Creato da vivaildivertimento il 12/10/2007

Bah!

Questo blog e' dedicato a tutti coloro che si sentono incompresi, maltrattati, sfigati, tristi, arrabbiati, a chi ama la notte piu' del giorno, a me stesso...

 

 

L'inconscio

La parte di cervello che definiamo come mente inconscia possiede diverse funzioni, in particolare è:
- Responsabile delle tue azioni e pensieri involontari
- Sede delle emozioni, perché esse si manifestano senza la tua volontà
- Sede della memoria inconscia, ovvero di tutto quello che non sei consapevole di ricordare
- Sede dove sono installate le tue credenze inconsce
- Responsabile del pensiero creativo e dei sogni
- Sede degli istinti e impulsi
- Sede dell'intuito
L’inconscio è responsabile dei movimenti e delle azioni riflesse, ma è anche la sede della personalità e delle emozioni.
L’inconscio comunica messaggi, segnali ed emozioni attraverso il nostro corpo e attraverso tutti i nostri comportamenti, dalla voce alla scrittura, al modo di gesticolare.
La parte della mente inconscia è sempre attiva, 24 ore su 24, ecco perché quando dormiamo, entriamo in uno stato in cui l’inconscio può esprimersi liberamente e quello che emerge a livello consapevole (mente conscia) sono i sogni, anch'essi ricchi di messaggi, significati nascosti, desideri ed emozioni represse.
L'inconscio regola le funzioni vitali del corpo umano e forma la parte più grande della mente umana, quindi ha una potenza ed un influenza maggiore sui comportamenti. Ecco perchè provare a controllare l’inconscio tramite la logica non funziona ed ecco perchè, per esempio, è così difficile smettere di fumare o dimagrire.
La logica, il pensiero consapevole, il ragionamento, invece sono aspetti legati alla mente conscia. Essa è attiva quando sei consapevole di quello che stai facendo.
L’inconscio fu teorizzato per la prima volta da Cartesio, Locke e Leibniz. 
Sigmund Freud, padre della Psicoanalisi, fu il primo a capire il collegamento dell’inconscio con i disagi psicologici, emozionali e mentali.
Tramite la tecnica della Psicanalisi, Freud ha dato il via alla cura dei pazienti con l’analisi delle dinamiche inconsce, per scoprire i conflitti che sono alla base dei problemi psicologici.
Freud ha paragonato la mente ad un iceberg, nel quale da parte che emerge dall'acqua è la mente conscia, mentre la parte sommersa, che è molto più grande ed è nascosta, rappresenta l'inconscio.
Quello che normalmente vediamo dell'iceberg è solo la parte che emerge dall'acqua, quella su cui soffiano i venti; non siamo consapevoli che al di sotto di essa si trova una parte molto più grande, su cui spingono le correnti del mare.
Si può anche rappresentare il tutto come una carrozza trainata da cavalli dove il passeggero rappresenta la coscienza, il cocchiere rappresenta la volontà ed i cavalli la mente inconscia.

Il passeggero è colui che decide la destinazione, sceglie il tragitto e pianifica le tappe. 
Il passeggero quindi, per poter raggiungere una certa meta, devi innanzitutto sapere esattamente dove vuole andare (obbiettivo) e come vuole affrontare il viaggio (pianificazione). Deve inoltre stare sveglio per controllare che tutto proceda nella direzione giusta (consapevolezza e osservazione di sé).
Il cocchiere ha il difficile compito di gestire (mediare) la forza dell’inconscio per indirizzare il tutto nella direzione voluta, cioè deve essere in grado di gestire i cavalli e farli procedere nella direzione corretta (capacità di allineare i desideri della coscienza con la forza della mente inconscia) e deve impegnarsi (forza di volontà, appunto) affinchè facciano il proprio lavoro.
Se il cocchiere è pigro o si distrae, i cavalli andranno dove vogliono: potrebbero fermarsi a mangiare l’erbetta sul ciglio della strada, potrebbero rallentare oppure potrebbero andare nella direzione sbagliata.
Quindi deve essere sempre vigile sui cavalli e consapevole della direzione in cui stanno viaggiando per poter andare sempre dalla parte giusta. 
La volontà, infatti, (il cocchiere, appunto) non decide la direzione, ma sa qual'è e si impegna a raggiungerla.
I cavalli sono la vera forza che traina la carrozza, sono simbolo di potenza ed eleganza ma solo se utilizzati nel modo giusto portano la carrozza dove si vuole che vada, altrimenti sarà in balia delle loro pulsioni e delle loro paure (pulsioni e paure inconsce).
Quindi, per riuscire ad andare nella direzione voluta, bisogna capire come funzionano le relazioni tra tutte le varie parti della carrozza (il proprio essere) e nello stesso tempo riconoscere che esse costituiscono un insieme indivisibile.
Troppo spesso le persone si identificano con la propria mente o con il proprio corpo. Non si è ne la mente ne il corpo: si è un tutt'unico e si percorrere una strada che si ha facoltà di scegliere.
Come qualcuno ci ha insegnato, la potenza è nulla senza il controllo, una squadra di calcio non vince senza un buon allenatore, un’azienda non cresce senza un buon manager. 
Una mente, lasciata in balia di se stessa, si adatta naturalmente all'ambiente in cui è inserita e non si evolve, non persegue un obiettivo, ma è trainata dalle circostanze, proprio come un carro lasciato senza cocchiere.
Se l’adattamento che abbiamo avuto finora non ci soddisfa appieno, dobbiamo riprendere in mano le redini della nostra mente per dare le dritte nella direzione in cui vogliamo andare e cercare di far in modo che i cavalli rispondano come voluto e la cosa non è per niente semplice...

 
 
 

Soddisfazione

Post n°972 pubblicato il 22 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 



Importante: finire ogni giornata con una soddisfazione...

Come oggi!

 
 
 

Buona primavera

Post n°971 pubblicato il 21 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 



Mi sento disintegrato: è arrivata la primavera!

Buona primavera a tutti...

 
 
 

Bill Gates

Post n°970 pubblicato il 16 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 




William Henry Gates III, meglio noto come Bill Gates (Seattle, 28 ottobre 1955), è un imprenditore, programmatore e informatico statunitense, fondatore e presidente onorario di Microsoft. 
È stato l'uomo più ricco del mondo dal 1996 al 2009, con l'eccezione dell'anno 2008, in cui si è classificato terzo, e il secondo più ricco al mondo dal 2010 al 2012. Nel 2013, il suo patrimonio stimato è di 73 miliardi di dollari, aumentato del 16% rispetto al 2012, cosa che gli ha consentito di tornare in vetta alla classifica degli uomini più ricchi al mondo dal 2014.
Il padre William H. Gates II era un noto avvocato mentre, la madre Mary Maxwell, sedeva nel consiglio di amministrazione di First Interstate BancSystem e United Way ed era professore all'Università di Washington. Il nonno materno di Gates, JW Maxwell, era banchiere.In un primo tempo, entrambi i genitori avrebbero desiderato che il piccolo Bill intraprendesse studi giuridici.
Nel 1968, l'anno in cui si iscrisse alla prestigiosa scuola privata Lakeside, Gates ebbe accesso per la prima volta ad un computer ,ovvero un DEC PDP-11 di proprietà della Computer Center Corporation. La scuola aveva affittato un certo numero di ore di utilizzo con lo scopo di scoprire e correggere i bug. Gates, il compagno di studi Paul Allen ed altri studenti (alcuni dei quali diventeranno poi dipendenti di Microsoft), divennero inseparabili dal computer. Cominciarono anche ad avere problemi con la scuola, arrivando in ritardo o con i compiti non svolti, marinando la scuola per rimanere invece nel locale del computer. Pare che consumassero così tutte le ore a disposizione della scuola in poche settimane.
Nell'autunno del 1968, la scuola si accordò con una nuova società per offrire un altro computer a disposizione anche degli studenti. Il gruppetto di Gates non impiegò molto tempo per provocare problemi, causando vari blocchi al sistema e superando i sistemi di sicurezza integrati. Così riuscirono a modificare il numero di ore da loro usate al computer. Scoperti, furono banditi per alcune settimane dal computer. Alla fine del 1968, Gates, Allen ed altri due del gruppo, fondarono la Lakeside Programmers Group. La stessa società che li aveva banditi li assunse per trovare le debolezze del loro sistema, ed in cambio diede loro tempo illimitato per usare il computer. Nel marzo del 1970 la società chiuse e la Lakeside Programmers Group dovette cercare altri modi per ottenere accesso ad un computer.
Nel 1972, Bill e Paul fondarono la Traf-O-Data, che progettò un computer per misurare il traffico stradale (ne ricavarono ventimila dollari). La Traf-O-Data durò fino alla fine degli studi di Bill. I due lavorarono insieme anche per informatizzare il sistema di gestione della scuola (ricavando 4.200 dollari). Negli ultimi anni di scuola, ricevettero un'offerta dalla TRW: dovevano non solo trovare le debolezze del loro sistema ma anche implementare i rimedi.
Nel 1973, Gary Kildall scrisse un semplice sistema operativo, il CP/M (Control Program/Monitor), e lasciò i sorgenti accessibili a tutti per scopi didattici. Nell'autunno del 1973, Bill Gates si iscrisse in Legge alla Harvard University, come desideravano i suoi genitori, ma in più si iscrisse anche al corso di matematica. Da studente, come alle scuole superiori, non ottenne risultati di particolare rilievo e si perse nuovamente nel centro informatico dell'istituto ("Fui bocciato in alcune materie agli esami, ma il mio amico passò in tutte. Ora lui è un ingegnere alla Microsoft, mentre io sono il proprietario della Microsoft."). A Lakeside, Gates, Allen ed un loro amico esperto nel cablaggio elettronico, costruirono un loro computer, usando il processore Intel 8008. Il gruppo ebbe l'opportunità di fare una dimostrazione del prodotto, ma dopo il fallimento della prova, l'idea di fondare una società per produrre hardware di computer fu abbandonata.
Nel dicembre 1974 uscì sul mercato americano il primo kit di montaggio per Microcomputer Altair 8800. Gates ed Allen intuirono che il mercato dei computer personali stava per esplodere e sarebbe servito software per le nuove macchine. Iniziarono così a sviluppare software usando l'hardware della General Electric, con cui Gates ed Allen avevano avuto le prime esperienze, ed il linguaggio BASIC. Questo era disponibile anche sulle macchine DEC e Gates, pensò di contattare la MITS, società produttrice dell'Altair, proponendo software specifico per il loro modello Altair 8800. La società si disse molto interessata e Gates, lavorando freneticamente, in otto settimane produsse le modifiche, mentre Allen sviluppò un simulatore dell'Altair sul PDP-10 della scuola. Successivamente, Allen portò il programma alla società per la prima prova sull'Altair: superata la prova, la società acquistò il software, che venne commercializzato col nome di Altair BASIC.
Gates e Allen si trasferirono ad Albuquerque (Nuovo Messico), sede del MITS (Micro Instrumentation and Telemetry Systems) e, nell'aprile 1975, Gates ed Allen fondarono la Microsoft Corporation. La Microsoft vendette il suo sistema Basic alla NCR Corporation e all'Intel.
Il 1º gennaio del 1979 Bill Gates spostò la Microsoft con i suoi 16 dipendenti a Seattle (Washington). Nelle assunzioni Gates preferì persone intelligenti e senza precedente esperienza di lavoro. L'espansione portò allo sviluppo di un foglio di calcolo elettronico Multiplan per Apple II e per PC con sistema operativo CP/M nel 1982.
Nel 1980, Tim Paterson, partendo dai sorgenti del CP/M, scrive in un paio di mesi il sistema operativo QDOS (Quick and Dirty Operating System) per essere usato sui computer basati sull'Intel 8086 prodotti da Seattle Computer Products al posto del CP/M-86 che la Digital Research tardava a completare.
Tim Paterson mostra a Microsoft il suo 86-DOS e, nel dicembre 1980, Gates acquistò il sistema operativo SCP-DOS da Seattle Computer Products, chiedendo i diritti per un cliente che non specificava (si trattava dell'IBM, la madre Mary Gates era nel c.d.a. della United Way con il CEO John Opel). Microsoft pagò meno di $100.000 per i diritti del sistema operativo, con il nome 86-DOS.
Microsoft chiamò Paterson, che la SCP non aveva legato con un contratto esclusivo, per adattare il 86-DOS all'IBM 5150 PC e poi al PC-XT dell'IBM. 
Il sistema operativo modificato è chiamato MS-DOS. 
L'IBM si rifiutò di comperare la licenza di MS-DOS e allora Gates fece un accordo secondo cui avrebbe fornito all'IBM i sistemi operativi per la nuova linea di personal computer.
Nel frattempo, la Apple ottenne l'aiuto della Microsoft per scrivere alcune applicazioni per il loro sistema operativo Macintosh.
Questo portò allo sviluppo di Microsoft Word per Macintosh nel gennaio 1984 e di Microsoft Excel nel settembre 1985.
Nell'aprile 1983 la Microsoft adottò il mouse in alcune applicazioni e poi nel novembre 1983 in un'interfaccia grafica funzionante sul sistema operativo MS-DOS. Questa interfaccia grafica si sviluppò poi nel 1985 in Windows 1.0, via via sviluppata fino alla versione Windows 3.1 nel 1992. 
Nel 1985 Microsoft e IBM iniziano una collaborazione per la successiva generazione di sistemi operativi: l'OS/2. Questo è anche l'anno dell'80386. La collaborazione con l'IBM dura fino al 1991, anno in cui Gates decide che non serve più e modifica il nome del proprio OS/2 in Windows NT.
Già dal marzo 1986, la Microsoft fu quotata in borsa. L'offerta iniziale per azione di $21.000.000 fece diventare Bill Gates di colpo un milionario. Nel 1987 all'annuncio di Microsoft e IBM della distribuzione di OS/2 v. 1.0, che avrebbe dovuto sostituire MS-DOS, le azioni raggiunsero i $100.000.000 di quotazione quindi si suppone che Gates sia stato, sul principio degli anni duemila, l'uomo più ricco del mondo.
Nel gennaio 1994, Gates ha sposato Melinda French, una dirigente delle vendite della sua società, a Lanai, Hawaii, con la quale ha avuto tre figli: Jennifer Katharine (26 aprile 1996), Rory John (23 maggio 1999) e Phoebe Adele (14 settembre 2002). La famiglia abita in una casa che si affaccia sul Lago Washington in Medina. Il valore della casa viene stimato, nel 2006, in 125 milioni di dollari. 
Nel 1995 lancia Windows 95 e, insieme alla moglie, nel 2000 Gates fonda la Fondazione Bill & Melinda Gates, organizzazione umanitaria privata che si occupa di combattere alcune malattie come l'AIDS soprattutto nel Terzo mondo.
Il 27 giugno 2008, dopo trentatré anni, Bill Gates dà ufficialmente le dimissioni da amministratore delegato di Microsoft Corporation per dedicarsi a tempo pieno alla Fondazione Bill & Melinda Gates insieme alla moglie, alla ricerca di nuovi software e hardware, per una maggior semplicità di utilizzo da parte degli utenti ma rimane il presidente onorario di Microsoft Corporation.

 
 
 

Ancora vivo: il ritorno!

Post n°969 pubblicato il 15 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 



Oggi, una mia creazione è stata completata con successo!

Adesso è proprio ufficiale: sono tornato...

 
 
 

Capi

Post n°968 pubblicato il 14 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 



I capi: più sono lontani e meglio è!

Dovrebbero stare sempre in trasferta...

 
 
 

RSA






In crittografia la sigla RSA indica un algoritmo di crittografia asimmetrica, inventato nel 1977 da Ronald Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman utilizzabile per cifrare o firmare informazioni.
Nel 1976 Whitfield Diffie e Martin Hellman, crittologi americani, furono i primi a pubblicare un sistema che si basasse sulla creazione di un cifrario "asimmetrico" composto da "chiavi pubbliche", anche se pochi anni prima ci avevano già pensato James H. Ellis, Clifford Cocks, e Malcolm J. Williamson dei servizi segreti inglesi, la notizia era coperta dal segreto militare e fu rivelata soltanto nel 1997 (!).
Il sistema di crittografia si basa sull'esistenza di due chiavi distinte, che vengono usate per cifrare e decifrare. Se la prima chiave viene usata per la cifratura, la seconda deve necessariamente essere utilizzata per la decifratura e viceversa. La questione fondamentale è che nonostante le due chiavi siano fra loro dipendenti, non sia possibile risalire dall'una all'altra, in modo che se anche si è a conoscenza di una delle due chiavi, non si possa risalire all'altra, garantendo in questo modo l'integrità della crittografia.
Per poter realizzare con il cifrario asimmetrico un sistema crittografico pubblico è importante che un utente si crei autonomamente entrambe le chiavi, denominate "diretta" ed "inversa", e ne renda pubblica una soltanto. Così facendo si viene a creare una sorta di "elenco telefonico" a disposizione di tutti gli utenti, che raggruppa tutte le chiavi dirette, mentre quelle inverse saranno tenute segrete dagli utenti che le hanno create e da questi utilizzate solo quando ricevono un messaggio cifrato con la rispettiva chiave pubblica dell'"elenco" da parte di un certo mittente, ottenendo in questo modo i presupposti necessari alla sicurezza del sistema.
Per ottenere una discreta sicurezza è necessario utilizzare chiavi binarie di almeno 2048 bit. Quelle a 512 bit sono ricavabili in poche ore. Le chiavi a 1024 bit, ancora oggi largamente utilizzate, non sono più consigliabili in quanto potrebbe essere possibile ottenere la chiave in un solo anno di tempo, al costo di un milione di dollari (!): un costo sostenibile per qualunque grande organizzazione, agenzia o intelligence.
Facendo un esempio pratico, se Alice vuole spedire un messaggio a Bob e non vuole che altri all'infuori di Bob possano leggerlo, Alice cercherà sull'elenco la chiave pubblica di Bob e con quella potrà cifrare il messaggio. Essendo Bob l'unico a possedere la chiave inversa, sarà anche l'unico a poter decifrare il messaggio, che rimarrà così segreto per tutti gli altri. Ovviamente il successo di questo sistema si basa sull'assoluta necessità che Bob sia l'unico ad essere in possesso della chiave inversa. In caso contrario, avendo entrambe le chiavi, chiunque potrebbe decifrare agevolmente il messaggio.
Con questo metodo di cifratura è possibile anche garantire la provenienza di un messaggio. Riprendiamo l'esempio precedente: Alice questa volta, prima di cifrare il messaggio usando la chiave pubblica di Bob, lo cifrerà usando la propria chiave inversa e solo in un secondo momento lo ri-crittograferà utilizzando la chiave pubblica di Bob. Quando Bob riceverà il messaggio e lo decifrerà usando la propria chiave inversa, otterrà ancora un messaggio crittografato. Quel dato messaggio necessiterà poi della chiave pubblica di Alice per essere decifrato, garantendo in questo modo che il messaggio è stato spedito solo e soltanto da Alice, unica a possedere la chiave inversa con la quale era stato crittografato il messaggio.
Più semplicemente, utilizzando questo metodo di cifratura, Alice può mandare messaggi a tutti, garantendo la provenienza. Infatti cifrando il messaggio con la propria chiave inversa, chiunque sarà in grado di leggere il messaggio, decifrandolo con la sua chiave pubblica, assicurandosi in tal modo che il mittente sia proprio Alice.
È nel 1978 che questo sistema trova la sua applicazione reale. Infatti sono proprio i tre ricercatori del MIT (Ronald Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman) che hanno saputo implementare tale logica utilizzando particolari proprietà formali dei numeri primi con alcune centinaia di cifre. L'algoritmo da loro inventato, denominato RSA per via delle iniziali dei loro cognomi, non è sicuro da un punto di vista matematico teorico, in quanto esiste la possibilità che tramite la conoscenza della chiave pubblica si possa decifrare un messaggio, ma l'enorme mole di calcoli e l'enorme dispendio in termini di tempo necessario per trovare la soluzione, fa di questo algoritmo un sistema di affidabilità pressoché assoluta.
Ronald Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman nel 1983 hanno brevettato l'algoritmo negli Stati Uniti dal MIT (scaduto il 21 settembre 2000); inoltre hanno dato vita alla società RSA Data Security, tutelando così i propri interessi commerciali. In seguito la Security Dynamics acquisì la società e vendette l'utilizzo degli algoritmi a società come Netscape, Microsoft ed altri. L'algoritmo RSA costituisce la base dei sistemi crittografici su cui si fondano i sistemi di sicurezza informatici utilizzati sulla rete Internet per autentificare gli utenti.
Per aumentare ulteriormente la sicurezza, sono stati ideati i cosidetti token.



Un token per la sicurezza (chiamato anche token hardware, token per l'autenticazione, token crittografico, o semplicemente token) è un dispositivo fisico necessario per effettuare un'autenticazione.
Un token si presenta spesso sotto forma di dispositivo elettronico portatile di piccole dimensioni, alimentato a batteria con autonomia nell'ordine di qualche anno, dotato di uno schermo e talvolta di una tastiera numerica. Alcuni token possono essere collegati ad un computer tramite una porta USB per facilitare lo scambio di dati.
Un token può anche essere di tipo software, ove le informazioni necessarie risiedono direttamente nel computer dell'utente, e non in un oggetto esterno.
A volte, il token è necessario non tanto per autenticarsi all'applicazione login quanto per effettuare le transazioni/operazioni ovvero le cosiddette disposizioni.
Un token è tipicamente un generatore di numeri pseudocasuali ad intervalli regolari (nell'ordine di poche decine di secondi) secondo un algoritmo che, tra i vari fattori, tiene conto del trascorrere del tempo grazie ad un orologio interno. Altri fattori che influenzano l'algoritmo possono essere il numero di serie del token, o altri codici numerici associati al possessore all'atto della consegna del token.
Lo stesso algoritmo è anche implementato su di un server di autenticazione, che è stato inizialmente sincronizzato con il token e che, quindi, genera la stessa sequenza di numeri pseudocasuali del token negli stessi momenti, pur non essendoci alcuna comunicazione tra i due oggetti.
Tale numero, casuale e transitorio, viene combinato con un PIN noto all'utente ed al sistema di autenticazione per generare una password temporanea, o di sessione, che può essere usata per effettuare l'autenticazione entro la scadenza dell'intervallo temporale. La password di sessione è formata da PIN (fisso) + numero visualizzato dal token.
Di conseguenza, la password temporanea per l'autenticazione sarà diversa in momenti diversi della stessa giornata.
L'autenticazione a due fattori è data dal fatto che per generare la password temporanea corretta è necessario:
  • possedere lo specifico token che, in un dato istante, genera lo stesso numero pseudocasuale generato dal server di autenticazione;
  • conoscere il PIN con cui il numero va combinato.
Considerato che la password temporanea scade dopo poche decine di secondi, chi volesse violare la sicurezza dovrebbe non solo indovinare quella valida per il particolare istante, ma dovrebbe anche usarla prima che essa scada. Per questo motivo, un token eleva notevolmente gli standard di sicurezza. Se il violatore volesse avere più tempo per violare la sicurezza dovrebbe scoprire l'algoritmo, che gli permetterebbe di poter continuamente rigenerare la password temporanea. Questi algoritmi però hanno un livello di complessità molto elevata da rendere difficile la decriptazione anche ai computer più potenti al mondo.

 
 
 

Scommettere

Post n°966 pubblicato il 04 Marzo 2016 da vivaildivertimento
 



È sempre sbagliato scommettere su una cosa sola. 

È troppo facile perdere...

 
 
 

I love my little sister





 my little sister...

 
 
 

Hans Kammerlander



Hans Kammerlander è nato ad Acereto in Valle Aurina, come sesto figlio di  una famiglia contadina. 
La mamma è deceduta che Hans aveva appena 10 anni. 
Il padre, di professione calzolaio e contadino, è stato un genitore severo nell’educazione dei figli, ma al contempo anche una persona dolce ed affabile. A crescere materialmente i figli, dopo la morte della madre, è stata la sorella più grande.
La prima montagna Hans Kammerlander l’ha scalata all’età di 8 anni seguendo di nascosto due turisti che salivano sul Picco Palù (Moos-stock 3059 m), montagna che sovrasta Acereto, il suo paese natio. Fu scoperto solo una volta giunto in cima, ma ad attenderlo non fu la solita tirata di orecchie, bensì una mela e una vista spettacolare che avrebbe condizionato ed indirizzato la vita futura del ragazzino nato in una umile famiglia contadina. Fu in quel giorno che è iniziato un cammino che nessuno avrebbe potuto prevedere, un cammino lungo il cui percorso lo ha condotto sempre più in alto.
Negli anni successivi si moltiplicarono le iniziative alpinistiche del ragazzo che si esponeva tuttavia a rischi non sempre controllabili. 
Nel 1971 il fratello maggiore Alois, a sua volta guida alpina e di 10 anni più vecchio, venne a sapere delle avventure temerarie del fratello minore Hans, allora quindicenne, e decise di iscriverlo ad un corso di arrampicate in modo che potesse apprendere e si impossessasse  delle tecniche alpinistiche ivi comprese quelle che insegnavano un corretto utilizzo di carabine, corde e piccozze. In compagnia del fratello maggiore, Hans intraprese le prime grandi scalate sulle pareti nord del Sassolungo (Langkofel e Peitlerkofel). Dalle vette di queste montagne ha avuto la possibilità di vedere in lontananza il suo luogo natio e nel contempo trarre ispirazione per il raggiungimento di nuovi ed innumerevoli traguardi futuri.
Il tempo libero Hans lo dedicava esclusivamente alle arrampicate, al raggiungere sempre nuove vette ed alle corse in montagna, disciplina questa che ha praticato per sei anni a livello agonistico. Tutte queste attività, unite a quelle lavorative che comportavano sforzi enormi per lavorare i pendii del maso nativo di montagna, hanno fatto si che l’uomo ottenesse una condizione fisica di assoluta eccellenza, fatta di resistenza e di adattamento alle più svariate situazioni.
Nell’evoluzione alpinistica di Hans hanno avuto un ruolo primario anche i suoi amici, primo fra tutti Werner Beikircher che lo ha accompagnato nelle grandi escursioni/avventure combinate su ghiaccio, roccia e territori per lo più inesplorati, oltre che nelle scalate classiche dei versanti nord del Matterhorn, Eiger e Grandes Jorasses.
Kammerlander riuscì quindi molto presto a trasformare quello che era un suo sogno coltivato sino dall’infanzia in un lavoro che lo ha poi accompagnato per tutta la vita. All’età di 21 anni ha conseguito le abilitazioni necessarie per ottenere i brevetto di guida alpina e maestro di sci. Sono stati anche gli anni dell’incontro con Friedl Mutschlechner, allora considerato il miglior scalatore sudtirolese, con il quale oltre a condividere molte e difficili scalate sulle pareti dolomitiche, è nata anche una grande amicizia. Nei periodi in cui i due non erano impegnati in escursioni Hans si dedicava alle scalate in solitaria senza l’ausilio di corde e rinunciando alle sicurezze.
Il suo posto di lavoro era presso la scuola alpina sudtirolese di Reinhold Messner dove si dedicava ad accompagnare gli ospiti in scalate di vette più o meno famose. Nell’ambito della scuola ha diretto vari corsi ed ha attirato l’attenzione su di se effettuando scalate ed imprese non affrontate da nessuno prima di lui.
Nel 1982 ReinholdMessner  inoltrò Hans Kammerlander nel mondo delle vette più alte del pianeta. Fu infatti in quell’anno che i due organizzarono una  spedizione comune che si prefiggeva di scalare per la prima volta la parete sud – est del Cho-Oyu. La spedizione nell’occasione non ebbe esito positivo ma i due, negli anni successivi, scalarono insieme 7 dei 14 ottomila esistenti, seguendo a volte vie non percorse da nessun altro scalatore al mondo. Scalarono per primi al mondo la parete nord-est dell’Annapurna e furono anche i primi a conquistare ben due ottomila nell’ambito della stessa spedizione e cioè le vette del Gasherbrum sul Karakorum. Nel 1986 salirono entrambi sulla vetta del Lhotse e fu proprio in quella occasione che Reinhold Messner raggiunse il traguardo di essere stato il primo uomo al mondo a scalare tutti gli ottomila del pianeta.
Con il passare degli anni Hans Kammerlander continuò per la sua strada riuscendo a scalare 13 dei 14 ottomila. Scelse di confrontarsi con scalate fatte senza portatori, senza ossigeno, sempre in minor tempo ed iniziò ad utilizzare gli sci per le successive discese. Nel 1990 riuscì per primo a scende con gli sci dalla parete Diamir del Nanga Parbat. Nel 1996, sempre come primo uomo al mondo, gli riuscì l’impresa di scendere con gli sci fino al campo base dalla parete nord del monte Everest. La scalata dell’Everest in 16 ore e 40 minuti è tutt’ora quella più veloce di tutti i tempi sulla parete nord del monte più alto al mondo. Per la salita e la successiva discesa gli sono occorse complessivamente 23 ore e 50 minuti.
Hans Kammerlander ha partecipato a ca. 40 spedizioni in Himalaya,  Karakorum ed altre parti del mondo. Come in tutte le cose della vita non tutte le spedizioni sono state baciate dalla fortuna e anzi spesso sono state accompagnate da dolori e tragedie, come quelle rappresentate dalla perdita per incidenti di alcuni carissimi amici e compagni.
Nel 1991, durante una spedizione sul Manaslu in Nepal, morirono a poche ore di distanza il gardenese Karl Grossrubatscher (precipitato nel vuoto) e Friedl Mutschlechner (colpito da un fulmine). Reinhard Patscheider, che ha accompagno Hans Kammerlander sull’Annapurna, precipitò sulle alpi al Grand Cobin. Luis Brugger, nativo della Valle Aurina, perse la vita al Jasemba. Il francese Jean-Christof Lafaille, che scalò con Kammerlander il K2, non tornò più da una spedizione invernale sul Makalu. Sul Nanga Parbat ha perso la vita anche il gardenese Karl Unterkircher che con Kammerlander ha scalato con successo il Jasemba. 
Nonostante tutto Kammerlander non si è mai perso d’animo è ha continuato in quella che per lui è sempre stata una missione di vita. Il continuare, nonostante tutto, rappresentava per lui anche un modo di superare e di andare oltre le disgrazie ed il dolore che la perdita di tanti amici ha comportato nella sua persona.
Con la conquista del K2 in Kammerlander è nata una nuova idea e più precisamente quella di volere scalare tutte le seconde cime più alte di tutti e sette i continenti. L’impresa, non riuscita sino ad allora a nessun alpinista al mondo, ha iniziato a prendere corpo nel 2009. Dopo il K2 ha scalato infatti L’Ojos del Salado nel deserto sudameri-cano dell’Atacama e poi in successione il Gora Dychtau in Russia, il Mount Kenya in Africa, il Puncak Trikora in Indonesia, il Mount Tyree in Antartico e per ben due volte il Mount Logan nel Nord America dopo che sono stati espressi dubbi sul fatto che nel primo tentativo avesse realmente raggiunto la cima. Effettuando la seconda scalata ha così eliminato dalla discussione ogni dubbio che in proposito potesse sorgere nell’opinione pubblica. Il progetto ambizioso che ha avuto inizio, come detto nel 2009, è stato portato felicemente a termine nel 2012.
Allo stato attuale Kammerlander ha effettuato ben 2500 scalate in tutte le parti del mondo di cui 50 effettuate come primo uomo al mondo. 60 scalate del VI grado sono state effettuate in solitaria, come ad esempio quelle delle Tre Cime di Lavaredo, del monte Civetta, della Marmolada, del Gruppo del Sella e del Monte Cavallo. Per 15 anni ha diretto la scuola alpina dell’Alto Adige, da lui acquisita da Reinhold Messner nel 1988, per poi lasciare l’incarico nel 2003.
Nel 2002 a Berlino è stato nominato “Ambasciatore ufficiale delle montagne”. Nello stesso hanno è stato insignito dalle Province di Trento e Bolzano del “premio Rotary” per il suo impegno e contributo alla realizzazione del progetto di aiuti al Nepal. E’ ormai da anni che Kammerlander si impegna in prima persona nell'organizzazione di aiuti “Nepalhilfe Beingries” nel cui ambito ha contribuito alla realizzazione di 15 scuole, un ospizio ed un orfanotrofio.
Tra le grandi esperienze della sua vita per Hans Kammerlander sono senza dubbio da annoverarsi  i due incontri avuti con il Dalai Lama, la suprema guida religiosa e spirituale dei tibetani, e l’incontro con Sir Edmund Hillary, il primo scalatore che ha conquistato il monte Everest per il quale Kammerlander è diventato un esempio da seguire, in particolare per quanto riguarda il suo impegno sociale per gli aiuti al Nepal.
Nei mesi estivi Kammerlander si dedica alle sue montagne delle Alpi ed in particolare a quelle del Sudtirolo. Molto interesse riscuotono le sue escursioni di 24 e di 36 ore, che rientrano tra gli eventi sportivi più impegnativi dell’arco alpino, sia per quanto riguarda le capacità di resistenza che la ferrea volontà richieste per affrontarli.
Hans Kammerlander è nato nel 1956 e tutt’oggi vive nel suo paese natio di Acereto. Oltre a tenere molti convegni, si dedica anche a dare consigli tecnici ai produttori di attrezzature da montagna e per le attività all’aperto. Dal 2008 è anche titolare di un negozio specializzato negli sport di montagna che ha sede ad Anif nel Salisburghese.
Ha pubblicato complessivamente 7 libri che trattano di materie alpinistiche. Sul suo conto sono stati girati documentari televisivi ed articoli apparsi in vari media. 
Hans Kammerlander è padre di una bambina ed è un grande appassionato di auto d’epoca.

Una vita appesa ad un filo di seta...

 
 
 

Si riparte (continuazione)

Post n°963 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da vivaildivertimento



Cima Canali e Pala di San Martino dal Rosetta:


Cristo pensante:


Poesia del Cristo Pensante:


Croce originale cima Castellazzo (2330 s.l.m):


Marmolada dalla cima Castellazzo:


Pale di San Martino dalla cima Castellazzo:




Trekking del Cristo Pensante:


 
 
 

Si riparte

Post n°962 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da vivaildivertimento

Si, dai, si riparte.
Avevo quasi deciso di abbandonare il mio blog perchè non mi andava di aggiornarlo ma le alternative (Facebook) sono veramente troppo noiose ed una messaggio di NoRiKo564 è stato determinante: grazie Giulia!
Allora via: al lavoro.
Ricominciamo cronologicamente e... scusate il ritardo.
Ero partito, nel lontano Agosto 2015, per le mie vacanze pieno di problemi.
Avevo intuito giusto: la mia autostima era sotto i tacchi, a causa di problemi al lavoro, ed  avevo bisogno di soddisfazioni.
I miei problemi al lavoro dipendevano dal fatto che non avevo attività a sufficienza per riempire tutto il tempo in cui dovevo prestare presenza e ciò mi dava notevoli problemi sia perchè quel poco che avevo da fare era assolutamente ripetitivo e noioso, sia perchè non riuscivo a trovare "passatempi" durante i momenti morti in quanto avevo esaurito i miei interessi.
E ciò si ripercuoteva nella mia vita extra lavoro: trovavo tutto noioso.
E d'altra parte, uscire dalla noia non è cosa semplice.
Non sono state vacanze facili perchè non sono riuscito a staccare la spina da questi pensieri.
E fare gite con la mente non serena è stato veramente difficile.
Visto che, ormai, non faccio alcuna attività fisica ed, ormai, purtroppo, ho una certa età ma dovevo comunque fare qualcosa di soddisfacente per aumentare, appunto, la mia autostima, ho optato, opportunamente, nell'affrontare i sentieri che mi prefiggevo, per una nuova modalità: non era importante raggiungere la meta, fortunatamente sempre raggiunta, ma era importante il viaggio, il come.
Quindi non ho mai affrontato i percorsi ad alta intensità, come in gioventù, ma con calma con delle pause per apprezzare il tutto.
E questo approccio ha funzionato alla grande.
Anche se le sigarette non sono mancate (che siano maledette) non ho bevuto una sola goccia di birra e questo ha giovato alla mia ricostituzione.
E piano, piano, con qualche bella soddisfazione, le cose sono andate un pò meglio e sono tornato a casa un pò meglio.
Ho fatto rilevare i miei problemi ai miei capi i quali mi hanno dato un pò di lavoro in più che sono riuscito a svolgere nonostante qualche difficoltà iniziale dovuta, molto probabilmente, al fatto che ero decisamente arruginito.
Ma la vera svolta è avvenuta, che ci crediate o meno, il primo Febbraio di quest'anno.
Mi ero accorto che, improvvisamente, non riuscivo più a vedere bene da lontano.
Sono dovuto andare dall'oculista ed ho scoperto di aver perso ben due diottrie: in totale, tre sull'occhio sinistro e tre e venticinque su quello destro; avrei dovuto indossare sempre gli occhiali.
Panico.
Io odio gli occhiali e non sopporto di portarli (e probabilmente ho il complesso).
Ma in qualche modo avrei dovuto vedere.
Allora ho optato per le lenti a contatto.
Ho dovuto sostituire le lenti dei miei occhiali con lenti adeguate al nuovo visus (quattrocentosettantotto euri!) e, per venti euro, mi sono fatto riinsegnare a mettere le lenti a contatto.
Mettere le lenti a contatto, per me, non è mai stato facile.
Durante la prova, avvenuta appunto il primo di Febbraio, l'assistente si è accorta che il maggior problema era dovuto al fatto che praticamente non avevo lacrimazione sufficiente.
Allora mi ha dato delle "lacrime gel" (la cui stessa parola fa ben capire).
Un paio su un occhio ed una sulla lentina ed il gioco è fatto.
Un uomo nuovo!
La prima cosa che ho fatto è stato ordinarmi un libro e, sulla scia dell'entusiasmo, a lavoro ed in ogni altro ambiente, mi sono ripreso in mano cose sospese e, dopo un iniziale adattamento dovuto sempre ad una certa ruggine, mi sono immerso in questa nuova vita.
Ho ricevuto complimenti, soddisfazioni, ed ora sono sommerso di cose da fare.
Restava il mio blog.
Superato l'alibi del "troppe cose da fare", rieccomi qua.
Scusate ancora il ritardo ma sono tornato e, per l'appunto, un uomo nuovo!
Spero non mi capiti più un periodaccio come quello passato (iniziato nella metà della primavera scorsa) e spero di non darmi più alla "latitanza".
Ed ora le foto delle mie vacanze.

Cimon della Pala da Punta Rolle:







Val Primiero dalla Punta Rolle:



Alla base del Cimerlo:




Val Primiero dalla base del Cimerlo:



Stelle alpine alla base del Cimerlo:



Cimerlo Dal rifugio Piereni:



I ruderi di Malga Pradidali:



La Portela:



Val Canali:









Castel Pietra:



Miciotta di Fiera di Primiero (Luna):



Arrivo della funivia Rosetta:



Rosetta:



Sentieri dal rifugio Rosetta:






 
 
 

Vacanze


Da domani sarò finalmente in vacanza nelle mie amate montagne.
Spero di ricevere la carica abituale che mi è mancata in questo ultimo mese e che mi ha portato a questa maledetta sindrome depressiva.
Ho capito le cause di tutto questo: ho bisogno di soddisfazioni ed in questo periodo non le ho avute.
Spero di poter ritrovare il sorriso ed il buon umore che mi è tanto mancato in questo periodo.
Per ritrovare un pò di carica ed energia ho già iniziato una cura ricostituente e spero che questo possa giovarmi.
Come in tutti i brutti periodi non sono affatto mancati episodi sfortunati: problemi finanziari, multe, ed altri fino all'ultimo in cui mi hanno trovato un ascesso ad un dente che dovrò curare in montagna con un lavoro di un'ora e mezza per quattrocentotrenta euro.
Purtroppo ho avuto, cosa più importante, anche notevoli e complicati problemi a lavoro che sono ancora da risolvere e che mi angosciano solo al pensiero di quando tornerò e che, quindi, oltre a minare la mia serenità nell'ultimo mese spero, ma la vedo dura, che non danneggino anche le mie vacanze.
Mi scuso con i pochi che seguivano il mio blog e non sono stato molto presente ma purtroppo ho veramente attraversato un periodo difficile.

Che dire: che Dio me la mandi buona...

 
 
 

Il vuoto


Si: il vuoto.
Purtroppo attualmente la mia vita è praticamente vuota.
Vivo continuamente nella noia più abissale, non riesco a trovare nulla che mi interessi.
Improvvisamente, da un mese all'altro, il mondo sembra essersi completamente appiattito.
Nei miei fine settimana lunghi, vado al mare di malavoglia, gioco a carte (scala quaranta), per trascorrere il tempo e perdo regolarmente.
Secondo me, quando le cose vanno male, in un certo senso, anche le carte te lo dicono.
Le finanze sono ristrette, per cui, mattate non ne posso fare.
Non parliamo poi del lavoro: devo fare quattro vaccate "temporizzate" (per l'esattezza, ricerche in determinati momenti) e mi resta un tempo infinito di cui non so proprio cosa farmene.
Ho esaurito tutte le risorse che potevo utilizzare, mi sono guardato infiniti film perfino riesumando video cassette (un videoregistratore, anche se a mal partito ce l'ho ancora) con partite di basket NBA di quando giocavo ancora (si, non nell'NBA, ovviamente) e che ho rivisto con piacere.
Ma, poi, la fonte si è esaurita.
Ho una valanga di film registrati ma, maledetti loro, se va bene ne trovo uno su dieci che mi soddisfa.
E così vado a letto sempre nervoso.
Maledetta televisione: o film già visti oppure film che girano da un canale all'altro.
Ed anche questo non aiuta affatto.
Pensate che una volta riuscivo perfino a guardare il telegiornale!
Ma adesso anche le notizie sono stupide: se c'è qualcosa di interessante avviene sempre molti giorni dopo e poi ancora giorni dopo.
Solo forse una cosa potrebbe tirare su di morale ma ci vorrebbero parecchi soldi.
Qualcuno ha detto che dovrei andare dalla psicologo.
Mah!
Per raccontare forse che ci sono delle cose che una volta potevo fare perchè ero molto più giovane ed ora non più?
Mi direbbe che potrei farle lo stesso ma io ho, purtroppo, una mentalità competitiva, ogni cosa la farei sempre al limite (stressandomi) e non accetterei il mio declino, e, purtroppo, non l'accetto, in tutti i sensi.
Forse per questo dovrei andarci?
Mah, chissà, può darsi.
E' una vita che cerco una passione da quando ho smesso di fare sport, l'avevo trovata. la musica da discoteca, e mi hanno castrato pure quella.
Potrei riprendermela per me stesso.
A prescindere che sarebbe un'attività quantomeno faticosa, ma per cosa, per ridirmi di nuovo "ma che bravo che sono"?
L'anno scorso c'era un sogno, per fortuna svanito, rimpiazzato e di nuovo svanito, ero carico perchè, miracolosamente, dopo ben tre anni, mi avevano sistemato la schiena e la sciatica che mi tormentava e mi si era aperto un mondo!
Ma adesso sono proprio spento.
La televisione non aiuta, i libri nemmeno, il lavoro non se ne parla (e se fosse così sarebbe anche deleterio).
Perfino qualche gusto nel cibo è cambiato.
Sono depresso? Non credo: un depresso non s'incazza (quantomeno adesso) ed io quando mi incazzo sto bene, una meraviglia.
Ma poi?
E' tutto stupido, insignificante.
Nemmeno le birre mi tirano su.
E sto fumando come un turco tanto che non sento più nemmeno loro.
Qualcuno ha detto che la vita è sempre degna di essere vissuta.
Si ma quando sei giovane e puoi molto.
Adesso, con i capelli e la barba quasi totalmente bianchi, cosa puoi fare?
Io la mia vita l'ho già vissuta e non mi sembra proprio di averla davanti ma proprio tutta indietro.
E' stata bella, convulsa, caotica, ma bella ed interessante ed ho imparato tante cose avendo frequentato più ambienti diversi.
Ma ora, che si fa?
Ed il brutto è che, per il solitari come me, è proprio in questi momenti difficili che viene fuori la solitudine che, normalmente, non senti mai.
Mi hanno dato un energizzante.
Grazie, ora sto meglio fisicamente ma, a parte il fatto che se volessi energizzarmi adesso mi basterebbero un paio di caffè, tutta 'sta energia a che pro?
A farmi innervosire?
Proprio uno schifo.
Tutto vuoto.

Non so proprio che pesci pigliare...

 
 
 

Il riposo della predatrice


♥ my little sister (notare la zampetta sotto la testa)......

 
 
 

Perdere il sorriso


Da un pò di tempo a questa parte ho perso il sorriso.
La causa è stata l'alcool, tanto per cambiare.
Non sono un alcolista o alcolizzato, che sia ben chiaro!
Una volta la mia vita si concludeva sempre, alla sera, dopo magari una giornata molta complicata, con un pò di birra che mi ritemprava.
La birra mi piace un sacco ma era anche l'ambiente, solitamente un bel pub, che rilassava la mia mente dopo, magari, una giornata turbolenta.
Questo, purtroppo, mi è anche costato tantissimo visto che mi hanno ritirato la patente ben tre volte (il massimo, dopodichè dovrei rifarla) in quanto la città dove vivo non mi piace mentre i pub che preferivo erano anche solo a pochi chilometri da casa mia ed, evidentemente, sono stato sempre tratto in inganno dal calcolo dell'alcolemia (esiste una formula matematica per calcolarla) che, evidentemente, non è del tutto esatta.
Per rinnovare la mia patente ho fatto un periodo di tre mesi di astinenza totale per portare degli esami del sangue perfetti richiesti dalla commissione medica incaricata a questo scopo.
E' stato un periodo piuttosto duro ma ce l'ho fatta ed, ovviamente, subito dopo ho festeggiato.
Ero felice ma anche piuttosto arrabbiato.
Così ho continuato fino a ieri l'altro.
Purtroppo, l'alcool non è compatibile con i farmaci che devo prendere per i miei problemi di ansia, così quando mi sono accorto di un malessere persistente, ansia, mancanza di interessi e la perdita del mio sorriso e del mio buon umore, prima che succedessero cose ben più gravi, sono corso dal medico che mi ha in cura che mi ha prescritto un energetico/depuratore.
Ora, molto probabilmente, starò meglio ma sicuramente ci sarà un altro periodo molto duro e non so se, nonostante tutto, recupererò il mio sorriso.
Questo proprio perchè le mie birre hanno sempre rappresentato il mio mondo e senza di loro non vedo gran belle prospettive.
Coloro che leggeranno questo post (pochi, come al solito) naturalmente penseranno che, in fin dei conti, rinunciare alle birre non sarà una cosa difficile.
Ma non è così.
Oltre al fatto che mi vergogno profondamente di dover prendere farmaci per questa maledetta ansia che prima dei trent'anni non avevo affatto oltre al fatto che non capisco perchè altre perone possono bere senza problemi mentre io no, le birre, oltre che piacermi un sacco, come già scritto, fanno parte del mio mondo e non so proprio come farei senza.
Già di per sè non conduco una vita che mi piaccia, almeno quello rappresentava il mio piccolo premio alle mie giornatacce su questo mondo.
Se dovessi rinunciare anche a quello sicuramente perderei il mio sorriso definitivamente.
Mi sento fisicamente bene oggi, ma il mio morale è decisamente a terra.
 
Mi auguro di potermi costruire delle "finestre" limitate nel tempo in cui poter ribere le mie birre perchè altrimenti la vedo veramente dura...

 
 
 

Dennis Rodman


Dennis è cresciuto nei ghetti di Dallas e la sua famiglia e' composta dalla madre e due Sorelle. 
Il padre scappò nelle isole Filippine ed aprì un ristorante quando lui aveva solamente tre anni, pertanto crebbe in una famiglia tutta al femminile. 
Sua mamma Shirley, per mantenere i figl,i svolgeva due lavori.
Le sorelle, Kime e Debra, divennero presto delle buonissime giocatrici di Basket.
Sopratutto la seconda che vinse anche un campionato NCAA a Louisiana Tach, mentre la prima non vinse mai un titolo ma comunque venne inserita nel All American Team.

Anche a Dennis piaceva molto lo sport e quando era alla South Oak Cliff High School cercò di entrare nella squadre di football ma venne tagliato fuori perchè era troppo esile.
Anche per il basket non andava bene: era troppo piccolo ed infatti, sul playground, le sorelle lo battevano sempre.
Aveva 19 anni quando il suo corpo esplose ed oltre a ritrovarsi muscoli da ogni parte divenne alto 203 cm. Quindi decise di andare a frequentare un college dove avrebbe potuto finalmente dedicarsi ad uno sport. 
Andò al Cooke Country Junior College e dopo 14 partite gli passò completamente la voglia di studiare e cosi abbandonò tutto.
Comunque era riuscito a mettersi in mostra ed infatti già allora le sue prestazioni difensive ed a rimbalzo non erano passate inosservate a Jack Hadden il coach di Southeastern Oklahoma State.

Dennis viveva per le strade, cambiava lavoro quasi ogni settimana e dormiva dove trovava.
Hadden quando seppe che aveva lasciato il suo vecchio College decise di andare a cercarlo.
Prima d'incontrarlo ci mese quasi un mese visto che Rodman non aveva dimora.
Quando si incontrarono lui aveva 22 anni e capì che la proposta del Coach di Oklahoma State era la sua ultima occasione per sfuggire ad una vita di stenti e miseria.
Nel suo primo anno di College, va ricordato che non era un college di prima divisione quindi giocava tornei poco competitivi e sponsorizzati, viaggiò ad una media di 26 punti e 13.1 rimbalzi.
Nei due anni successivi vinse sempre la classifica come miglior rimbalzista: il secondo anno ne prendeva 15.9 mentre il terzo 17.9.

Arrivò il 1986 e Rodman fu scelto dai Detroit Pistons della NBA.
Già nel suo primo anno tutti si accorsero di che tipo di giocatore era: dopo l'eliminazione dei Pistons dai playoffs per mano dei Boston Celtics, in un'intervista del dopo gara Dennis disse: "Larry Bird - mitico giocatore NBA dei Celtics - non è poi quel fenomeno che tutti pensano e raccontano: è soltanto un buon giocatore sopravvalutato per il fatto che di pelle è bianco".
Sui giornali scoppiò una vera e proprio polemica e lui venne considerato una stupida matricola razzista ma quando videro la moglie di pelle bianca e tantissimi suoi amici bianchi, capirono che li aveva solamente presi in giro.

Divenne un membro dei Bad Boys (così venivano chiamati i giocatori di Detroit che vinsero il titolo nel 1989 e nel 1990 visto il loro modo di giocare non sempre pulito e corretto). 
Alla fine del 1990, l'allenatore Chuck Daly lasciò la squadra.
Quando Dennis venne a sapere questa notizia andò fuori di testa in quanto Chuck era stato come un padre con lui.
All'inizio della sua sesta stagione, nel 1991, confidò alla stampa che vincere i due titoli non era servito a niente e da quel momento in poi avrebbe provato ad essere diverso. Da allora iniziò a tingersi i capelli ed a comportarsi in modo stravagante. 
Restò con i Pistons fino al 1993 e poi fu mandato a San Antonio Spurs.

Negli Spurs restò solamente due anni.
Qui vinse la classifica di miglior rimbalzista ma non bastò perchè veniva considerato un elemento disgregante per la squadra: saltava allenamenti, non andava in palestra, arrivava in ritardo alle partite oppure non si presentava nemmeno. Tutto ciò succedeva perchè non aveva nessuno a tenergli testa: nei Pistons aveva i membri della sua squadra molto più anziani di lui che lo tenevano buono, mentre negli Spurs ne l'allenatore ne i giocatori sapevano metterlo in riga.
Così San Antonio, appena ebbe la possibilità, lo mando via.

Nel 1994 e 1995 i Chicago Bulls vennero eliminati dai playoffs soprattutto per un motivo: la mancanza di un buon rimbalzista. 
Così, nell'estate fra il 1995-96 Michael Jordan, allora appena tornato nei Chicago Bulls, disse alla direzione di procuragli il miglior mangia-rimbalzi di tutta la lega e così Dennis Rodman sbarco' a Chicago.
Qui venne subito messo in riga, per quanto possibile (nei tre anni ai Bulls fu il giocatore che prese più falli tecnici), dall'allenatore Phil Jackson, seguace della filosofia Zen, e da Michael Jordan che di leadership ne aveva da vendere.
Così riuscirono a mettere in risalto le sue migliori caratteristiche.

Nel 1996-97-98 vinse tre titoli con i Chicago Bulls ed il titolo di miglior rimbalzista ma, ovviamente, di cose stravaganti ne fece parecchie.
Per citarne alcune: il modo in cui si tingeva i capelli, la storia che si presume abbia avuto con Madonna, un matrimonio durato due giorni e poi sciolto perchè quando lo celebro' era ubriaco, le discussioni con gli arbitri, il modo in cui faceva arrabbiare gli avversari (Brickowski nelle finali del 1996 prese due falli tecnici di fila perchè non riuscì a smettere di litigare con Dennis), i suoi tatuaggi (aumentavano di anno in anno) e per finire a Utah. nel 1998, quando Dennis prima della Gara 6 decisiva, (la serie era 3 a 2 per i Bulls) decise di andare a fare una puntatina a Las Vegas, visto che a Sant Lake City si annoiava troppo ed altre.

Passati tre anni nella "città del vento", andò ai Los Angeles Lakers 1998-99.
Qui non ci fu nessuno a tenerlo a bada e così saltò praticamente tutti gli allenamenti giocando, purtroppo, anche male.
Dopo 23 partite fu cacciato via.
Nel 1999-2000 gioco 12 gare a Dallas  e poi si stufò e decise di andare a fare del cinema e di dedicarsi ad altre attività.

Questi i sui record: ha vinto 5 titoli NBA (1989-1990-96-97-98), nel 1989-90 e 1990-91 e' stato votato miglior difensore della NBA, è stato inserito nel All NBA Team nel 1991-92 e nel 1994-95, è stato inserito nel All Defensive Team dal 1988-89 al 1995-96 ed ha vinto la classifica di miglior rimbalzista dal 1991-92 al 1997-98.
In tutta la sua Carriera ha raccolto 11.594 rimbalzi ed ha partecipato due volte al All Star Game nel 1990 e nel 1992.
 
Genio e sregolatezza classico...

 
 
 

Fuori!


Dopo un batti e ribatti, la squadra di pallacanestro, sponsorizzata dalla mia squallida azienda. è stata sconfitta nelle ultime due decisive partite (l'ultima di ben venti punti!) ed ha perso la serie dei playoff per 3 a 2, quindi è stata ELIMINATA!
E vai!
Sono capace anch'io a fare marketing buttando i soldi fuori dalla finestra!
Bravi: continuate così!
 
Che goduria...

 
 
 

Amore...

Post n°955 pubblicato il 27 Maggio 2015 da vivaildivertimento
 






my little sister...

 
 
 

Dio esiste!


I morti di fame della mia azienda, siccome non hanno soldi, sono lo sponsor principale di una squadra di pallacanestro di serie A.
Adesso stanno facendo la prima fase dei playoff.
Ieri, questa squadra, nonostante un vantaggio di ben 23(!) punti in trasferta(!), ha perso 78 a 76.
 
Dio esiste...

 
 
 

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(il cognome mi dice qualcosa, a voi no?)

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