Stultifera Navis

Vivere fino a cent'anni


Sulla spiaggia  i venditori ambulanti passano continuamenti, alcuni si avvicinano solo, poi, di fronte all'ostentata indifferenza dei bagnanti, si allontanano silenziosamente come sono venuti, altri non si sgolano neppure più ad offrire cocco fresco e mandorla, ma azionano un piccolo altoparlante con l'annuncio preregistrato. Ci sono poi quelli che invece si fermano, si accucciano , cercano il tuo viso in modo che il diniego sia una questione personale.Ci sono poi quelli che "sanno" che ti venderanno qualcosa e non appena li vedi "sai" che qualcosa ti sbologneranno comunque, così quando si avvicina questo senegalese con i suoi libri mi sento di dire "alè, ci siamo".Ha un viso sorridente con dei denti bianchissimi e soprattutto sani, non avrà più di 30 anni. Iniziamo la solita conversazione "Ciao amico" e ti porge la mano, una bella mano forte, piacevole da stringere. "Come ti chiami?" , "come ti chiami tu", dico io."Abraham"  , ah, "Ibrahim" dico alla maniera araba."No, Abraham, Ibrahim è mio figlio" "Ah, io comunque mi chiamo Bruno"."Allora Bruno, ti sei abbronzato eh, tra una settimana sarai nero come me". "Ma neanche se stessi al sole tutto il giorno riuscirei ad avere la tua abbronzatura, e poi comunque oggi è l'ultimo giorno"."Torni al lavoro""Eh si""Ma che peccato""A chi lo dici!"Poi ovviamente, visto che è li per vendere e non per fare conversazione, mi propone uno dei suoi libri, "Sette giorni in Senegal"."E' uno dei libri in cui ci spiegate perchè ci chiamate 'tubab'?" chiedo. Pare strano, ma anche loro hanno i loro bei pregiudizi sui bianchi più o meno fondati, molto campati in aria come ogni pregiudizio che sia fedele a questo nome.Poi l'occhio mi cade sul secondo libro che ha in mano "Poesie della negritudine" e quella in copertina la conosco.Prendo il libro, sono 9 euro, cerco dieci euro dal portafoglio e glieli do. Fa per prendersi il resto di tasca , ma gli faccio segno di lasciar perdere "Prenditi un caffè".Il gesto lo lascia perplesso. Si siede nell'ombra del mio ombrellone e mi dice "Tu vivrai fino a 100 anni ed in buona salute, quanti anni hai adesso?""55""Bene , vivrai ancora 45 anni ed in buona salute"No, 45 anni sono troppi, diciamo che vorrei ovviamente essere in buona salute, perchè non vorrei essere di  peso a nessuno, ma altri 45 anni, quando i momenti attuali saranno meno di ricordi, quando l'infanzia e l'adolescenza saranno dalla parte opposta di un libro scritto fitto fitto non mi va.Già faccio fatica a trovare un senso ai giorni adesso, e mi devo inventare nuove imprese, nuovi progetti, figuriamoci tra 45 anni.Ma Abraham è irremovibile, 45 anni ha predetto e 45 anni dovranno essere...Gli stringo la mano, penso a Liliana, domani sarà comunque un altro giorno