Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


Vado alla ricerca della felicità naturale e possibile
sapendo che la felicità non è una meta,
ma un modo di viaggiare

 

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« Mannaggia!Amore degli occhi »

Post serale

Post n°433 pubblicato il 08 Settembre 2016 da hieronimusb

Premessa :
1) Ho problemi sul lavoro (vedi post precedente)

2) A causa del punto 1) Ho effettuato una pratica di ricerca programmata dell'oblio consistente in
2a) Cena con prosecchino e mezzo litro di bianco
2b) Dopocena con sigarino e Grappino
2c) Niente donna, altrimenti col fischio che scrivevo questo post

Insomma sono in quel particolare stato mentale che, per ribadire l'incipit di questo blog, non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

Ed allora ispirato ad uno degli ultimi post a cui ho risposto sul blog di un'amica vorrei fare un appendice al manuale del seduttore.

Il tema è : Le , di lei, mutandine

Il post raccontava il primo incontro tra due conoscenti-amici-amanti di web, dove il masculo di turno, si beava del fatto che la lei in questione, fedele ai patti, arrivasse senza mutandine.
No, non sono d'accordo il piacere di levarle le mutandine è qualcosa di irrinunciabile.

Oddio, ci sono mutandine e mutandine, le Cotonella ad esempio vanno strappate via con orrore, ma qui vorrei fare riferimento alla donna che sa il fatto suo e dunque si prepara.
(se non aveva in programma di finire così, ti chiede scusa, va un attimo in bagno e le cambia con quelle contenute nella borsetta alla voce "varie ed eventuali", io adoro questo tipo di donne)

Dunque, toglierle le mutandine è il massimo del piacere in quell'incontro che può essere il primo il terzo, il decimillesimo, dipende dalla pazienza.

E' il raggiungimento del massimo, varcare la soglia del tempio da troppo proibito, oltrepassare quel labile confine tra il vorrei, ma non oso ed il "osa osa".

Ormai avete completato quel passaggio attraverso magliette, reggiseni, gonne più o meno corte, (i pantaloni richiedono un extra , ma nessuna donna di classe si presenta ad un appuntamento potenzialmente intrigante con i pantaloni, ecchecavolo, la classe è classe)

Lei è i davanti a te, con quell'ultimo velo, quell'ultima fragile barriera tra voi e l'intimità.

Hai percorso il suo corpo con le labbra, hai indugiato sui suoi seni, sei scivolato piano sul suo ventre ed ora tra te e lei c'è solo quel minuscolo triangolo di stoffa...
Se è raso o seta che ricalca le sue forme inchinati davanti alla dea, falle provare il piacere attraverso il tessuto, con le dita, con la bocca per farle assaporare il piacere che verrà.

Ricorda, lei è la tua dea, a cui devi la necessaria devozione.

Prendila delicatamente ai fianchi, forza leggermente verso il basso i bordi e scopri il suo pube, mentre la pelle si scopra accompagnala con baci di passione, ogni centimetro un fugar di labbra, un accenno di bacio, leggero, mai volgare.
Quando la stoffa si abbassa e non appare alcuna peluiria sentirai il tuo cuore accelerare, battere a mille, a centomila.

Poi finalmente il ventre, piatto fino a quel punto, si tenderà in una dolce collina ed allora ancora più debotamente la cercherai con la bocca , con la lingua...

La sentirai inarcarsi di scatto sotto l'onda del desiderio che anche lei condivide,

Inarcherà i suoi fianchi per permetterti di sfilarla da sotto, ma al tempo stesso raccoglierà e chiuderà le ginocchia vietando alla tua vista il suo segreto.

Guardala negli occhi mentre fai scorrere il tessuto oltre le ginocchia, fino a sfilarlo completamente dai piedi.
Sarà il vostro sguardo d'intesa mentre piano, allargherà le gambe per offrire alla tua vista, oltre la morbida valle delle sue cosce, la sua intimità ...

ed allora inchinati, grato e reverente, affonda nella valle, accogli tra le labbra quella magica sorgente e la sentirai vibrare come vela che si tende al vento, come onda improvvisa sul mare

Loro sono le nostre compagne di viaggio in questa vita, senza di loro non ci sarebbe senso al nostro andare, amala, anche se solo per una notte, vivila, prendila, e' questa unione di bocche, di pelle, di carne che da sollievo ai nostri giorni

 

 

 
 
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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