Stultifera Navis

Non sono ubriaco, ma diversamente sobrio

 


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sapendo che la felicità non è una meta,
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« IV NovembreDonna »

Come le donne ateniesi persero il diritto di voto

Post n°478 pubblicato il 04 Novembre 2016 da hieronimusb

In fondo la storia è sempre uguale, da tempo continuo a ribadire che non è questione di questa o quella cultura, di questa o quella religione, ma solamente del rapporto, a volte malato, tra maschi e femmine.
Quando una donna si sente libera è più facilmente manipolabile, per cui sono più preoccupato della sorte delle donne svelate che non di quelle velate.

C'è stato un tempo il movimento di "se non ora quando", un incontro di donne che volevano tornare a contare qualcosa non solo perchè hanno i tacchi alti, le gambe belle , i visini dolci, ma perchè costituendo una buona metà della popolazione mondiale vorrebbero condividere con i maschi onori ed oneri della gestione della res publica.

Oggi non se ne sa più nulla.

Se ci guardiamo intorno vediamo che il mondo è duale e questa è la condizione necessaria perchè ci sia energia, ma da sempre nella civiltà umana si è cercato di fare a meno di questa dualità con una maggioranza di dominazione maschile se si escludono piccole tribù del Tibet dove vige ancora lo stato matriarcale e dove, caso unico nel suo genere, esiste l'androgamia, ossia una donna può avere più mariti.



All'inizio dei tempi, quando la vita era difficile e dipendeva in massima parte da fattori esterni, tutti i gruppi umani erano guidati dalle donne per un motivo molto semplice, le donne erano capaci di mettere al mondo dei figli e questo significava, per quei gruppi, un rapporto privilegiato con la divinità.

A noi sembra un cosa curiosa, ma nell'antichità non era ssolutamente chiaro l'apporto fondamentale del maschio nella procreazione, Plinio il Vecchio morto come tutti sanno durante l'eruzione del Vesuvio nel 79dc, era un naturalista e scriveva nel suo "naturalis Historia" che le cavalle selvagge venivano fecondate dal vento durante le loro corse sfrenate.

Secondo me le donne sapevano benissimo come accadeva il tutto, ma considerando che questa ignoranza dei loro compagni dava un imprevisto vantaggio, hanno continuato finchè hanno potuto a mantenere questa relazione con la divinità, indicata con la Luna, che, guarda caso, ha un ciclo di 28 giorni proprio come il ciclo mestruale.

Si pensa che nella Grecia pre ellenica, l'anno fosse diviso in 13 mesi di 28 giorni, più un giorno "speciale", un non giorno in cui tutto ricominciava. Quello era il giorno del sacrificio del Re, il momento in cui quello che nell'anno appena trascorso era stato compagno della Dea in carne ed ossa ossia la matriarca , diventava sposo della Dea celeste.
Il mattino successivo la matriarca avrebbe scelto un altro Re che avrebbe regnato insieme a lei.

Caratteristica dell'uomo è porsi domande e cercare risposte, quindi l'inganno non poteva durare molto, si arrivò ad un certo momento in cui era chiaro che senza maschi le donne potevano pregare la Dea fino a trapanarsi le tonsille, ma i figli non sarebbero arrivati e si giunse dunque ad un governo in cui maschi e femmine avevano gli stessi diritti, potevano votare, potevano partecipare alla vita pubblica, eleggere e farsi eleggere, in più gli uomini conservavano il cognome della madre.

I miti ci parlano in forma fantastica di queste lotte, di queste conquiste, dei e dee in competizione tra di loro con tratti e difetti tipicamente umani, ma forse erano abili sacerdoti o furbastri a tirare le fila di tutto ed rriviamo al momento in cui la neonata città di Atene doveva scegliersi un nome ed un protettore. In lizza c'erano Minerva , la vergine, dea della ragione e della saggezza e Poseidone il Dio del mare.

Entrambi gli dei offrirono un dono alla città. Poseidone fece sgorgare una sorgente di acqua, visibile tuttora, ma probabilmente essendo il Dio del mare non aveva grande dimestichezza e l'acqua era salmastra e imbevibile, mentre Atena donò un grande albero di ulivo che venne preferito e dunque la città si chiamò Atene ed in onore della dea sulla sua rocca venen costruito il Tempio più bello dedicato alla Vergine Atena, (athena Partenos), ossia il Partenone.

La votazione effettivamente ci fu davvero nella storia, le donne votarono per colei che era chiamata semplicemente la "madre", mentre gli uomini votarono per Poseidone, ma visto che le donne erano una in più vinse Atena.

Pare che Poseidone, il quale non sapeva perdere, si incazzò moltissimo, e con un maremoto inondò la pianura dove si trovava Atene.
Il maremoto o l'inondazione ci fu davvero, che fosse stata Poseidone a provocarla è altamente improbabile, ma si sa che il potere ha sempre fatto leva sulla credulità del popolo e dunque per placere l'ira del dio del mare le donne accettarono di rinunciare al diritto di voto e fu proibito agli uomini di portare il cognome delle loro madri.

Il colpo di mano durato parecchi secoli era compiuto, il potere maschile patriarcale si era sostituito a quello matriarcale e noi siamo ancora nella scia dell'ira di Poseidone

Alex

 
 
 
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Un blog di: hieronimusb
Data di creazione: 10/12/2008
 

UANDEO (E SE) MORIRÒ

Quando , (e se), un giorno morirò
non voglio un prete che mi parli di un dio in cui non credo
o di paradisi che non mi interessano,
di inferni che non ho meritato
e se un purgatoriò ci deve essere
non sarà diverso dal mondo in cui ho vissuto

quando , (e se), un giorno morirò,
non voglio tombe costruite come casa
nè che si estirpino  fiori
se il senso della vita deve essere
nel tornare da dove son venuto
sarà l'utero della terra la mia ultima casa

Quando, (e se) morirò
sarà perchè ho vissuto
in un lungo istante senza tempo
raccolto come seme che diventa albero e poi frutto
come il fiume che corre e corre per tornare al mare
senza pensare neppure un momento
che questa vita possa finire

Se e quando morirò,
sarà perchè ho cercato nell'ultimo viaggio
la chiave segreta del tutto

 Alex

 
 

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