Stultifera Navis

Il mito di Medusa


E' aberrante che i padri seppelliscano i figli, ma è nell'ordine naturale delle cose che siano i figli ad accompagnare i genitori fino alla soglia dell'ultimo viaggio completando quel cammino di apprendimento attraverso le parole, ma soprattutto attraverso l'esperienza di vita che è iniziato con la nascita e si è sviluppato nel corso degli anni. Mistero doloroso sono la malattia e la morte, soprattutto mistero, di cui non conosciamo lo scopo, nè tantomeno il dopo. Arrivati sull'ultima soglia sono accomunati il credente e l'ateo dal medesimo timore, perchè al di là di tutto resta il dubbio, l'ignoto al quale non sappiamo guardare. Mi è stato consigliato di riflettere sul mito di Medusa e Perseo e sul simbolismo che accompagna questo mito.
 Medusa era una delle Gorgoni, l'unica mortale, trasformata da Athena in un un mostro orrendo per essersi vantata dei suoi capelli dopo aver giaciuto con Poseidone sull'altare della dea. Ali d'oro, squame lucenti sul collo, denti aguzzi,, groviglio di serpenti al posto dei capelli, ma soprattutto lo sguardo che rendeva di pietra chiunque la guardasse,  stava con le sue sorelle Eurialo e Steno, sull'estremo confine dell'Oceano , dove regna la Notte e dove si trova il giardino delle Esperidi. Il re Polidette, che insidiava la madre di Perseo, per levars di torno costui lo inviò ad uccidere Medusa. Athena gli venne in aiuto e gli donò uno scudo lucente ed Hermes una spadacapace di tagliare il metallo , per altre vie che non sto a raccontare si procurò sandali alati, un mantello che lo rendeva invisibile ed un sacco magico in cui raccogliere la testa di Medusa. Giunse sull'isola delle Gorgoni mentre queste dormivano, usando lo scudo come specchio in modo da non essere pietrificato dallo sguardo del mostro si avvicinò a Medusa ed usando la spada le recise la testa. Dal sangue versato di Medusa nacque Pegaso, il cavallo alato ed un piccolo guerriero di nome Crisaore. Perseo mise la testa nel sacco e se ne andò in groppa a Pegaso, nascosto alla vista delle Gorgoni infuriate e vendicative dal mantello magico, nel viaggio di ritorno incontrerà Andromeda, userà più volte come arma la testa di Medusa, ma questo è un altro mito. Medusa in greco significa "colei che domina", la "sovrana", rappresenta il mistero della morte, così orrendo che rende impietrito chi gli si avvicina e che può essere guardato solamente riflesso attraverso uno specchio. Ma chi è che rende questo mistero così orrendo? Nel mito è Athena, ossia la ragione,  il pensiero logico, la scienza.Sono i nostri tentativi di andare al di là delle nostre capacità fisiche e cognitive, perchè si tratta di guardare la paura del non esistere, del non essere.Medusa è il mostro affascinante con le sue ali d'oro che sembrano invitare al volo, con le squame di metallo cangiante, ma se provi ad affrontarla a viso aperto ti uccide. Medusa non è Thanatos, la morte, gli antichi greci non l'avrebbero mai confusa, ma è la paura che la morte suscita, è messa a guardia del regno della notte, quando i sensi non riescono più ad aiutarci perchè l'oscurità ci ha resi ciechi. E chi è che aiuta Perseo il figlio nato da Giove e da una mortale (Danae) ad affrontare la morte? Ancora una volta è la ragione che gli consiglia di non guardarla direttamente, ma riflessa in uno scudo che gli funga da specchio. Anche nella religione cristiana  ritroviamo le simbologie di questo mito, con Cristo, nato da un Dio e da una donna il quale "morendo sconfisse la morte e ci condusse alla vita eterna". Attraverso Cristo che è il nostro specchio noi possiamo guardare all'ultimo sipario senza restarne annichiliti. Attraverso il cammino di chi ci ha preceduti nella vita noi abbismo lo specchio per guardare a quello che inevitabilmente sarà il nostro destino e proprio perchè è inevitabile, che abbiamo bisogno di quella strada, di quell'insegnamento e ce lo ricorda ancora una volta Athena, la nostra ragione, sul cui scudo è rappresentata la testa di Medusa, ad indicarci, quasi ce ne fosse bisogno, che oltre quella porta non porteremo nulla e ciò che resterà di noi sarà il ricordo delle cose che abbiamo fatto.