Stultifera Navis

Perdere una caserma!


Perdere una caserma! Credo non sia cosa di tutti!Mio fratello, ad esempio, può andare a vedere la sua caserma tutte le volte che vuole, ad Abbadia Alpina, vicino Pinerolo, brutta come allora, ma sempre in piedi e sempre li a ricordare quei giorni che, per ogni maschio italico di una certa età, porta ancora ricordi, non fosse altro che per la giovine età.Della mia famiglia, sono stato l'unico a fare il militare veramente, per me la naja è stata naja, mesi senza poter tornare a casa, (mio padre è stato mandato in congedo dopo 15 giorni, mio fratello era a casa tutte le sere), ma anche ricordi, fughe, permessi diciottore a vedere le dolomiti, amici e soprattutto la sensazione di dover vivere ogni momento perchè quel preciso momento della vita è unico ed irripetibile.Oggi, a distanza di 37 anni, guardando quei giorni dall'altra parte della vita, come se, il tempo vissuto allra fosse quello che mi resta , mi accorgo che quella filosofia spicciola, quel fatalismo positivo che era appena abbozzato è stato poi il motivo trainante della mia vita.Mai recriminare, mai lamentarsi, vivere quel che passa il convento con la sensazione che tutto è esperienza e tutto è arricchimento. ma mentre parrebbe che questa filosofia portasse ad essere un treno in corsa che non si cura dello ieri, io vivo anche di nostalgia e ricordi, di avvenimenti, di coincidenze, avevo lasciato la caserma da un anno poco più quando ho conosciuto mia moglie, ci torno oggi dopo un anno e poco più che mia moglie è morta.In questi giorni sto lavorando a Cordenons (PN), e mi è venuta voglia di andare a vedere la mia vecchia caserma, la gloriosa, (si fa per dire), Giobatta De Gasperi a Vacile di Spilimbergo.Il navigatore mi doce che ci vogliono 35 minuti, va bene, mi lascio guidare Mano a mano che procedo e dalla bruma emerge il profilo delle colline, mi accorgo di non aver mai dimenticato quella skyline , forse il frutto di lunghe giornate , e nottate, a montare di guardia, ma allo stesso tempo mi assalgono i ricordi, nomi, cognomi, visi, espressioni, momenti, tutti catalogati nella memoria, tutti evocati da questo ritorno.Le strade sono cambiate, le rotonde confondono i sensi e l'orientamento, ma ad un certo punto il GPS interiore si sintonizza su una strada, so esattamente dove sono, tra poco ci sarà il bivio che mi porterà alla meta.La Giulietta fa la curva in leggera derapata e improvvisamnete passato e presente si sovrappongono.  Sono sulla strada che ho fatto tante volte, a piedi, in auto, sui camion che ci riportavano dalle licenze, (nel 1978 la viabilità del Friuli era ancora cpmpromessa dal terremoto di due anni prima).Mi aspeto da un istante all'altro di vedere le altane dove si montava di guardia....... il muro periferico è sempre lui, ma oltre non si vedono le altane, le palazzine, i capannoni...Al loro posto una grande distesa di pannelli fotovoltaici.La caserma non esiste più...E' come se mi avessero rubato un pezzo di me stesso, un pezzo della mia gioventù, un anno di ricordi spazzato via.Capisco, adesso è molto più funzionale di un vecchio rudere, ma.... ci sono rimasto male, sulla strada di ritorno mi accorgo anche di vere gli occhi bagnati di pianto.E' difficile da spiegare la sensazione avuta, è come se, la mia vita fosse ormai conclusa ed è possibile smantellare le scene.335 giorni di vita, lettere, momenti, luoghi, persone, non ci sono più, rimangono solo nei miei ricordi e scompariranno con me