SUBISSATI MARTINA

Lupus et agnus – Il lupo e l’agnello


Quando si vuole lo scontro o una giustificazione alla propria prepotenza, ogni pretesto è valido, compresa l’interpretazione arbitraria e offesa di un gesto il cui significato è stato spiegato nelle motivazioni non offensive da chi l’ha compiuto.L’aveva capito Fedro 2000 anni fa, ma ancora oggi non lo capiscono in tanti… 
                                                                                     
                                                                                         Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi.  Superior stabat lupus, longeque inferior agnus.  Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit:  "Cur -  inquit - turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?"  Laniger contra timens :  "Qui possum - quaeso - facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor." Repulsus ille veritatis viribus: "Ante hos sex menses male - ait  - dixisti mihi".  Respondit agnus:  "Equidem natus non eram!" "Pater, hercle, tuus - ille inquit  - male dixit mihi!"  Atque ita correptum lacerat iniusta nece. Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt.      Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, giunsero  allo stesso ruscello. Il lupo stava più in alto e, più lontano, in basso, stava l'agnello. Allora il malvagio, incitato dalla gola insaziabile, cercò una causa di litigio. "Perché - dice - mi hai fatto diventare torbida l'acqua che sto bevendo? E l'agnello, tremando: "Come posso – di grazia - fare quello che lamenti, lupo? L'acqua scorre da te alle mie sorsate!" Quello, respinto dalla forza della verità: "Sei mesi fa - aggiunge - hai parlato male di me!" Rispose l'agnello: "Ma veramente... non ero ancora nato!" "Per Ercole! Tuo padre – dice il lupo - ha parlato male di me!" E così, lo afferra e lo uccide dandogli una morte ingiusta. Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.    La favola dimostra che di fronte a coloro che hanno la propensione a commettere ingiustizie non può nulla neppure la difesa più giusta.