Angolo Cattivo

Ho mani fredde


Ho mani fredde che annaspano tra i sette bottoni della camicia ed il brulicare statico di infinite noccioline.Il sapore veloce affonda nella gola afona.La notte mi regala il suo inno monotono di fruscii e pause ovattate.Non posso raccogliermi nelle immagini, solo rivedermi in fotogrammi specchiati di me, di momenti prima.Il mio volto, così come è stato visto, così come l'ho visto io, con uno sguardo che sa più di congedo che di rammarico.La potenza si scarica senza emissione di luce.Ho nostalgico appetito per una tenue sapidità: la punta della lingua cerca la sua preda salina.Il mio corpo ha fragili desideri, offuscare di edonismo il candore della pelle, impregnare le stanze di olii e di presenza, riscaldare pure le pareti di respiro e di voci, di piacere condiviso e gemente.Ho mani tiepide e dita ferme, sazie e distanti da labbra già tentate.Sterilmente suadente ascolto la mia voce nel silenzio.Disteso nella pianura stretta del letto come un prato rovesciato.Io, solo un ulteriore strato del mio parco benessere.Non mi brucierà il sole.Non dovrò appassire, nè sentire sete.Solo l'ispidità del giorno che passa pungerà i polpastrelli.Ho mani calde appese al lenzuolo, separano la pelle e l'aria, sigillano il bozzolo.Nessuna frenesia, dolcezza frenata prima di dannose rincorse, prima del reflusso, quello solito, romanticamente devastante.Gli occhi hanno visto quello che già c'era.Non scriveranno dialoghi nè alimenteranno soliloqui.Il colore dominante non si può stemperare con elegie umide e volti caldi, di brividi frustati prima che siano sensazione.C'è solo fruscio, c'è solo pelle, c'è solo buio.Poi ci sarà domani.