cara parola,
anche se stanca, inutile, piagata, fraintesa, cauta, distorta e sgangherata, agitata da squassi eppure mai franata, rampante e inalberata, sradicata dal senso, buffa, esagerata, balbettata, insulsa, impaurita, debosciata, rimasticata in una lingua dolce come marmellata o irata e dura quanto una schioppettata, ceppo miliare d’una memoria inerme e smollacchiata, devastante o scornata, irrigidita nella forma o tutta fuori norma, frantumata in fo-ne-mi: pure se t’ho distrattamente blablablata, frullata e sbattuta come una frittata, cotta-e-mangiata, non digerita e spesso vomitata, supportami, ti prego e, giusta o sbagliata, fai d’avamposto a nuova barricata: anche se smandrappata, frignante, delusa e scojonata, sei stata nominata - ora, sopporta d’essere ingaggiata come strumento per collassare il tempo della ritirata e la ritirata del tempo - senza un solo lamento, rinnovati di stracci o, a tuo piacere, vèstiti da fata - cela il presentimento della storia passata - precedimi, se puoi, in questa disastrata e ancora non finita passeggiata - (linkata) canta adelante ed apri la parata
di SENZAQUALITA |