Sono le undici e qualcosa di sera, sono al buio nel mio lettino di battaglia a casa di moroso (leggi lettino da fachiro), con febbre,raffreddore e digestione lenta, osservo ancora dal difuori tutto sto ambaradan caotico che sta diventando il mondo e cerco ancora disperatamente di non farmi risucchiare da questo ingordo vortice chiamato crisi, aggrappandomi a sogni di frasche e speranze di bambù, tenendo i piedi ben piantati in terra per non finire ufficialmente nella baraonda dei disperati. Perché la situazione l'è questa.Cioè, io non ci voglio credere. Non oso pensare che siamo davvero e inesorabilmente sulla via veloce di un tracollo così profondo. Non si può sentire. Mi sembra impossibile che nel 2011 ancora un Paese debba vedere davanti a sè solo previsioni nefaste. Mi sembra impossibile che non esista una soluzione. Voglio dire, una via d'uscita esiste sempre.Non entro in merito a questioni politiche perché tanto l'unica frase non censurabile che mi verrebbe in mente è che se ne dovrebbero andare tutti a casa, dal primo all'ultimo, perché a nessuno di loro interessa un'emerita cippalippa del benessere della popolazione.Penso soltanto che ci deve essere un modo più intelligente ed efficace per attirare l'attenzione,invece di bruciare le macchine di chi si trova sulla nostra stessa barca (le teste di quei black bloc le prenderei volentieri a randellate,che si credono fighi,ma sono effettivamente 4 sfigatelli sbarbini che manco si rendono conto di essere amebe). Sicuramente è un pensiero da ingenua idealista,ma non sono ancora pronta a non crederci più.Ora, un'altra piccola riflessione su una situazione che ho sotto gli occhi ormai da troppi mesi,e su cui non posso e soprattutto non devo dire la mia se non voglio scatenare la World War Third,però qua posso scriverne,tanto l'interessata mica sa che esiste questa pagina
Qua si riflette seriamente (mica baubau miciomicio)
Sono le undici e qualcosa di sera, sono al buio nel mio lettino di battaglia a casa di moroso (leggi lettino da fachiro), con febbre,raffreddore e digestione lenta, osservo ancora dal difuori tutto sto ambaradan caotico che sta diventando il mondo e cerco ancora disperatamente di non farmi risucchiare da questo ingordo vortice chiamato crisi, aggrappandomi a sogni di frasche e speranze di bambù, tenendo i piedi ben piantati in terra per non finire ufficialmente nella baraonda dei disperati. Perché la situazione l'è questa.Cioè, io non ci voglio credere. Non oso pensare che siamo davvero e inesorabilmente sulla via veloce di un tracollo così profondo. Non si può sentire. Mi sembra impossibile che nel 2011 ancora un Paese debba vedere davanti a sè solo previsioni nefaste. Mi sembra impossibile che non esista una soluzione. Voglio dire, una via d'uscita esiste sempre.Non entro in merito a questioni politiche perché tanto l'unica frase non censurabile che mi verrebbe in mente è che se ne dovrebbero andare tutti a casa, dal primo all'ultimo, perché a nessuno di loro interessa un'emerita cippalippa del benessere della popolazione.Penso soltanto che ci deve essere un modo più intelligente ed efficace per attirare l'attenzione,invece di bruciare le macchine di chi si trova sulla nostra stessa barca (le teste di quei black bloc le prenderei volentieri a randellate,che si credono fighi,ma sono effettivamente 4 sfigatelli sbarbini che manco si rendono conto di essere amebe). Sicuramente è un pensiero da ingenua idealista,ma non sono ancora pronta a non crederci più.Ora, un'altra piccola riflessione su una situazione che ho sotto gli occhi ormai da troppi mesi,e su cui non posso e soprattutto non devo dire la mia se non voglio scatenare la World War Third,però qua posso scriverne,tanto l'interessata mica sa che esiste questa pagina