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La mia vita per Sakineh


La vita di Sakineh resta ancora appesa ad un filo.Un filo tanto sottile che non si riesce a vedere ad occhio nudo, ma c' è.Il figlio chiede aiuto al Papa Benedetto XVI, al premier Silvio Berlusconi, e a tutto lo stato italiano, affinché la vita della madre venga tolta da barbarie e atrocità ingiustificate. Ognuno di noi, da figlio, non ha mai visto 99 frustate sulla schiena di chi per noi dona la sua vita per costruire la nostra, meno che uno.Ogni giorno, per le strare di Teheran, l' estremismo religioso viene psicologicamente imposto così violentemente tanto da far lontanamente immaginare di cosa sia capace questo strumento di oppressione, tanto da impedire qualunque libertà civile e politica.Su queste parole, mi ricollego al post precedente riguardo la dichiarazione di Obama, sulla dichiarazione di pace in Iraq. Pace? Ma quale pace... La vera guerra non si fa con le armi, quello era solo un piccolo massacro giusto per passare il tempo, spendendo soldi e guadagnandoci sopra (chissà dove son finiti il 20% dei finanziamenti spesi). La vera guerra in questione qui ed ora è leggermente più a fianco. Perché stare in Iraq tutto questo tempo per sparare a caso, quando invece ci son questioni di vita nella cultura e società di oggi ancora basati su stereotipi di odio e repressione? Non hanno di meglio da fare che spendere soldi inutilmente per ammazzare la gente, che in sostanza pure i militari di tutto il mondo son civili, oramai soltanto oggettizzati quale strumenti di morte. Chi siete voi, per fare ciò che è il volere di Dio? Tutti dico, dall' America, all' Iran.E il vostro Ramadan, dove lo mettete? Questo periodo di "purificazione" vi permette poi di trasformarvi in assassini e macchine da guerra?Presidente Ahmadinejad, lapidate noi al posto di Sakineh!