Angolo Cattivo

R.E.M.


Con fatica affondo sogni perpendicolari nel cuscino.Galleggiano con il mio viso, naufraghi poco temerari nelle paludi della notte.Saprebbero estrarre gocciolante di incandescenze il piccolo sole di un giorno senza data, dilatare dimensioni e prospettive nella puerilità di immagini di grafite e pastello.Non è desiderabile accorciare un'agonia voluta.Il sospiro vive e muore sui crinali di onde lunghe, non lascia scie nel mio cielo basso, conserva scarni sensi di momenti appena trascorsi, rappresi in un odore conservato nella stanza chiusa, concentrati nei segmenti orizzontali di calore, di corpo, di me.Pensieri come serpenti, lunghi e squamosi si arrotolano nella loro scatola, il respiro sarà troppo flebile per destarli, non diventerà suono e voce per incantarli, per inturgidirli come corde appese al vuoto di bocche aperte dal prodigio.Le mie gambe sono vento, gonfiano di tremore le vele della nave, spingono la prua del mio viso dal fango al mare, dal mare all'oceano, e da qui al precipizio dell'orizzonte.La vertigine minima degli occhi che si chiudono, un piede scivola e l'altro inciampa.Salgo i gradini e cado mentre sono fermo, cado ancora pur essendo già caduto.Il tonfo del silenzio si diffonde come eco.Il mio viso è una bambola ed ammicca ai fantasmi evaporati ancorandoli al pavimento, il suo brivido di gomma non ha un volto o una mucosa da cercare ed adorare.Non ha parole dolci per irretire il suo passato, per crepare la pelle delicata di ogni goccia onirica, densa come un mappamondo, volatile come bolla di sapone.Affollo un cinema vuoto in cui proietto immagini senza pellicola che non sento frinire dentello per dentello, e non mi offende il pulviscolo che danza splendido e ribelle nel suo cono di luce.Ci siamo io e tanti altri io, io voglio, io tremo, io vorrei, io gioco, io vedo, io sento, io amo.Siamo io ed tanti altri io, prodotti in scadenza, deperibili al primo sole.Poi non più commercializzabili.