vado_e_torno

non svegliarmi

"un viaggio ha senso solo senza ritorno
se non in volo, senza fermate nè confini,
solo  orizzonti neanche troppo lontani.."
ed è così che la parte migliore di me
si rivela nei pensieri per te.
lasciami innamorata ancora un pò.
lasciami presa - bocca a bocca sul tuo respiro - dall'idea di appartenerti e in quest'idea salvarmi.
non svegliarmi.
non ancora.

girl on the moon

non hai voglia di parlarmi. me ne accorgo subito quando ti perdo. ti perdo per strada. ti distrai nelle tue cose mentre io imperterrita recito poesie d'amore. sempre più cretina, sempre più rincretinita. poi mi viene in mente jacopo ortis e le sue lettere. e capisco che hai sempre avuto ragione tu. allora mi spoglio per indossare la luna e vado via. percorro il buio senza paura di cadere. perchè è lo stesso buio delle altre volte. lo conosco. prima o poi lo bucherai con un sorriso. prima o poi mi sorriderai di nuovo. nel frattempo mi abbraccio alla luna. è fredda. è sola come me. così piena di luce.. così sola.

vaben

ma sinceramente.. sinceramente ti importa di me? di quello che faccio? che penso? che provo? ti importa di quello che vorrei e che sono? 

lunedì

ciao. è lunedì. un giorno di merda sempre e comunque. solo per il fatto che è lunedì. sono quì e ti ho nella testa e nel sangue e nel destino. ma cazzo, lo sai? non so se lo sai. per questo te lo dico. son quì ubriaca di te, ubriaca di pensieri, di desideri, di paure, di ansie per te. tutto per te, con te, di te.

e mi sento come se il vento mi sferzasse, come se la vita mi ferisse. mi sento come senza appello perchè non so se ho te. non lo so. non so un cazzo. stordita e sbattuta. sai che ore sono? le tre del pomeriggio con la tavola da sparecchiare e te in circolo come alcol puro. bene o male da smaltire. sennò come ci arrivo a sera?

calpestata

pausa pranzo

quando decidi di smettere di farmi giocare da sola con le bambole, mi arrivi piano da dietro e ti sento avvicinare, sollevarmi la gonna, con la mano leggera cercare le mutandine e strofinarti contro le cosce. non serve ch'io mi volti a guardarti. mi piace sentire la tua voce sorridermi all'orecchio e il fiato caldo tra i capelli. che tu sia davvero innamorato o sia l'ennesimo gioco, non è che mi importi poi tanto. a me piace tu sappia quando è il momento di scaldarmi, di stupirmi, di costringermi a rivisitare le mie convinzioni e cancellare i passatempi solitari per concentrarmi sulla tua pelle e le tue mani. mi piace tu mi costringa a volerti così tanto da dimenticarmi quasi di respirare. 

io sogno a colori

buona domenica. ti racconto il mio sogno ancora in pigiama e spettinata? mi sono spalmata le labbra con le fragole ed erano di un rosso carminio accesissimo. mi sono spalmata la fica rasata con la panna. ho attraversato il quartiere con addosso solo quello, le autoreggenti e un reggiseno a balconcino color fucsia. elettrico. fragole e panna sembrano un pò scontate, ora che sono lucida e sveglia. ma nel mio sogno mi davano un piacere incredibile in quella loro luce così viva. ti ho cercato e ti ho trovato. e mi ti sono spalmata addosso con tutti i miei colori. quando mi sono svegliata, ti avevo già succhiato un bel pò.

le besoin rouge

stasera non lo so.. non lo so cos'ho. dev'essere colpa tua e di come sai entrarmi nei pensieri e fermartici. ho voglia di ricordarmi che sono una femmina e che mi batte forte la fica oltre che il cuore. batte di quel suo battito che parla meglio di un avvocato e sa sempre come spiegare il suo bisogno. stasera ho bisogno. ecco, cos'è. ho bisogno. le mancanze diventano voragini. mi ci tuffo in picchiata. la velocità della caduta libera mi toglie il respiro. è bellissimo. è bellissimo volerti. volerti così tanto da dimenticare di aprire il paracadute. allora apri le braccia e prendimi. non lasciarmi andare più.

gnam

devo essere tenera come il burro per te, visto che ci metti un attimo a spalmarmi sul pane. e poi in un sol boccone mi mangi. fine della piccola donna e del suo piccolo orgoglio. gnam.

spero. credo. devo.

quanta forza c'è in un mattino che nasce! bucando piano il buio e affievolendo sempre più il luccicare delle stelle. arriva lento ma inesorabile col suo chiarore. si diffonde. mette radici. allora in testa, per un attimo, ho questa idea di forza e mi lascio sedurre. ce la farò anch'io.

inviti superflui

una di quelle domeniche pomeriggio che guardi fuori dalla finestra. la guardi passare nel suo lento divenire, col naso al vetro e il fiato che lo disegna di nebbia e di mistero. 
guardo l'aria fredda e umida bagnare le tegole dei tetti e mi ricordo di me da piccola che facevo con mia sorella una stessa domenica pomeriggio. la facevo così. uguale. col tempo che sembrava pesare e l'identica, precisa voglia di colori e primavera. la stessa sensazione di fiabe sussurrate da chissà chi, chissà dove. la stessa voglia di sopraffare il grigio e uscire a giocare.

never give up?

periodo di merda.

se poi non passa?

se poi non passa, allora non ce la posso fare.

sotto il pigiama

svegliarmi nelle stelle. ancora acide, fredde, brillanti a bucare
un buio che a poco a poco rischiara.
svegliarmi nell'ansia di abbandonarmi di nuovo. liquefarmi
di nuovo per rinascere solida e carne. invece del sonno,
l'abbraccio del tuo corpo. invece del sonno, le spinte dei tuoi
battiti contro i miei seni. avrei.. sì, avrei bisogno di questo.
mi serve raccontare i miei bisogni.
soprattutto quelli che resteranno sospesi per chissà
quanto tempo. nel riconoscerli mi riconosco.
poi lascio che inizi il giorno.

resistence

mi chiamo fuori. lo so, lo faccio ogni tanto. lo faccio quando non mi riconosco nei miei pensieri, nel traffico intorno, nelle cose delle stanze e con gli occhi inciampo ovunque. così, ecco, mi chiamo fuori. mi riempio di silenzi e vuoto. che poi forse vuoto non è. tutt'altro. non lo so. non importa.

e viene subito sera

ci sono volte, quando finisce il giorno, che mi basta la luce elettrica della strada che entra dalla finestra a farmi sentire al sicuro. protetta. al riparo. mi basta quel chiarore giallo che attraversa il pizzo delle tende e si stampa sul muro sopra il letto. allora mi sento che ho fatto quel che dovevo. che va tutto bene e che domani sarà un giorno giusto.
ci sono volte, quando smetto con i piatti e la cucina brilla più di me, che un bicchiere di porto mi porta lo stesso calore di un bacio. è sera.

non è mai tempo perso contare le stelle

ho cambiato la tonalità del rossetto sulle labbra. ho cambiato la tonalità dello smalto sulle unghie. ho cambiato profumo. e insieme, il modo. ho cambiato modo. quello che indosso ora mi piace di più. niente più lacrime e malinconia. un filo di rabbia, se occorre, un filo. quanto basta per tastarmi la mia forza. e per il resto..? fantasia e sorrisi. da domani ricomincio a correre. buon anno nuovo, piccola.

prendi il respiro e soffia piano

c'era una volta.. perchè c'era, c'era davvero. c'è stato. e poi non c'è stato più. quel che arriva dopo il c'era una volta è sempre un pò confuso. fa i conti con quel che è rimasto nel cassetto e quel che aveva invece preso il volo. ma alla fine della storia mi piace questa calma che mi sento dentro. una quiete che non avrei mai supposto. in questa quiete bella che non fa rumore, sembra sia vuoto anche lo sguardo ma, che dire?, non fa male. non sento più il male. e va bene così.

andrei a caccia di sogni..

.. se non dovessi alzarmi. rotolerei giù giù in qualcosa di buio e caldo. lì mi fermerei. magari un giorno intero. mi fermerei a cercare. lo farei con calma. sì. perchè ora come ora non avere più sogni mi rabbrividisce.

bolero

tutto ghiacciato. la notte, le stelle, il buio intorno, la stanza. tutto ghiacciato. io no. io ho voglia di te e questa voglia mi scalda. le gote si arrossano. hai freddo? allora vieni. sciogliti. franami addosso e godimi.

.. anche se poi ho combattuto e infine ho perso

ho amato pazzamente quel ragazzo

lui aveva gli occhi di velluto

mi amava quando gli pareva

a volte gli ero quasi sconosciuta

aveva l'oro nella voce

..è stato bello quando l'ho vissuto..

p.bertoli