Sud Est donna

In ricordo di Maria Antonietta Macciocchi


Così la ricorda "Donna TV", che le dedica anche un bellissimo video di Eleonora Selvi.
«Addio cara Macciocchi, intellettuale eretica, nomade del pensiero contro ogni ortodossia, occhio vigile sull’umanità, le cui vicende hai seguito per le vie accidentate del mondo. La tua città, Roma, ti porge distratta l’ultimo saluto in una chiara mattina di primavera. Forse ha dimenticato che hai lottato per lei, giovanissima partigiana, che hai sfidato il regime per restituirle la libertà e la speranza. Paese ingrato l’Italia, facile all’oblio. Ma se la memoria degli uomini è labile, restano i libri e le opere come testimonianza del pensiero e dell’azione che cambiano il mondo.E il mondo Macciocchi ha lottato per cambiarlo, coltivando un alto ideale di democrazia e giustizia sociale. Entrata giovanissima nel Partito comunista, lotta per l’emancipazione femminile, per il riscatto dei deboli e degli oppressi. Scrive, viaggia per il mondo, nel secolo breve dominato da ideologie feroci vede i totalitarismi cambiare colore, e contro di essi, contro ogni oppressione leva la sua voce instancabile. Lo fa con i suoi libri, i suoi articoli, la sua militanza nel parlamento italiano e poi in quello europeo, dove riesce a far approvare la risoluzione contro la pena di morte, a quel tempo ancora in vigore in Francia. I dogmi si dissolvono uno dopo l’altro, Macciocchi è irresistibilmente votata all’eresia, come Pasolini, amico e compagno nell’avventura delle idee. Così attacca duramente il PCI, che la espelle. È a Parigi, nel ’68, a fianco dei giovani ribelli: la gioventù del pianeta, ha scritto a proposito di quei giorni, urlava a perdifiato contro il mondo bipolare, che si spartiva l’universo in due sfere. Lei era lì, a raccogliere quel grido. Frequenta Sartre e Simone de Beauvoir, Althusser, i nuovi filosofi. Il ritorno in Italia la riporta in un paese di cui denuncierà la rozzezza culturale, il cretinismo televisivo, il servilismo degli intellettuali. È il paese attraversato da mafia, camorra, sequestri, minacce di secessione. Macciocchi vuole ridare al paese il senso della sua storia mirabile, eroica. È il suo imperativo categorico. Gli ultimi sei anni di scrittura li dedica alla rivoluzione napoletana, ai giacobini italiani e a due splendide figure femminili: Eleonora Fonseca Pimentel e Luisa Sanfelice. Un lavoro intenso, per strappare all’oblio la storia di due donne che sacrificarono la vita ad un’ideale. L’eretica chiude qui la sua storia, e possiamo immaginarla mentre cammina fiera, il sorriso beffardo, nel suo ultimo viaggio, convinta, come la sua eroina, Eleonora Pimentel, che forse un giorno gioverà ricordare tutto questo».