblica in favore della sanità privata. Ma la sanità privata nel mangiare pezzi della pubblica non è andata alla mensa dei poveri, ma al ristorante gourmet. Lo sbranamento è avvenuto progressivamente secondo fattori di reddito ben precisi, lasciano alla sanità pubblica le rogne da gestire e prendendo i piatti ricchi. Altro caso impressionante è stata la fuga dei ricercatori all’estero, fuga che ha depauperato la nostra “potenza di fuoco” nei confronti del sistema sanitario. Quando un brevetto non lo hai lo devi comprare e comprare significa pagare.Oltre questo, negli ultimi anni, devoti ed adepti del bilancio virtuoso tutti i governanti non sono mai riusciti ad entrare in un’ottica di gestione oculata della spesa, ma solo in quella dei tagli a più non posso. Mai si è capito perché una siringa non possa costare la stessa cifra ad Avola, come a Treviso, ma si sono sempre lasciati liberi i funzionari ed i dirigenti della sanità di gestire come meglio credevano. Non dimentichiamo che Poggiolini dopo 23 anni è stato assolto, non era implicato nello scandalo degli emoderivati. Quindi, devo capire, che quelle persone che sono diventate sieropositive dopo trasfusioni di sangue in ospedali pubblici lo hanno fatto autonomamente. Delle serie: vado in ospedale così divento sieropositivo.Per oggi statevi arrivederci, aspettiamo tempi migliori per parlare di qualcosa di più “potabile”