Stultifera Navis

Giustizia e vendetta


E' di ieri la notizia dell'uomo che ha ucciso il ragazzo che ha causato la morte di sua moglie e poi si è costituito, non prima di essere andato a darle un ultimo saluto sapendo che probabilmente, per molto tempo non potrà tornare a farlo.Sui giornali hanno già iniziato i grandi editorialisti a riproporci le loro analisi, "la vendetta elevata alla dignità della giustizia" e via con paroloni e analisi socio-filosofiche talmente elevate da perdere di vista l'umanità del caso.Certo, a guardare da fuori tutto è semplice e chiaro, addirittura, come dice l'avvocato della famiglia del giovane, il delitto è stato premeditato e quell'uomo è un assassino, ma forse, entrando nell'animo di quell'uomo ogni cosa acquista una dimensione diversa.Una persona felice, la cui vita improvvisamente viene stravolta da un fatto su cui lui non ha colpe, ma dovuta all'imprudenza o disattenzione di qualcun altro, può ancora essere considerato "sano", o improvvisamente dentro di lui qualcosa si è rotto?Quando poi una colpa è evidente:  il ragazzo passando col rosso ha travolto la donna che viaggiava su uno scooter causandone la morte, si possono attendere sei mesi per vedere la giustizia muoversi?Non so se ci fossero altri fatti, non so se se fosse sotto l'effetto di alcool odroghe che ne costituirebbe eventualmente un'aggravante, ma la catena causa-effetto è evidente e tragica, può una "giustizia" , parola oltremodo importante, ritenersi ancora tale se ha tempi  così lunghi nei confronti del dolore dei parenti delle vittime?Ancora una volta questa non è giustizia, ma burocrazia, quella burocrazia ottusa che dimentica la persona e la fa diventare un numero, che spersonalizza vittima e carnefice per farle diventare un fascicolo che dorme, spesso per mesi sulla scrivania di un giudice che probabilmente usa il suo mestiere come un altro per vivere, e non ne fa una missione, lo dimostrano alcune sentenze che portano a chiedersi di cosa si fossero fatti i supremi giudici poco prima di emetterle, sentenze che cozzano totalmente contro il buonsenso .Tutto questo porta le persone già incrinate da un dolore più forte di loro a vedere la giustizia personale come unica via e la vendetta altro non è che una giustizia personale di cui io sono il legislatore, il giudice ed il boia.Posso immaginare i lunghi colloqui sulla tomba della moglie, posso capire bene quel vuoto che nasce quando improvvisamente il tuo dialogo si arresta perchè aspetta una risposta , una parola , che non arriverà mai più.Ho scelto di non essere un giudice, ma di essere un uomo normale e non mi è chiesto di giudicare, di assolvere e condannare, ma penso che forse, se ciò che abbiamo delegato a somministrare la giustizia avesse un cuore che la porta ad agire rapidamente , questo incidente non avrebbe causato così tante vittime e soprattutto nel paese non ci sarebbe questa sfiducia così generalizzata per cui ti viene da mandare affanculo l'ANM quando sciopera perchè non li lasciano lavorare oltre i 72 anni.Resta il fatto di una serie di vittime , di una serie di ingiustizie di cui non si vede la fine .