Sud Est donna

Mala tempora, comunque...


Ieri a Napoli >>>
Ieri su "La Repubblica" «Un "bravissimo" medico non è stato in grado di leggere da una ecografia che mia figlia sarebbe nata con una grave malformazione cerebrale. Oggi la mia bimba, poco più di due anni, è persona pluridisabile, invalida al 100%. Frequentando i reparti di neuropsichiatria infantile incontro decine di bambini nati prematuri. Sono per lo più ciechi o ipovedenti, come la maggior parte dei nati pretermine. Quasi sempre il deficit visivo si accompagna ad altri danni, cerebrali o motori irreversibili. Ho conosciuto famiglie sbriciolate, unioni distrutte, donne sprofondate nella depressione. Non tutti hanno la forza fisica, gli strumenti psicologici, i mezzi economici, la cultura che ci vuole per combattere contro la burocrazia, la crudeltà di certi medici e l'inciviltà imperante, la solitudine e la stanchezza, infine, contro se stessi e la propria inadeguatezza. E' per queste persone, soprattutto, che le scrivo. La chiesa, la politica, la medicina smettano di guardare alle donne come a puttane che uccidono i propri figli. L' aborto è una scelta dolorosa per chi la compie, ma è una scelta e va garantita. Anche se mi ha stravolto la vita, io adoro la mia meravigliosa figlia imperfetta. Ma se avessi potuto scegliere, quel giorno avrei scelto l'aborto terapeutico. Ai medici che vogliono rianimare i feti anche senza il consenso delle madri dico di uscire dai reparti di terapia intensiva, andare a vedere cosa sono diventati quei bambini, a quale eterno presente hanno condannato quelle madri.» Ada D'Adamo, lettera a La Repubblica, 12 febbraio 2008