Stultifera Navis

Al ristorante leggo


La cosa più imbarazzante quando si legge un libro al ristorante è commuoversi per ciò che si sta leggendo e doversi asciugare gli occhi e soffiarsi il naso sotto lo sguardo incuriosito di una cameriera e degli altri avventori.Se consideriamo poi che io sono il tipo che si commuove quando i topini e gli uccellini portano a Cenerentola il vestito per la festa si capisce come le mie preferenze vadano sempre per saggi, libri di filosofia e matematica che sono aridi come un il deserto di Nazca.Però capita talvolta che per uno stracico del weekend mi trovi a finire un libro iniziato sabato scorso, un libro già letto, ma che valeva la pena rileggere per affrontare ancora una volta i grandi temi dell'amore, del senso della vita, delle infinite coincidenze per cui siamo qui , viaggiatori u questa terra.Il libro si intitola "la ragazza delle arance"; lo scrittore è Jostein Gartner, un norvegese , professore di fiosofia, diventato famoso anni fa con il suo "La storia di Sofia".In questo libro un padre, che una malattia grave ha condannato ad una morte precoce, scrive a suo figlio che all'epoca ha quattro anni, come ha conosciuto la madre.Il dattiloscritto verrà poi nascosto e ritrovato 11 anni dopo quando il bambino diventato adolesente sarà in grado di capire.Nel libro il padre affronta il tema dell'amore ovviamente con una pagina bellissima dedicata al concetto del "noi", ma soprattutto fa capire al figlio come solo una serie di circostanze concatenate tra di loro abbia permesso un giorno a quel ragazzo di essere vivo e di leggere quelle parole.La lunga lettera termina con una domanda "Se ti fosse stato dato di scegliere, se nascere ed un giorno morire o non nascere proprio, cosa avresti scelto?"Il padre, condannato ad abbandonare la vita nel pieno della felicità confessa che avrebbe scelto di non nascere, ma si rende conto che in quel modo avrebe negat la vita anche al figlio ed al figlio di questi e così via....Il figlio, divenuto adulto risponderà alla domanda del padre