Stultifera Navis

Portogallo adeus


Ho risalito la scarpata dalla spiaggia all'hotel sferzato da un vento impetuoso che spruzzava come fosse pioggia la spuma delle onde.L'oceano era gonfio di inverno e di vento e tutto il paese era grondante d'acqua.Ho immaginato spesso di abitare in una di queste casette con l egrandi vetrate che si affacciano sull'immensità del mare, ringhiere azzurre, ceramiche bianche e blu e per colonna sonora l'incessande mugghiare delle onde, ma questa sera non mi è più apparso così poetico.E' vero, anche a Cesena di questi tempi ogni cosa è fradicia di umidità, il vento del mare che lotta con quello che scende dalle colline fa naufragare ogni cosa , ma almeno a Cesena non vi ho mai neppure cercato la poesia.Ultima notte in Portogallo, ultima notte in questa stanza spazzata dalla lame di luce del faro che penetra senza chiedere permesso con il suo codice, un lampo, un altro lampo, un'attimo di oscurità, poi di nuovo un lampo ed un altro lampo.Ho salutato il cameriere che ormai mi conosce, (mi conoscono tutti qui, non credo capiti loro di vedere molta gente durante l'inverno), che ormai mi accompagna sempre al mio solito tavolo , sa già cosa bevo e solo attende di sapere cosa voglio mangiare e gli ho detto che non so quando ritornerò, dopo quattro anni il lavoro è finito e la rigidità dell'azienda mi rende difficile rinnovare il contratto.Vedremo, anche questo periodo della mia vita si chiude qui e ripenso a qualche anno fa quando sorseggiando una birra sulla spiaggia sentivo al telefono Liliana che mi raccontava della seconda elezione di Napolitano.Anche questi sono ricordi.